Concessioni balneari, anche l’Anci dalla parte degli operatori
Concessioni balneari, anche l’Anci dalla parte degli operatori
Mentre cresce l’apprensione sulla Bolkenstein vanno cercate adeguate soluzioni
ANCONA – “Arrivare all’applicazione della direttiva Bolkestein senza concedere una proroga delle concessioni demaniali alle aziende balneari fino al 2020 creerebbe un gravissimo danno ad un comparto strategico per l’economia marchigiana ed italiana”. A dirlo è Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche, che punta su una soluzione politica, si parla anche della convocazione di una conferenza Stato-Regioni per cercare di trovare un percorso che sia condiviso e soprattutto definitivo “alla quale, se convocata come auspichiamo, – ha detto Mangialardi – le Marche faranno certamente sentire la propria voce”. “Il percorso, tuttavia – insiste – appare accidentato perché l’approccio iniziale dell’Italia non è stato adeguato alla gravità del tema ed oggi è oggettivamente difficile invertire la rotta”. La direttiva dell’Unione Europea 2006/123/CE conosciuta come direttiva Bolkestein, si basa sul presupposto che il suolo è pubblico e deve essere aperto alla concorrenza dando la possibilità a tutti, anche ad operatori di altri Paesi dell’UE, di partecipare ai bandi pubblici per l’assegnazione delle concessioni demaniali. L’avvocatura europea ha rilasciato un parere secondo la quale il provvedimento con cui il Governo Monti aveva prorogato le concessioni demaniali era in contrasto con la normativa europea. “Le imprese balneari investono per offrire servizi di qualità ai turisti per migliorare, abbellire, riorganizzare o modernizzare il proprio stabilimento – ha aggiunto Mangialardi – eppure già sull’estate 2016 si addensano nubi che non possiamo permetterci tutelando un comparto che non solo dà lavoro a tante famiglie ed a tanti giovani ma che fa anche parte della nostra crescita qualitativa”. Le parti sono molto distanti: a Bruxelles si sostiene che l’apertura alla libera concorrenza permetta di garantire una migliore qualità dei servizi e prezzi più convenienti. In Italia è forte la convinzione che l’applicazione della Bolkenstein segnerebbe la fine del made in Italy perchè le nostre spiagge sarebbero acquisite da multinazionali straniere.
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