Quattro nuovi casi di listeriosi umana segnalati nelle Marche
Quattro nuovi casi di listeriosi umana segnalati nelle Marche
L’incremento osservato è da imputare prevalentemente ad un unico ceppo di Listeria m. identificato con metodiche molecolari come “pulsotipo cluster”
ANCONA – Le Autorità competenti locali, regionali e ministeriali, con il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise (in qualità di Laboratorio Nazionale di Referenza per Listeria monocytogenes), stanno lavorando insieme per individuare le fonti di contaminazione degli alimenti che hanno determinato un incremento dei casi di listeriosi umana a partire dal maggio 2015, di cui si è già data notizia.
L’incremento di casi osservato è da imputare prevalentemente ad un unico ceppo di Listeria m. identificato con metodiche molecolari come “pulsotipo cluster”. Il 2 febbraio 2016, le indagini epidemiologiche e le attività di campionamento di alimenti condotte dai Servizi dei Dipartimenti di prevenzione ASUR hanno consentito di identificare lo stesso ceppo di Listeria monocytogenes in un campione di alimento a base di carne suina (coppa di testa) prodotto da un piccolo stabilimento della provincia di Ancona: Salumificio Monsano srl (CE IT 1523L). Sebbene tale risultato suggerisca un legame tra la contaminazione della coppa di testa e almeno un caso umano di listeriosi, non è possibile al momento ipotizzare un nesso diretto di causalità tra i due rilievi, anche in considerazione del fatto che la data di produzione del lotto risultato contaminato è successiva alla data di insorgenza dei sintomi nel paziente. In ogni caso, comunque, il 4 febbraio 2016 il Servizio di Igiene degli Alimenti di Origine Animale dell’ASUR ha eseguito i provvedimenti di sospensione dell’attività di produzione e commercializzazione del Salumificio Monsano srl, che a sua volta ha provveduto a ritirare e richiamare tutti i prodotti alimentari (salumi) presenti nella rete di vendita.
Attraverso le indagini epidemiologiche, sono stati individuati altri stabilimenti di produzione collegati al Salumificio Monsano srl, nei quali sono stati effettuati campionamenti ambientali e dei prodotti alimentari, le cui analisi sono tuttora in corso presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche ed il Laboratorio Nazionale di Referenza per Listeria monocytogenes presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise. In data 24 febbraio 2016 il Laboratorio Nazionale di Referenza per Listeria monocytogenes ha concluso la prima parte delle analisi sui campioni ambientali e prodotti alimentari prelevati il 3 febbraio 2016 presso lo stabilimento “Salumificio Monsano srl”, confermando la presenza del ceppo di Listeria monocytogenes, caratterizzato da un medesimo profilo genetico (tramite metodica PGFE e sequenziamento totale del genoma batterico) di quello responsabile di alcuni casi umani. Le analisi sui campioni di alimenti ed ambientali prelevati in altri stabilimenti sono ancora in corso. Ad oggi sono in corso le indagini su tutti gli altri operatori alimentari potenzialmente collegati alla ditta “Salumificio Monsano srl”, al fine di escludere la presenza della Listeria monocytogenes in altri alimenti. Ad oggi, a causa dei lunghi tempi di incubazione della forma sistemica di malattia e della complessità nella completa identificazione dell’origine delle contaminazioni ambientali ed alimentari, è possibile che, nonostante le misure già disposte, si verifichino altri casi.
Dal maggio 2015 al 25 febbraio 2016 i casi umani di listeriosi identificati come appartenenti al medesimo gruppo (cluster) d’infezione sono in totale 17, di cui 5 nel 2016. Dal gennaio 2016 sono stati inoltre registrati 2 casi sporadici non riconducibili al medesimo ceppo di Listeria monocytogenes e 4 casi per i quali gli accertamenti molecolari sono ancora in corso. Non si segnalano ulteriori decessi e i nuovi casi riguardano quasi esclusivamente persone affette da patologie o condizioni debilitanti o che erano in terapia con farmaci che riducono la risposta immunitaria. Ulteriori Informazioni saranno rese disponibili nel sito www.veterinariaalimenti.marche.it. Si ricorda che la Listeria monocytogenes è un batterio molto diffuso nell’ambiente, tollerato negli alimenti entro i limiti previsti dalle norme europee, e la ricerca dell’alimento contaminato causa della malattia può essere complessa perché il tempo di insorgenza dei sintomi, nelle forme diffuse, può arrivare a 70 – 90 giorni dall’assunzione del cibo contaminato. La maggior parte dei soggetti adulti in buona salute, dopo il consumo di alimenti contaminati da Listeria monocytogenes, non presenta comunque alcun sintomo, oppure può manifestare sintomi simil influenzali o forme gastroenteriche che guariscono spontaneamente. Il rischio di sviluppare una malattia grave (in particolare sepsi e meningiti) è più elevato negli anziani e nelle persone affette da altre patologie in grado di ridurre le difese immunitarie, o a seguito dell’uso di farmaci immunosoppressori. Nella donna in gravidanza l’infezione può causare aborto o sepsi neonatale.
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