L’Arcivescovo Coccia sferza i politici: “Pesaro ha bisogno di luce, perché da troppo tempo sta vivendo nelle tenebre”
L’Arcivescovo Coccia sferza i politici: “Pesaro ha bisogno di luce, perché da troppo tempo sta vivendo nelle tenebre”
PESARO – “La comunità pesarese ha bisogno di Luce, perché da tempo sta vivendo nelle tenebre”. Non è un passo biblico, ma l’introduzione dell’omelia, certamente la più dura di mons.Piero Coccia, arcivescovo di Pesaro, in occasione del Pontificale tenutosi in una cattedrale gremita di fedeli, al termine della processione, con più di 4.000 partecipanti, fra cui anche le rappresentanze politiche, amministrative e civili della città.
“Ma come comunicare questa luce, se non con l’annuncio di Cristo. La nostra città, è terra di missione, vista da più punti di vista, come si è riflettuto nel recente convegno diocesano.” Ma come missione, non siamo mica in Africa? Questo era l’interrogativo che si era posta santa madre Teresa di Calcutta, quando venne chiamata a Roma per inaugurare una casa del suo ordine da poco istituito. Poi di fronte alle miserie, disumanità del mondo occidentale, capitalistico, comprese che anche le nostre città sono terra di missione. “Dunque uno slancio missionario, ha sottolineato mons.Coccia, perché se la Chiesa diventa una realtà tranquilla è perduta e viene fagocitata dalla cultura globalizzata. Una chiesa inquieta è questo lo slogan che ha lanciato papa Francesco e che dobbiamo assolutamente fare nostro ogni giorno. ” Ma come farlo ? “Non con una catechesi tradizionale, ma con una educazione che diventi elemento centrale della vita della chiesa locale pesarese”. Poi mons.Coccia si è spostato su un altro tema che scotta, quello del lavoro. “Io non sono un direttore d’azienda e quindi non posso aiutare quelle persone che tutti i giorni mi chiedono di aiutarle per trovare un lavoro.
E a Pesaro vi sono tanti disoccupati, padri di famiglia e tante persone che vivono da anni nella sofferenza e disagio psicologico, il dimansionamento lavorativo. Perché tutto questo avviene in una città che fino a poco tempo fa era la capitale del mobile e di un benessere generalizzato? E’ vero che ancora la crisi economica attanaglia il paese ma bisogna superare il consumismo sfrenato e l’assistenzialismo per orientarsi verso la giustizia sociale.” Poi l’impegno politico. “Vi sono da tempo nella nostra città esigenze disattese nel campo della politica ed è ora che la presenza dei cattolici nella sfera della polis si faccia sentire. Un impegno politico che garantisca un nuovo umanesimo, un umanesimo integrale come sottolineava Maritain, anticipando i tempi di crisi e disunione anche a livello europeo. A Pesaro si sta facendo una politica troppo calcolata dove i nostri amministratori ma anche purtroppo i cittadini cercano un ritorno nei loro interessi personali”. Ma per mons.Coccia la politica ha anche un’altra dimensione quella dello scadimento antropologico.
“Purtroppo da anni Pesaro è divenuta una città della diffusione della droga, dell’alcolismo che colpisce molto le donne ma si sta diffondendo a macchia d’olio anche nei giovani ed è una capitale delle evasioni, non solo fiscale ma morale con la crisi della famiglia, aumento delle separazioni e divorzi e l’introduzione anche nel nostro contesto civile delle unioni civili”. Infine la crisi delle vocazioni e l’esperienza religiosa in un mondo sempre piu distratto dai mezzi multimediali e dal web che sta affogando il cervello dei nostri giovani’. Quindi un appello ai sacerdoti e parroci: “siate sereni w disponibili”. E qui indirettamente si è voluto rivolgere alla comunità parrocchiale di Santa Veneranda che in questi giorni è in subbuglio per l’avvicendamento del parroco don Michele. Infine il ruolo centrale dell’Arcivescovo. “L’arcivescovo deve saper ottimizzare, compiere delle scelte, coinvolgendo in un progetto organico la chiesa pesarese che sta iniziando il nuovo anno pastorale”.
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