Referendum sulle trivelle, alle urne un Pd diviso
Referendum sulle trivelle, alle urne un Pd diviso
Il vice segretario regionale Gianluca Fioretti: “Votare sì per fermare le concessioni ed aprire allo sviluppo sostenibile”
ANCONA – Per fermare le estrazioni di idrocarburi in mare, entro le 12 miglia dalla costa. Per tutelare l’ambiente ed il paesaggio. Per affermare la volontà di un modello di sviluppo all’insegna della piena Sostenibilità. Sono questi i motivi alla base dell’invito del vice Segretario e responsabile Ambiente del Partito Democratico delle Marche, Gianluca Fioretti, a votare “sì” al referendum sulle trivelle di domenica 17 aprile. Una posizione, quella assunta da Fioretti, che, seppur diversa da quella del PD, nazionale e regionale, rappresenta il pensiero di una parte non inconsistente del partito, in linea anche con la posizione presa dal Consiglio regionale delle Marche – tra i nove Consigli regionali promotori del referendum – e che è stato illustrato oggi con una conferenza stampa ad Ancona, a cui ha preso parte anche il Presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo.
“Il referendum sulle trivelle – ha detto il vice segretario Fioretti – assume un significato che va ben oltre il singolo quesito tecnico: ha, infatti, anche un alto valore simbolico e politico. Votando “sì”, non solo si vota a favore di concessioni estrattive che abbiano una scadenza certa e non durata fino ad esaurimento dei bacini di idrocarburi, ma si esprime anche la volontà di investire sulle fonti rinnovabili, come un Paese lungimirante è chiamato a fare. Dalle fonti rinnovabili – ha ricordato Fioretti – l’Italia ottiene già più del 40% del proprio fabbisogno energetico ed è su quelle che bisogna puntare con decisione, consapevoli delle enormi potenzialità che offrono per nuove filiere occupazionali alternative a quelle da dismettere.
Il tempo delle fonti fossili è scaduto – ha sottolineato ancora il vice Segretario PD –; quelle presenti nel sottosuolo del nostro Paese, infatti, non possono certo intaccare la dipendenza dell’Italia dalle importazioni delle stesse e, per altro, producono un vantaggio economico a dir poco risibile, vista l’inconsistenza delle royalties, a tutto vantaggio delle compagnie private proprietarie dei titoli minerari e degli idrocarburi estratti, che non sono certo dello Stato. Serve un modello di sviluppo alternativo – ha, quindi, concluso Fioretti –. Le ricchezze dell’Italia, infatti, sono altre: il turismo, la pesca, il comparto agroalimentare, la piccola e media impresa, la cultura. Settori che sono pienamente presenti nel territorio marchigiano, fonte di ricchezza e ulteriore sviluppo, attraverso la gestione virtuosa delle risorse ambientai e paesaggistiche”.
“Il Consiglio Regionale delle Marche è tra i promotori dei sei quesiti referendari che sono stati considerati ammissibili dalla Corte di Cassazione – ha premesso il Presidente Mastrovincenzo –. Nel frattempo, il Governo, attraverso la Legge di stabilità, ha accolto molte delle richieste che erano oggetto delle proposte referendarie: questo – ha sottolineato il Presidente – rappresenta già una vittoria da parte delle Regioni. Il quesito referendario su cui ci esprimeremo il 17 aprile è comunque importante. Una vittoria del “sì” rappresenterebbe un ulteriore sostegno a un processo che, seppur progressivo, è comunque irreversibile: quello verso un diverso sviluppo ecosostenibile, che abbia nelle fonti rinnovabili una risposta concreta in materia di approvvigionamento energetico.
Un “sì” convinto – ha detto ancora Mastrovincenzo – per proteggere il nostro mare e il suo ecosistema, per tutelare la salute dei cittadini, per salvaguardare settori strategici per la nostra economia, come pesca e turismo. Il mio è un “sì” coerente con la scelta del Consiglio Regionale, che presiedo e rappresento e con il documento firmato anche dal nostro Paese, insieme ad altri 194 stati, durante la Conferenza Onu COP21 sul clima di Parigi del dicembre scorso. Mi auguro che i cittadini – ha, quindi, concluso il Presidente – comprendano l’importanza di questo appuntamento e si rechino ai seggi per esprimere la loro opinione, qualunque essa sia: il voto è un esercizio di democrazia irrinunciabile. Confido molto nella presenza dei giovani: questo appuntamento riguarda soprattutto il loro futuro“.
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