Filosofia coi bambini per una scuola diversa anche nelle Marche
Filosofia coi bambini per una scuola diversa anche nelle Marche
di MARTA FOSSA
PESARO – È possibile declinare la Filosofia per i bambini? Un gruppo di 43 filosofi ed insegnanti di tutta Italia ci stanno provando (e riuscendo) da nove anni, utilizzando un metodo inventato da loro stessi che si chiama “Filosofia coi bambini”.
Del numeroso gruppo fa parte a pieno titolo Carlo Maria Cirino, giovane entusiasta pesarese, il quale ritiene che, quando si tratta di bambini, sia necessario chiedersi cosa sia meglio sacrificare: la risposta che si danno è sempre la stessa, cioè che occorra portare avanti i meno bravi, infatti “non c’è fretta di arrivare da nessuna parte, è importante piuttosto che nessuno, mai, rimanga indietro. Per quanto mi riguarda, se ad un bambino occorre una mattinata intera per tranquillizzarsi, tutta la classe ha il dovere di fermarsi ed aspettare”.
Carlo crede fermamente in una scuola organizzata in modo tale da far sentire la propria vicinanza a ciascuno, mostrando il volto umano e non la parte meccanica, il lato-fabbrica, quello dell’efficienza produttiva e del numero degli iscritti, delle competenze e delle tabelle, della pedagogia slegata dal buon senso e delle emozioni targate pixar.
Una scuola veramente nuova e buona, dunque, in cui questa innovativa figura di “Maestro di Filosofia” guidi i bambini in un iter che prenda avvio dalla parola, attraverso la quale i bambini sono invitati a descrivere gli oggetti per ampliare il vocabolario personale, dunque mettendo in atto un vero e proprio allenamento linguistico che conduca verso un più ricco dialogo finale.
Durante lo scorso anno, questo interessante progetto ha coinvolto 150 classi in 31 scuole di tutta Italia, con bambini da 4 a 10 anni. Alta è stata la concentrazione nelle Marche, da Pesaro a Fano a Montemarciano, da Grottammare a San Benedetto del Tronto, da Loreto a Civitanova Marche, con i piccoli allievi molto attenti e curiosi. Continua Carlo: “I bambini pongono domande ma noi non rispondiamo, anzi rigiriamo la domanda a loro stessi per stimolare altre parole.”
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it