Lo scrittore Nicaso agli studenti: “Il bullismo è una forma di mafia”
Lo scrittore Antonio Nicaso agli studenti: “Il bullismo è una forma di mafia. Bisogna denunciare i bulli, se accettate di subire alla vostra età, subirete sempre”
A Pesaro l’autore del libro “La mafia spiegata ai ragazzi” ha risposto alle tante domande dei giovani, introdotto nel suo intervento dal vice sindaco Daniele Vimini ed intervistato dal giornalista Enzo Polverigiani
PESARO – “Nella mia terra, ad alta densità mafiosa, quando chiedevo ai nonni, o ai vicini di casa, cos’era la mafia, la risposta veniva quasi sussurrata, come se anche i muri avessero le orecchie, come se si parlasse di qualcosa che non si poteva pronunciare”. Lo scrittore Antonio Nicaso, massimo esperto di ‘ndrangheta a livello internazionale ed autore del libro “La mafia spiegata ai ragazzi”, ha incontrato questa mattina al Teatro Sperimentale di Pesaro oltre 250 studenti nell’ambito del festival “Adotta l’Autore”, progettato e organizzato dall’associazione culturale “Le foglie d’oro” di Pesaro con vari patrocini (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca – Ufficio scolastico regionale per le Marche, Regione Marche, Provincia di Pesaro e Urbino e Poft Senigallia) e collaborazioni (Musei civici di Pesaro, biblioteca “Maria Goia” di Cervia e biblioteca Antonelliana di Senigallia), oltre all’adesione di 23 comuni.
Introdotto dalla lettura di brani da parte di Massimo Ciaroni e Luigi Sica (lettori volontari di “Adotta l’Autore”) e dall’intervento del vice sindaco di Pesaro Daniele Vimini, Antonio Nicaso, intervistato dal giornalista Enzo Polverigiani, ha raccontato la sua storia di bambino, segnata dall’omicidio del papà di un compagno di banco, che aveva un negozio e si era rifiutato di acquistare materiali dai mafiosi. “Fu ammazzato in piazza, c’era tanta gente, ma nessuno disse di aver visto o sentito qualcosa. Il mio compagno, che era sempre stato un bambino sorridente e socievole, smise di sorridere. Quell’omicidio ha cambiato la mia vita e quella dei miei compagni, quel giorno abbiamo deciso di stare dalla parte giusta della storia”.
E se è vero che, come ricordato da Nicaso, la prepotenza è la caratteristica principale del mafioso, vanno stroncati sul nascere quegli atteggiamenti, come il bullismo, che rappresentano delle forme di mafia: “Dobbiamo partire dall’idea – ha detto agli studenti – che bisogna denunciare i bulli, gli abusi, se accettate di subire alla vostra età, subirete sempre. Non significa fare la spia, ma avere a cuore il bene della società, bisogna vedere i carabinieri, i poliziotti, la guardia di finanza come degli alleati, capire che ogni abuso deve essere denunciato”.
“Con quali armi si sconfigge la mafia?”, ha chiesto uno studente. “Con le armi della cultura, dell’onestà e della coerenza. Per sconfiggere la mafia c’è bisogno di una svolta nella mentalità. Sono necessarie famiglie consapevoli, che facciano crescere i propri figli secondo modelli di società solidali. Spesso le famiglie delegano alla scuola tutto quello che è educazione, ma il ruolo dei genitori è importante, dovete dialogare molto, costruire assieme una società nuova e migliore”.
Nicaso ha poi insistito sul concetto di solidarietà. “E’ importante crescere nel rispetto degli altri, delle regole, dei vostri insegnanti, del vostro territorio, con la volontà di costruire il senso della comunità, con l’idea di aiutare un compagno in difficoltà, di accogliere quanti vengono da paesi diversi dal nostro perché la diversità è una risorsa. Bisogna costruire mattone su mattone una società solidale”. (g.r.)
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