Entra le vivo la missione in America del presidente Ceriscioli
Entra le vivo la missione in America del presidente Ceriscioli
E’ finalizzata ad intercettare opportunità di sviluppo ed a promuovere le eccellenze economiche e culturali delle Marche nel mercato americano. E’ anche la giornata della cerimonia di annuncio del vincitore dell’Urbino Press Award 2016, giunto all’undicesima edizione, e della visita all’Ambasciata Italiana, a Washington
WASHINGTON – Entra nel vivo la missione in Usa del presidente Ceriscioli finalizzata ad intercettare opportunità di sviluppo e a promuovere le eccellenze economiche e culturali delle Marche nel mercato americano. E’ la giornata della cerimonia di annuncio del vincitore dell’Urbino Press Award 2016, giunto all’undicesima edizione, e della visita all’Ambasciata Italiana a Washington.
Evento che è “un’operazione culturale – chiarisce il presidente Ceriscioli – che ci permette di essere visibili negli Stati Uniti con un filo conduttore che racconta quello che siamo e dimostra l’interesse degli americani verso la nostra regione. E’ una grossa opportunità, base solida per costruire relazioni su diverse attività svolte dalla regione, culturali, turistiche ed economiche in un’economia sempre più internazionalizzata che ha bisogno di opportunità come queste per poter crescere. E farlo con opinion leader americani diventa un valore aggiunto”. Perché, specifica il presidente, obiettivo della missione è mettere a frutto il tempo impiegato all’estero: “Gli incontri e i contatti creati portano risultati. Questo è il modo di operare delle istituzioni: con le risorse dell’internazionalizzazione sosteniamo un sistema che crea lavoro e ricchezza per il territorio e offre opportunità a tutti i cittadini marchigiani”.
Accompagnato da una delegazione che conta anche il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, Ceriscioli ha sottolineato che l’incontro in ambasciata e la colazione nella residenza dell’ambasciatore italiano negli USA, alla presenza di rappresentanti del Dipartimento di Stato e di giornalisti americani “è occasione per accrescere il valore del premio giornalistico con altre opportunità utili ad arricchire la vita della nostra regione”.
Ieri il governatore ha tenuto una serie di incontri per stringere contatti utili alle imprese, al mondo accademico e al settore turistico marchigiano. Come la visita al think tank for Center for American Progress, fondato dal senatore John Podesta e considerato vicino all’amministrazione Obama. Con questo ‘pensatoio’ del mondo progressista si è parlato di situazioni politiche e possibili legami culturali con le Marche.
Poi all’Italian Research Institute dell’Università di Georgetown il presidente ha incontrato la direttrice Serafina Serafina Hager, con la quale ha parlato di conferenze e di un progetto culturale da sviluppare a fine 2016 e prima metà 2017 con la ‘città ideale’ come luogo di discussione sul futuro delle città a livello internazionale.
Ha poi visitato la sede della ditta Loccioni a Washington DC, l’azienda che ha il quartier generale a Jesi e si occupa di innovazione, domotica e apparecchiature biomediche. La filiale è guidata da Ignazio Droghini, vi lavorano dodici persone, italiani e statunitensi: un gruppo di giovani che stanno portando nelle Marche commesse di lavoro per milioni di dollari. Tecnologia, qualità della vita e modo di fare marchigiano, giovani che si proiettano sul mercato statunitense portando lavoro nelle Marche. “Sono ambasciatori del nostro territorio – ha detto Ceriscioli – persone che operano qui in America e producono lavoro per le Marche, permettono di sviluppare attività economiche e creano relazioni e rapporti che ci offrono a vantaggio del sistema economico della regione”. Si tratta di disseminazione di esperienze: “le università dialogano e scambiano studenti, ricerche e attività, collaborano su progetti, diventano strumento di crescita economica accompagnando le aziende che investono e vogliono crescere attraverso l’innovazione. Per noi rappresentanti delle istituzioni, essere vicino a questi processi significa creare delle occasioni positive per l’economia delle Marche”.
La filiale della Loccioni a Washington è una realtà di successo, che nel giro di pochi anni ha saputo crearsi un’ottima reputazione. La sede nordamericana ha un fatturato diretto annuo di circa 5 milioni di euro, e produce per la sede di Jesi un fatturato di circa dodici milioni. L’azienda lavora nel settore “automotive” per Ford, GM, Chrysler e il settore elettrodomestici, mentre per la parte “Human Care” ha commesse dalle maggiori istituzioni ospedaliere USA. In questo caso, le tecnologie sono sviluppate nelle Marche, sperimentate nella clinica universitaria di Torrette di Ancona e poi vendute alla più importanti cliniche all’estero. Fra i clienti si annovera anche la prestigiosa clinica della Johns Hopkins University. La Loccioni rappresenta una bella opportunità per molti neolaureati delle Marche che tramite l’azienda hanno la possibilità di fare una esperienza di lavoro all’estero. Nello stesso tempo, reclutati dalla sede USA, vari giovani studenti statunitensi fanno esperienza lavorativa nella casa madre, a Jesi.
Nelle foto: Luca Ceriscioli con Marlene Cooper Vasilic, responsabile eventi di Center for American Progress; l’incontro alla sede Loccioni in Usa
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