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Proposta di legge della Giunta regionale per la fusione dei Comuni

Proposta di legge della Giunta regionale per la fusione dei Comuni. Cesetti: “Chiariamo aspetti interpretativi della normativa nazionale”

Proposta di legge della Giunta regionale per la fusione dei Comuni

ANCONA – La Giunta regionale ha presentato all’Assemblea legislativa una proposta di legge sulla fusione dei Comuni per incorporazione per disciplinare le modalità del referendum comunale, provvedimento che recepisce le istanze e il parere dei piccoli comuni dell’Anci. “L’iniziativa scaturisce dalla necessità di assicurare la completa attuazione della normativa statale che ha sollevato rilevanti questioni interpretative”, evidenzia l’assessore agli Enti Locali, Fabrizio Cesetti. La legge nazionale (56/2014) dispone che le popolazioni interessate siano sentite mediante un referendum consultivo comunale, svolto secondo le discipline regionali e prima che i Consigli comunali deliberino la richiesta di incorporazione alla Regione.  “La proposta di legge della Giunta regionale – continua Cesetti – chiarisce quali soggetti possono esercitare il diritto di voto nel referendum consultivo comunale, demanda ai Comuni interessati l’adozione del referendum e conferma che non è richiesto il quorum per la sua validità”. La proposta modifica la legge regionale 10/1995 sul riordino dei Comuni e delle Province nelle Marche. Non contrasta con l’articolo 44 dello Statuto regionale che disciplina il referendum consultivo, in quanto non lo qualifica come regionale e può essere riferito anche a quello comunale. Le disposizioni che vanno all’esame dell’Assemblea legislativa prevedono che le amministrazioni comunali indicano la consultazione su richiesta di almeno un decimo degli aventi diritto al voto in ciascun Comune. Va effettuata (dopo 30 giorni dal completamento delle verifiche) nella stessa data in ciascun Comune. Hanno diritto di voto tutti i cittadini chiamati a eleggere il Consiglio regionale. Il referendum è valido indipendentemente dal numero dei votanti. La proposta è approvata se raggiunge la maggioranza dei consensi delle persone che hanno votato. Non può essere riproposto prima di cinque anni dalla precedente consultazione.

Nelle foto: l’assessore Fabrizio Cesetti insieme al presidente Luca Ceriscioli

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