A Osimo una grande mostra di Vittorio Sgarbi
A Osimo una grande mostra di Vittorio Sgarbi
Il critico incanta i presenti all’inaugurazione della rassegna Lotto Artemisia Guercino – Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi, per la prima volta in Italia al Palazzo Campana di Osimo, fruibile fino al 30 ottobre
OSIMO – Con l’essenziale introduzione del dr. Raimondo Orsetti, Presidente dell’Istituto Campana ed ex sindaco di Osimo, di fronte alla qualificata platea di giornalisti ed ospiti provenienti da ogni regione italiana, si è aperta –venerdì alle 11,30 al piano nobile di Palazzo Campana ad Osimo – la conferenza stampa per l’anteprima della mostra “Lotto Artemisia Guercino – Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi” nell’allestimento ben curato da Pietro Di Natale, autore anche del pregevole catalogo insieme al prof. Stefano Papetti e Liana Lippi. Il Sindaco Simone Pugnaloni ha precisato con orgoglio che Osimo per sei mesi sarà una capitale della cultura grazie alla regione Marche che ha finanziato l’esposizione di ben 140 opere della Collezione Cavallini-Sgarbi con lo stesso staff tecnico che circa tre anni fa allestì la stupenda mostra “Da Rubens a Maratta – Le meraviglie del barocco nelle Marche” a cura di Sgarbi con oltre 40.000 visitatori; occasione ideale da divulgare per acquisire risorse e rilanciare in pieno il turismo come volano per l’economia grazie all’Arte ed al patrimonio storico-architettonico e culturale di Osimo. Considerazione ribadita poi da Elisabetta Leonardi, Presidente della Fondazione Don Carlo Grillantini, la quale ha affermato che oltre all’indubbia valenza economico-commerciale fornirà un supporto per finanziare un’importante ricerca scientifica e sarà un punto di riferimento culturale per il territorio marchigiano e l’intero paese.
Il vice-sindaco ed assessore alla Cultura Mauro Pellegrini ha tra l’altro sottolineato la grande generosità di Sgarbi che dopo Caceres, Burgos e Città del Messico ha scelto d’esporre per la prima volta in Italia, qui nelle Marche, una selezione di opere acquistate da lui e dalla madre alle aste ed in giro per il mondo partendo da una cinquantina per arrivare ad oltre 140 opere, non tutte in catalogo, con un Guerrieri, un Garofalo Ortolano ed alcuni dipinti appena pervenuti in quanto acquistati da poco. Successivamente l’Assessore regionale al Turismo-Cultura, Moreno Pieroni, ha dichiarato che la mostra travalica i confini della Regione per la valenza particolare di un progetto condiviso tra 4 città – Ascoli con “ Francesco nell’Arte – Da Cimabue a Caravaggio” inaugurata una settimana fa, Osimo appunto, Loreto e Senigallia- volutamente legato al Giubileo della Misericordia.
Questo progetto artistico si snoderà con 4 mostre dedicate dalle Marche al Giubileo che si terranno nell’arco di tutto il 2016 fino a gennaio 2017,partendo fuori stagione con una Primavera culturale ad Ascoli e qui ad Osimo ed utilizzando specifici fondi europei per rilanciare il turismo e l’economia, peraltro con l’adesione convinta del dr. Francesco Scoppola, Direttore generale del MIBACT. E’ giusto ringraziare la Regione ed il Presidente Ceriscioli per aver raggiunto l’obiettivo di affiancare ai quattro eventi varie opportunità di soggiorno e visite ai turisti in periodi fuori stagione , mentre un plauso di cuore va proprio a Sgarbi, affezionato alle Marche più di tanti marchigiani nati qui, per aver saputo valorizzare nuovamente la città di Osimo che terrà alta la bandiera. La parola passa successivamente al prof. Stefano Papetti, Direttore della Pinacoteca Civica di Ascoli e curatore della mostra su S. Francesco appena inaugurata, il quale afferma subito che Sgarbi fin da giovane critico e studioso è stato un punto di riferimento prezioso per la cultura marchigiana, affiancando l’esperto Zampetti nel 1981 nella super mostra dedicata a Lotto in Ancona ed altre sedi, iniziando pure l’impegno politico come assessore e sindaco a S. Severino ( sede del Premio Salimbeni, il più importante al mondo, curato da Federico Zeri con cui ebbe un noto dissidio) per rendere attuabili le sue intuizioni culturali ( vedi mostra del ’98 a Camerino di Filippo Biagioli, la mostra itinerante “Il Gotico nelle Marche” a S. Severino, “Simone De’ Magistris – pittore visionario tra Lotto e El Greco” a Pal. Pallotta di Caldarola, l’ultima del 2013 qui a Osimo “Da Rubens a Maratta”), mentre attualmente ha l’incarico di assessore alla Rivoluzione artistica nella città di Urbino ( a proposito, Sgarbi ne ha sottolineato le manchevolezze a Natale per l’orrido albero allestito nella piazza principale – motivo principale di attrito con la Giunta tanto da volersi dimettere…). Dopo l’excursus sulla poliedrica attività di Sgarbi, il prof. Papetti informa i presenti che Vittorio nelle ultime settimane è stato qui molto presente nel curare personalmente l’allestimento, anche le notti fino all’alba come stamani, sicchè finalmente potrà ora gustare e visionare con calma le sue 140 opere (appena il 3% del totale) più che nelle 35 stanze della casa di Rho Ferrarese che pare un magazzino con almeno 4000 opere custodite ed ammassate. A questo punto, inizia la gradevole performance critica e dialettica di Sgarbi, appena arrivato al tavolo dei relatori. Rivolgendosi scherzosamente all’assessore Pieroni afferma: “ non si capisce che cosa c’entri io con il Giubileo a cui le Marche, unica regione italiana, ha dedicato 4 mostre. Non sono proprio un prete, ma l’assessore regionale Pieroni ha applicato il principio di Jung, secondo cui nel mondo cristiano la Trinità apparentemente è perfetta, però manca un elemento per fare la Quaternità, il diavolo. Io, appunto.” Volano fragorose risate ed applausi dalla platea dei giornalisti. Poi dopo alcune battute ironiche sull’inerzia di Ancona capoluogo, Sgarbi prosegue con tono divertito e scherzoso precisando che “ ad Ascoli la mostra è incentrata su San Francesco, bravissimo santo ma per la pittura il soggetto più noioso del mondo, Senigallia si sveglia perché Ancona, capoluogo che non s’è mai accorto d’essere un capoluogo, non esiste e le presta l’arazzo barocco di Rubens del Museo Diocesano. A Loreto stiamo preparando una mostra sulla Maddalena.
E Urbino, di cui sono assessore, s’arrabbia perché non mi sono allineato. Eppure ho aperto una retrospettiva di Ferroni che si aggancia al cammino di Piero della Francesca, tant’è che ho invitato anche il sindaco di Urbino all’inaugurazione di Osimo oggi pomeriggio come città in concorso esterno.” Il percorso espositivo inizia con l’Aquila, una stupenda scultura rinascimentale di Niccolò dell’Arca (1478) e la dedica della mostra alla madre Rina Cavallini “ che ha risposto ad ogni mia richiesta. Ed è qui, in Paradiso, tra queste stanze.” Vittorio ci tiene a precisare che “l’Aquila in terracotta, collocata qui al Campana stamattina alle 6, è entrata in mio possesso l’anno scorso, quando mia madre se n’è andata. Per questo l’ho voluta all’ingresso nella mostra.” Riferendosi sempre alla madre, afferma affettuosamente, “ una straordinaria rompicoglioni che mi imponeva l’italiano come unica lingua, che mi ha educato alla rissa e mi ha messo anche in collegio ad Este. Era oppressiva e se non sono omosessuale è solo per caso. Ma è stata la mia principale complice nell’ossessione di acquistare opere d’arte.” Ieri sera, nel presentare a “Virus” su Rai2 la mostra di Osimo, le ha dedicato una delicata e significativa poesia di Rilke ”Annunciazione”,emozionandosi in diretta nel leggere il verso “ma Tu,Tu sei la pianta”.
Chiusa così la gradevole ed applaudita conferenza stampa con i ringraziamenti a Liana Lippi, Papetti, alla Fondazione, al Sindaco Pugnaloni , a Pieroni, a Guidobaldi allestimenti, ai collaboratori tecnici Stefano Morelli e Lucia Palma nonché al tempestivo e sempre presente custode di Pal. Campana, Paolo – anima di questa sede storica, Vittorio Sgarbi, attorniato da uno stuolo di donne e giornalisti, ha con il solito brio e rigore critico illustrato e passato in rassegna le sue 140 opere d’arte italiana,dipinti e sculture disposte in ordine cronologico tra le diverse scuole e regioni: il ‘400 padano,il ‘500 e ‘600 veneto, romano e marchigiano, il ‘700 austriaco fino al primo Novecento del divisionista Gaetano Previati. Egli si è soffermato in particolare nella sala che più gli piace, quella con i tre nudi dall’erotismo sfrenato di Guido Cagnacci, Artemisia Gentileschi e Morazzone: essi, ha confessato il critico ferrarese, rappresentano la vera applicazione dei versi di Dante “ tre donne intorno al cor mi son venute.” Il percorso espositivo si conclude nella lunga cappella Vici in cui spiccano enormi pale d’altare, soprattutto quella del manierista Bastianino e lo stupendo Cristo crocefisso di Previati.
Egli chiude la visita guidata invitandoci a dare uno sguardo anche ai quattro tavoli a vetro contenenti libri antichi di storia dell’arte e oltre 150 sue pubblicazioni, testi e cataloghi di tante importanti mostre,nonché al quadro di Balestrieri con “La morte di Mimì”. Non si schermisce, infine, dal ribadire che “ i tre fondamenti della mia vita sono un numero molto alto di scritti e di opere d’arte e un numero medio alto di donne. Un dongiovannismo collezionistico… Opere d’arte che cominciai ad acquistare a partire dall’83-84 con gli elevati compensi degli articoli pubblicati sulla rivista di Franco Maria Ricci e con i guadagni delle trasmissioni televisive.” Rivela, quindi, che il suo sogno sarebbe di poter ottenere una sede permanente per le sue opere in qualche ala del Castello di Ferrara, a meno che non si presenti qualche proposta allettante da parte di una città marchigiana, considerato che ormai è un marchigiano d’adozione. Prima di congedarci, egli non si sottrae amabilmente e con qualche divertente battuta dal firmare con dedica molte copie del voluminoso catalogo edito da Silvana editoriale e perfino del recentissimo terzo volume Il Tesoro d’Italia – “Dalla Terra al Cielo”.
La mostra, che a nostro parere incontrerà subito il favore del pubblico, della critica e di tutti i cultori d’arte, sarà visitabile fino al 30 ottobre presso Palazzo campana di Osimo, da lunedì a venerdì ore 10-13, 16-20, prefestivi e festivi ore 10-20 ed in agosto tutti i giorni dalle 10 alle 22.
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