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Nelle Marche occorre integrare le reti di cura e di assistenza

Nelle Marche occorre integrare le reti di cura e di assistenza

Nelle Marche occorre integrare le reti di cura e di assistenza

Una necessità per consentire lo sviluppo del sistema salute. Se ne è discusso durante il seminario organizzato dalla Cisl

Nelle Marche occorre integrare le reti di cura e di assistenza Nelle Marche occorre integrare le reti di cura e di assistenza

OSIMO – L’integrazione delle reti di cura e di assistenza, per uno sviluppo del sistema salute nelle Marche al centro del Seminario, organizzato dalla Cisl Marche, in collaborazione con le Categorie regionali della Cisl Medici, della Funzione Pubblica e della Federazione dei pensionati,al “G” Hotel di Osimo, che ha ospitato oggi l’iniziativa. Presenti ai lavori della mattinata, un centinaio di  persone, tra operatori sanitari, medici e professionisti del settore, ma anche sindacalisti e pensionati .

«L’idea che ha guidato il seminario – spiega il Segretario della Cisl Marche Sauro Rossi – è stata quella di coinvolgere diverse professionalità del settore per ragionare sull’integrazione. Per la Cisl Marche integrare significa dare qualità agli interventi sanitari e socio sanitari e superare quelle disuguaglianze inaccettabili che si manifestano quando insorgono condizioni di vulnerabilità e di bisogno. Con l’obiettivo ultimo di rimettere la persona al centro dei percorsi di diagnosi, terapia ed assistenza sanitaria, socio sanitaria  e sociale».

Coordinati dal Segretario generale della Cisl Medici Massimo Boemi, si sono alternati gli interventi di Fabrizio Volpini per la Regione Marche, Alberto Deales e Nadia Storti per l’Asur Marche, Claudio Maffei dell’Inrca e Giovanni Santarelli per il Servizio sociale regionale. Marco Fabretti ha espresso il punto di vista dei Medici di famiglia e  Ida Marinelli quello degli assistenti sociali delle Marche.

Le riflessioni si sono sviluppate nel contesto delle Marche, Regione peculiare da più punti di vista. Sesta regione italiana per incidenza della popolazione anziana, che rappresenta il 21,7% di quella complessiva. Un bilancio sanitario “virtuoso” certificato dall’Agenas, che nel 2014 ha registrato un utile di 62 milioni di €. Il percorso di risanamento è iniziato nel 2004, quando il disavanzo della sanità era una voragine di 150 milioni di €. Almeno 86 milioni di € sono stati recuperati in tre anni con manovre sul personale. I dipendenti dell’ASUR, l’Azienda unica che occupa il 68% degli operatori della sanità, in 7 anni sono diminuiti del 12% per effetto del blocco del turn over. Dal 2010 ad oggi sono stati ridotti dell’8% i posti letto negli ospedali. Recentissima la riconversione di 13 piccoli nosocomi in strutture territoriali denominate ospedali di comunità. Aumentano infine i cittadini marchigiani che si curano fuori Regione: nel 2014 il saldo di mobilità passiva ha toccato la cifra record di 46 milioni di €.

«E’ tempo di ripensare il sistema salute – sostiene il Segretario generale della Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo – integrando azioni che coinvolgono i livelli centrale e locale. A partire dalla revisione dei criteri di ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale, dalla ridefinizione del ruolo dei Medici di Medicina generale e dall’ aggiornamento della normativa sulla libera professione. E’ importante infine attualizzare alcuni snodi cruciali nel rapporto tra sanità e sociale».

Per il Segretario della Cisl nazionale Maurizio Bernava «serve un nuovo patto tra Stato e Regioni per dare qualità ed efficacia ai servizi sanitari e socio sanitari. Va superata la stagione dei tagli alla sanità ed è opportuno rivedere i criteri di compartecipazione al costo delle prestazioni per garantire equità e sostenibilità del sistema salute».

 

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