A Sassoferrato riflettori puntati su storia, cultura e arte
A Sassoferrato riflettori puntati su storia, cultura e arte
Il 19 e il 20 marzo si rinnova il tradizionale appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, iniziativa a carattere nazionale organizzata dal Fondo Ambiente Italiano, giunta quest’anno alla ventiquattresima edizione
SASSOFERRATO – Riflettori puntati su storia, cultura e arte. Il 19 e il 20 marzo prossimi si rinnova il tradizionale appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, iniziativa a carattere nazionale organizzata dal Fondo Ambiente Italiano, giunta quest’anno alla ventiquattresima edizione.
Sassoferrato, città ricca di testimonianze storiche, culturali ed artistiche, aderisce per il quinto anno consecutivo all’iniziativa con l’apertura al pubblico del Parco archeominerario e del Museo della miniera di zolfo di Cabernardi. Due evidenze, il Parco e il Museo, testimonianze di quello che tra il 1887 e il 1959 veniva considerato il più importante polo estrattivo dello zolfo d’Europa e che fece da traino all’economia di un’ampia zona, da Sassoferrato, ad Arcevia, a Pergola ed oltre. Un sito nel quale operavano mediamente circa milleseicento minatori, in gran parte impiegati in un duro e rischioso lavoro nel sottosuolo alle dipendenze della “Montecatini”, la Società proprietaria della miniera dal 1917 fino alla sua definitiva chiusura.
Nella città sentinate l’adesione alle “Giornate FAI di Primavera” si è attuata grazie all’impegno congiunto della delegata del Gruppo FAI per le città di Fabriano e Sassoferrato, prof.ssa Rosella Quagliarini Angelini, del Liceo scientifico “V. Volterra” di Fabriano – sezione staccata di Sassoferrato, attraverso la docente di storia dell’arte Eleonora Loretelli, che ha curato il progetto didattico, e dell’Associazione culturale “La Miniera” onlus di Cabernardi, presieduta da Patrizia Greci. All’organizzazione dell’evento ha inoltre collaborato Giovanni Pesciarelli, rappresentante del FAI a livello locale.
Le due strutture museali saranno fruibili, con ingresso gratuito, nei giorni di sabato e domenica dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle 14,30 alle 18,00. Saranno ventisei studenti delle classi 2^ e 4^ del citato liceo a fare da ciceroni ai turisti. I ragazzi, oltre a rendersi protagonisti di un’esperienza che contribuirà ad arricchirli sotto l’aspetto formativo e culturale, beneficeranno di un credito scolastico.
Questi i loro nomi: Jacopo Babadoro, Mirko Battistini, Giulio Bellocchi, Andrea Caggiati, Mattia Cesauri, Luca Checchi, Samuele Cicetti, Andrea Cinti, Benedetta Corporente, Riccardo Danieli, Tommaso Luigi Danieli, Samuele Di Girolamo, Leonardo Falcioni, Rebecca Lenci, Sunita Ljazami, Aaron Mariani, Vivian Moroni, Arianna Paolucci, Ilenia Pesciarelli, Nicolas Quajani, Elisa Rossi, Emanuele Rossi, Ilir Saliji, Giulia Scorzoni, Silvia Trinei e Daniele Vitaletti.
Per la circostanza, oltre alla Loretelli saranno presenti anche i docenti Marco Cristallini (Coordinatore della sezione staccata di Sassoferrato), Edoardo Merlini, Nadia Renelli e Sabrina Sopranzi.
Inaugurato il cinque luglio dello scorso anno, il Parco archeominerario è una pregevole realtà architettonico-ambientale a cielo aperto che si estende su una superficie di circa due ettari di terreno. L’area è dominata dall’imponente pozzo “Donegani”, da cui si calavano i minatori per accedere nelle estese e profonde gallerie scavate nel sottosuolo. All’interno dell’area si possono inoltre visitare la centrale termica, i calcaroni, i forni “Gill”, il “piano inclinato e l’ex deposito del gasolio, struttura seminterrata, di forma circolare, ora adibita a sala polifunzionale per conferenze.
Nel Museo sono invece “raccontati” ottanta anni di attività industriale attraverso le numerose testimonianze della vita di miniera. Attrezzi da lavoro, materiali per l’estrazione del minerale, maschere anti-gas, caschi da minatore, martelli pneumatici, lampade, planimetrie ed il plastico della miniera con i due principali pozzi illustrano in maniera significativa l’attività dei minatori ed anche la durezza di un lavoro d’altri tempi. In esposizione anche la materia prima della miniera, lo zolfo, presentato in pezzi di materiale grezzo, così come veniva estratto, ed anche sotto forma di cristalli. Particolarmente suggestiva la “Galleria della memoria”, così come la sala che ospita il materiale fotografico (oltre 200 pezzi) ed i ritagli di giornali d’epoca.
L’iniziativa è realizzata con il patrocinio del Comune, impegnato da tempo nella valorizzazione delle sue evidenze anche ai fini della promozione turistica del territorio e, dunque, in perfetta sintonia con le finalità del FAI, fondazione nazionale senza scopo di lucro «che opera – come si legge sul sito internet del citato organismo – per promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità».
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