“Pesaro sta diventando una delle più importanti città della cultura d’Italia”
“Pesaro sta diventando una delle più importanti città della cultura d’Italia”
Lo ha affermato Antonio Faeti, docente universitario e scrittore tra i più rinomati per la narrativa dell’infanzia, al primo incontro tenutosi nella Sala del Consiglio comunale per il ciclo di conferenze “Ricordo di Giorgio Bassani”
PESARO – “E’ importante che Pesaro, unica città in Italia, abbia ricordato Giorgio Bassani per i suoi cent’anni dalla nascita. Città come Ferrara e Bologna, non hanno dato uno spazio al loro scrittore e quindi è merito di una città di provincia che, però, sta assurgendo sempre più ad una delle più importanti città della cultura d’Italia, di questo omaggio.” sono le parole di Antonio Faeti, docente universitario e scrittore tra i più importanti per la narrativa dell’infanzia, al primo incontro tenutosi nella Sala del Consiglio Comunale per il ciclo di conferenze “Ricordo di Giorgio Bassani”, a cura di Paolo Montanari.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione Culturale Pegasus e l’Assessorato alla Bellezza del Comune di Pesaro, con il patrocinio dell’Arcidiocesi di Pesaro, Centro Culturale Madonna delle Grazie, Centro Culturale San Giovanni, il settimanale Il Nuovo Amico, Regione Marche Assemblea Legislativa, Provincia di Pesaro e Urbino, Università degli Studi Carlo Bo di Urbino, Conservatorio Gioachino Rossini di Pesaro, Ente Concerti di Pesaro, Assonautica di Pesaro e Urbino.
Antonio Faeti ha voluto svolgere, con la sua conferenza su “Le storie ferraresi”, una ricerca minuziosa sulle cosiddette opere minori, ma veri capolavori ancora da riscoprire, una ricerca di tipo stilistico nei valori formali che, apparentemente, sono lontani dai pedagogisti come lui stesso. “Eppure – ha sottolineato il professor Faeti – vi sono alcuni episodi pedagogici, nella vita di Bassani, che evidenziano come , soprattutto il periodo bolognese, in cui si iscrisse all’università nel 1935, lo steso giovane studente già coinvolto dalle leggi razziali, essendo ebreo, si trovò per la prima volta di fronte a personaggi monumentali come il professore di Italiano Giovanni Calcaterra, il grande storico dell’Arte Roberto Longhi e, soprattutto, quella cerchia di amici intellettuali e scrittori come Italo Calvino, Pierpaolo Pasolini, che hanno arricchito la sua personalità apparentemente provinciale che poi lo portarono ad analizzare, nei suoi primi romanzi, vere e proprie situazioni del giallo come gli amori veri e non veri; spesso lo stesso Bassani affermava “Quando si invecchia, si diventa più polizieschi”.
Ed è proprio a Bologna che Bassani, che poi diventerà giornalista, editore, sceneggiatore, inizierà anche la sua attività presso i Circoli Culturali locali: dapprima la frequentazione assidua della libreria di Roversi, cenacolo culturale cittadino, poi la redazione di “Botteghe oscure”, in cui lo stesso Bassani riuscì a valorizzare scrittori e poeti come Dylan Thomas e Italo Calvino, Carlo Cassola, considerato, insieme allo stesso Bassani, da alcuni critici in mala fede, la Liala del centro Italia. “In realtà – ha sottolineato Faeti – a parte l’importanza del genere narrativo sentimentale, a volte frivolo di Liala, le personalità di Bassani e Cassola sono veramente importanti nella letteratura italiana del secondo Novecento. Due titoli per tutti: “La ragazza di Bube” di Cassola, “Il giardino dei Finzi-Contini” di Bassani.
Nella poesia su Stevenson, primo testo presentato in conferenza da Faeti, si può subito notare un minimalismo descrittivo che lo rende, da parte della critica, discepolo di un altro grande bolognese, Giorgio Morandi. In realtà, in quella sapienza letteraria estrema, si possono ritrovare le letture profonde che Bassani fece di Proust e Anatole France. Allievo di Calcaterra, Bassani si innamorò del cinema ed entrava e usciva dal film dei suoi racconti a seconda della purezza estetica, stilistica e narrativa. Nell’episodio dei Vinti di Michelangelo Antonioni, un altro importante ferrarese, da lui sceneggiato, il Vinto è un assassino, uno strangolatore, ma in questa storia noir, Bassani da un tocco di poetica di grandissimo livello: viene visto infatti, in una sequenza, un mendicante che suonava il banjo. Le cinque storie ferraresi, dunque, racchiudono i sentimenti umani, le contraddizinoni dell’uomo contemporaneo ed anticipano i due grando romanzi bassaniani: il Giardino e gli Occhiali d’oro, che rientrò proprio nelle storie ferraresi.
Un altro testo analizzato da Faeti è stato “Gli ultimi anni di Clelia Trotti” che fu una maestra ferrarrese: qui Bassani analizza una disperazione totale, di fronte all’inutile traslazione della salma dell’amata maestra in un habitat, uno squallore ambientale che solo la minimalità del quotidiano del maestro ispiratore Giorgio Morandi ha saputo concretizzare su tela. Infatti il professor Faeti a sottolineato come “Una bottiglia qualsiasi, diventa “la” bottiglia se dipinta dal grande Morandi”.
D’altronde Bassani conosceva bene il paesaggio marchigiano, conosceva dunque la pittura rinascimentale italiana fortemente influenzata da questo, e tra l’altro i due studiosi Paolo Montanari e Marta Fossa hanno presentato al pubblico una notizia che dovrà essere ufficializzata da loro stessi e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Urbisaglia, sulla presenza di Bassani all’Abbazia di Fiastra in provincia di Macerata dove, secondo alcuni documenti storici locali, lo scrittore si rifugiò in quanto ebreo per evitare il rastrellamento dei Nazisti.
Una storia, quella di Bassani, come tante altre storie marchigiane di quel periodo, in un la solidarietà e l’umanità, vengono fuori nonostante la disperazione morale e la povertà incombente in quei tragici eventi. Esempi ne sono il Convento del Beato Sante a Mombaroccio in cui venne salvata un’intera famiglia ebraica e l’evitato rastrellamento di giovani abitanti di Pennabilli da parte di un tenente della Vermacht tedesca nei confronti delle S.S.
Ultime due opere analizzate da Faeti sono state “Gli occhiali d’oro” e “L’airone”. Il primo divenne un film diretto da Giuliano Montaldo e definito da Faeti un capolavoro di lirismo minimo con impronte dantesche. La poetica di Bassani diventa ancora più complessa perchè subentra un nuovo elemento: l’omosessualità. L’amore per un ragazzo molto bello porterà il medico interpretato meravigliosamente dal grande attore francese Philippe Noiret al suicidio: qui si apre una nuova comparazione con Morandi, “La caffettiera” del grande pittore diventa come il personaggio di Fadigati de”Gli occhiali d’oro” simbolo di tragedia. Infine il racconto “L’airone”, qui l’aspetto ambientale e paesaggistico delle valli di Comacchio danno vita ad una storia esistenziale di un uomo che perde le motivazioni quotidiane, quella della caccia, e cerca di recuperare quelle che sono gli interrogativi della vita.
I prossimi incontri sul ciclo di GIorgio Bassani si terranno venerdì 16 settembre alle ore 18:30 con la storica della musica Maria Chiara Mazzi che parlerà del “Cinema Risorgimentale e la Musica. Giorgio Bassani e la Musica.” Il 23 settembre alle ore 18:30, Salvatore Ritrovato, docente di Letteratura Contemporanea all’Università di Urbino, tratterà il tema “L’opera letteraria di Giorgio Bassani”. Il 30 settembre alle ore 18:30 la docente di Letteratura e Critica d’Arte Marta Fossa e il giornalista Critico Cinematografico Paolo Montanari, ci introdurranno nel meraviglioso mondo de “Il giardino dei Finzi-Contini” analizzando, da un punto di vista letterario, cinematografico e simbolico-artistico, i personaggi del noto romanzo e di altre opere bassaniane. La serata sarà conclusa con una prestigiosa lettura del prologo dell’opera dall’attore Franco Andruccioli del Teatro Accademia di Pesaro. Ultimo incontro il 7 ottobre con Roberto Danese, docente di Filologia Classica all’Università di Urbino e Critico Cinematografico, che esporrà una disquisizione sui riferimenti cinematografici nell’opera di Bassani.
Ingresso libero a tutte le conferenze con possibilità di utilizzare l’ascensore per i disabili.
Le foto sono di MARTA FOSSA
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