Fusione Pesaro-Mombaroccio, Ricci: «Riforma per innovare»
Fusione Pesaro-Mombaroccio, Ricci: «Riforma per innovare»
Presentato l’accordo politico-programmatico siglato con il sindaco Vichi per guardare con più ottimismo al futuro del territorio
PESARO – «Questa volta si vota davvero, finalmente riusciamo a dare la parola ai cittadini». E’ l’incipit di Matteo Ricci, con riferimento al referendum sulla fusione Pesaro-Mombaroccio del 17 aprile, nella presentazione dell’accordo politico-programmatico siglato con il sindaco di Mombaroccio Angelo Vichi. «Il nostro schema di lavoro – contestualizza Ricci – sta diventando gradualmente proposta di legge nazionale. E’ in dirittura d’arrivo l’accordo Anci nazionale-governo rispetto alla normativa che riorganizzerà complessivamente i Comuni italiani, attraverso le Unioni, per bacini omogenei. E le fusioni, al loro interno, per i Comuni che vorranno farlo. Questo è il futuro: chi pensa ancora che ogni Comune possa stare per conto suo è fuori dalla storia. Fa un danno ai cittadini. Il processo è semplice innovazione amministrativa». Nota Ricci: «L’esigenza riguarda tutti: non si possono svuotare le Province senza, in parallelo, rafforzare i Comuni». Nello specifico: «Il passaggio è importante, in primis, per Mombaroccio. La sospensione della consultazione? Paradossale: è avvenuta a 36 ore dal voto. E il 17 aprile, guarda caso, si riparte dallo stesso identico referendum. Un giochino che è già costato ai cittadini di Pesaro e Mombaroccio due milioni e mezzo. Che ora nel bilancio, in parte corrente, non avremo per sociale, politiche educative, cultura. Sarò ancora più chiaro: se non si farà la fusione perderemo, in ottica pluriennale, 20 milioni e mezzo. Soldi da Roma per il nostro territorio». Ancora: «Facciamo la fusione perché così si sblocca il patto e conviene solo a Pesaro? Il patto è stato sbloccato lo stesso. Nel 2016 facciamo 30 milioni di investimenti, nel 2017 ne faremo almeno altri 10. Chi ci rimette, se non passa il sì, sarebbe solo Mombaroccio (5 milioni di investimenti, quelli ribaditi nel protocollo siglato, ndr). Quindi: il referendum conviene a Mombaroccio, soprattutto per gli investimenti. L’elemento di serietà più importante? Manteniamo gli stessi impegni, anche con il patto di stabilità sbloccato. Qualsiasi altra fusione, per Mombaroccio, sarebbe meno conveniente. Le fusioni tra piccoli non hanno effetto in termini di forza ed efficienza. Se la fusione è con Cartoceto mancherà la dimensione dell’autonomia». Ancora: «Il futuro dei mombaroccesi lo decideranno i mombaroccesi. Resterà il Municipio, che sarà eletto. Non ci potrà essere nessun provvedimento, preso dalla giunta comunale o dal consiglio, riguardante Mombaroccio, approvato senza parere favorevole dei mombaroccesi. Così Mombaroccio ottimizza il vantaggio di stare in un Comune più grande, e la possibilità degli investimenti che non farebbe neanche in 20 anni, mantenendo la capacità decisionale. Sarebbe l’unica realtà del Comune di Pesaro. Il patrimonio resterà a Mombaroccio, i dipendenti rimarranno lì, non è prevista nessuna discarica. L’identità? Il modo migliore per rappresentarla è dare un futuro al proprio territorio. Se ci si tiene solo la bandierina, il futuro non c’è. E Mombaroccio dovrà comunque decidere il ragionamento aggregativo da fare». Va avanti Ricci: «A mio parere non c’è una via migliore di quella con Pesaro: unisce il massimo dei vantaggi al massimo delle garanzie di autonomia. Un treno che passa solo oggi. Questa volta il cambiamento è nelle nostre mani. Se si voterà no, poi con che coraggio si andrà da Vichi, dal 18 aprile, a chiedere la manutenzione stradale, scolastica, degli impianti sportivi? Tutti conoscono la situazione di Mombaroccio, in termini di soldi e risorse». Puntualizza: «Deve vincere il sì a Mombaroccio, altrimenti non sono disponibile a fare la fusione. Anche perché adesso, con il patto già sbloccato, è tutto ancora più chiaro. Se vincerà il sì sarà un’innovazione amministrativa; se vincerà il no collaboreremo dentro l’Unione. Ma il 95 per cento delle cose scritte nel patto non si potranno fare. Ne con Vichi, né con Bloomberg o con Jeeg Robot». Dice Angelo Vichi: «La fusione con Pesaro è l’unica situazione che consente di dare a Mombaroccio una vita e una sostanza. Prima del nostro insediamento si prospettava una situazione finanziaria difficile, lo è stata nei fatti molto di più. Ci sono atti ufficiali che lo testimoniano, come i pareri della Ragioneria. Che all’epoca, prima del mio mandato, evidenziavano alla vecchia amministrazione, in data 31 marzo 2014, ‘situazioni di gravi criticità tali da pregiudicare gli equilibri finanziari di bilancio e gli obiettivi del patto di stabilità interno’. Si parlava di dissesto finanziario già due mesi prima delle elezioni. Atti che sono alla Corte dei Conti: non sono interpretabili. L’allora vicesindaco prospettava una ‘situazione da far tremare i polsi’. Soluzioni diverse o altre fusioni adesso non esistono, sia in termini di investimenti e servizi, sia per l’autonomia. Le persone che avrebbero voluto fare la fusione con Pesaro, ora impediscono ad altri di farlo». Chiude Ricci: «Non sarà un referendum pro o contro i sindaci. Sarà per scegliere se rimanere così come si è, con tutti i limiti, o cogliere questa grande opportunità di innovazione. Se stiamo nel merito della questione, non c’è un motivo per dire no. Se la si butta in politica, o sulle personalizzazioni, si rischia di perdere una grande opportunità. Mi auguro che ci sia partecipazione anche a Pesaro. Per me sarebbe un grande onore rappresentare anche Mombaroccio: parliamo di una delle realtà più belle della provincia, con una vocazione turistica e culturale molto forte, che si sposerebbe pienamente con la nostra strategia». Sull’assessore (l’accordo prevede nella giunta comunale un membro che rappresenti Mombaroccio, ndr): «Se vincerà il sì, lo sceglierò io. Ho due criteri: andrà in giunta per Mombaroccio chi farà la campagna dichiarata per il sì e crede nel progetto. Terrò conto poi degli equilibri del nuovo municipio». Ringrazia Vichi e la maggioranza: «Se siamo qua è grazie al loro coraggio e alla loro determinazione».
Protocollo. Questi gli accordi politici di base. Il territorio del Comune di Mombaroccio avrà status giuridico di ‘municipio’, con propri organi elettivi, costituiti dall’assemblea municipale, presieduta da un presidente eletto (‘prosindaco’). Il municipio di Mombaroccio, con l’assemblea municipale, esprimerà «parere preventivo e vincolante» sulle questioni che riguardano il proprio territorio. Dovrà essere preventivamente consultato in caso di future modifiche allo statuto pesarese che interessino il territorio di Mombaroccio. Confermato l’assessore nella giunta comunale di Pesaro, «un forma permanente», con delega alle relazioni con Mombaroccio. Sulle risorse per investimenti e servizi, destinate a Mombaroccio: «Nei primi tre anni corrisponderanno all’intero ammontare del contributo statale decennale, previsto dalla legge sulle fusioni, fino alla concorrenza dell’importo complessivo di cinque milioni. Più il 20 per cento nei sette anni successivi (la stima è di 570mila euro all’anno per sette anni), oltre al 20 per cento di ogni altro eventuale ulteriore contributo proveniente da altri enti come la Regione». A Mombaroccio restano le risorse provenienti dalla stipula già avvenuta dei contratti con Agrisolar 2 e Kcs Caregiver. Il Comune di Pesaro, in aggiunta, si impegna a perfezionare l’accordo con l’Asur, per l’ampliamento della Rsa Bricciotti da 38 a 68 posti letto. A Mombaroccio saranno mantenuti gli uffici anagrafe, elettorale, tributi, tecnico, urbanistico, servizi sociali, servizi ambientali, servizi educativi, biblioteca, polizia municipale. L’istituzione dell’assemblea municipale, le modalità di elezione, l’istituzione dell’assessore dedicato, i loro poteri e funzioni, il budget e i benefici economici saranno oggetto di apposite modifiche allo statuto del Comune di Pesaro e dei regolamenti. Per la definizione si riunirà la commissione Affari Istituzionali del Comune di Pesaro, allargata ai componenti di Mombaroccio designati dai capigruppo dell’attuale consiglio comunale. Le elezioni del primo consiglio municipale si terranno entro tre mesi dalla costituzione del nuovo Comune, «dopo approvazione delle modifiche allo statuto del Comune di Pesaro e dei relativi regolamenti; il primo consiglio municipale resterà in carica fino alla scadenza del consiglio comunale di Pesaro; i successivi consigli municipali saranno eletti contestualmente alle elezioni amministrative del Comune di Pesaro». (f.n.)
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