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“Quello di domenica è un segnale contrario al turborenzismo”

“Quello di domenica è un segnale contrario al turborenzismo”

Per il Pd Sinistra Marche è ora necessaria una riflessione seria all’interno del partito per evitare altre sconfitte.  Serve una classe dirigente che si occupi a tempo pieno del Pd, oggi ridotto a una somma di comitati elettorali, che deve tornare a essere una grande forza collettiva e organizzata, non completamente affidata a singoli leader

“Quello di domenica è un segnale contrario al turborenzismo"

ANCONA – Finalmente c’è chi, anche nelle Marche, dall’interno del Partito democratico, cerca di dare una lettura chiara al risultato dei ballottaggi di domenica. “Il segnale forte e chiaro – si legge in un documento diffuso da Pd Sinistra Marche – arrivato con i ballottaggi di domenica dovrebbe indurre tutto il PD a una seria riflessione e a una significativa modifica di alcuni comportamenti errati portati avanti in questi mesi.

“Il voto non è stato un voto semplicemente amministrativo, né si è perso laddove si è governato male, ma è stato un voto con valenza politica nazionale, ben al di là dalle questioni locali: ne sono un esempio la sconfitta a Torino, dove Fassino è stato un ottimo sindaco a cui va tutta la stima e solidarietà di tutto il PD, e l’eclatante caso toscano, la Regione simbolo del renzismo, in cui si è perso di più e peggio che altrove. Anche nelle Marche si sono sentiti gli effetti molto negativi della politica nazionale, che sommata ad alcuni fattori territoriali ha portato ad alcune sconfitte inaspettate, a partire da San Benedetto.

“Come componente del PD – si legge sempre nel documento – soffriamo al pari di tutti per questo risultato negativo e riteniamo necessario cogliere il segnale che è arrivato dagli elettori per evitare altre sconfitte.

“In questi mesi si è assistito al radicalizzarsi del turborenzismo: prove muscolari contro le forze sociali, tentativo di cancellare il centrosinistra e sostituirlo con il partito della nazione, ridicolizzazione delle posizioni di chi prova ad esprimere considerazioni critiche, anche garbate e di merito, alle prese di posizioni di Renzi. Ma con questo comportamento non si va da nessuna parte e il voto di domenica ne è stata una riprova: il PD è nato per unire e non per dividere le forze del paese, è nato per determinare il campo del centrosinistra non per cancellarlo, è nato per essere la più grande forza democratica ed inclusiva, non per escludere qualcuno.

“Abbiamo bisogno di rilanciare il PD, con una classe dirigente che si occupi a tempo pieno del partito, oggi ridotto a una somma di comitati elettorali, che deve tornare a essere una grande forza collettiva e organizzata, non completamente affidata a singoli leader.

“Abbiamo bisogno di approfondire le proposte che il PD, a tutti i livelli, porta alle proposte di governo, del paese e delle comunità che amministra, in modo da essere dalla parte dei cittadini più deboli e di coloro che cercano un lavoro e di risollevarsi dalla fase di crisi da cui non siamo ancora del tutto usciti.

“Anche per questa ragione riteniamo sbagliata la scelta di impostare la campagna referendaria come la madre di tutte le battaglie, che giustificherebbe persino la esistenza in vita del nostro partito, andando ben al di là dal valore pure importante di questa riforma, che solo unitamente ad altre, vicine alla condizioni reale dei cittadini – conclude Pd Sinistra Marche -, può davvero cambiare il paese e renderlo più giusto, più equo, più solidale”.

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