Sanità, troppi marchigiani sono costretti a curarsi nella vicina Romagna
Sanità, troppi marchigiani sono costretti a curarsi nella vicina Romagna
In vista dell’incontro di venerdì – a Pesaro – sull’organizzazione della rete ospedaliera, abbiamo intervistato il presidente di Legambiente, Enzo Frulla
di PAOLO MONTANARI
PESARO – In vista dell’incontro di venerdì sull’organizzazione della rete ospedaliera, sia dal punto di vista sanitario, sia urbanistico, abbiamo intervistato il presidente di Legambiente di Pesaro e Urbino, Enzo Frulla..
Presidente Frulla una nuova iniziativa a difesa della sanità marchigiana da parte di Legambiente?
“Certamente, dopo l’incontro delle forze ambientaliste, per dire no all’ospedale unico a Fosso Sejore, ora ci stiamo mobilitando a dire con forza che è necessario fare della Sanità un modello policentrico. Perché centinaia di pesaresi e migliaia di marchigiani ogni anno vanno in Emilia Romagna a curarsi? La risposta è univoca, perché la Sanità funziona meglio. Per questo motivo abbiamo deciso di tenere un incontro pubblico con i dirigenti e il personale dell’ospedale di Cattolica, per comprendere qual è la loro strategia. In particolare ascolteremo l’esperienza di di Giampiero Galvani, coordinatore infermieristico dell’ospedale di Cattolica e di tutti gli ospedali romagnoli limitrofi. Perché noi spendendo per la sanità la stessa cifra della vicina Romagna, ci troviamo così divisi e in lotta per decidere di fare o meno l’ospedale unico? Basta con queste lottizzazioni politiche, se no è meglio che le cooperative romagnole vengano a gestire le nostre strutture. Noi come lega Ambiente siamo sul piede di guerra, per queste disfunzioni della sanità pesarese. E’ possibile che i nostri medici, preferiscono allontanarsi dai nostri ospedali, da ultimo il congedo del primario di chirurgia prof.Zingaretti dall’ospedale di Pesaro? Quelle poche eccellenze che abbiamo le stiamo perdendo. E’ rimasto il reparto di diabetologia diretto dsl dottor Luigi Maggiulli, facciamo in modo che i 4000 diabetici di Pesaro, non debbano andare a Fano, per una politica di lottizzazione che è solo una politica di potere! Gli stessi medici ospedalieri sono contrari all’ospedale unico, per lo sperpero di denaro pubblico. Rivalutiamo prima la medicina nelle strutture attuali e poi recuperiamo i reparti nuovi di Muraglia, dove Ematologia, dopo anni di affanno, per l’abbandono del prof.Lucarelli, sta diventando di nuovo un punto di riferimento per il bacino del Meditteranneo.”
Ma presidente Frulla, a Pesaro non vi è solo la Sanità, vi è il problema dell’inquinamento, del calo del turismo, dell’annoso problema della spiaggia per i cani. E’ possibile che non si possano risolvere una volta per tutte?
“A fine stagione, i bagnini piangono, gli albergatori minacciano di chiudere le loro strutture per l’anno successivo. Il problema che innanzittutto non si è fatto un serio piano spiaggia a Pesaro. Questo ha provocato con le mareggiate dei mesi scorsi, delle perdite di arenile per alcuni bagnini. Ma non piangano tutti. E’ giusta la proposta dell’Amministrazione comunale di far disporre ad ogni bagnino uno spazio per i cani. Non devono pagare solo i bagnini di Baia Flaminia o a Fosso Sejore. Subito il bagnino di Villa Marina ha alzato gli scudi raccogliendo le firme per vietare la spiaggia del suo arenile ai cani. Ora dovrà tenere ex equo anche lui uno spazio per gli animali a quattro zampe. Per quanto riguarda il calo di 20.000 presenze turistiche a Pesaro quest’estate, dobbiamo in parte dare la colpa alla crisi economica che ancora attanaglia il nostro territorio; ma però gli stessi operatori turistici perché non si fanno un mea culpa, di fronte a tante iniziative dell’Amministrazione comunale, le notti di tutti i colori, che non hanno portato nelle casse degli artigiani e operatori, quei guadagni sperati! Ci si chiede perché ilil centro storico sta morendo e sempre più esercizi commerciali chiudono,nonostante le promesse di ridurre le tasse? Infine ma per noi è primario il problema dell’inquinamento soprattutto fluviale. Da anni stiamo monitorando i fiumi Foglia, Cesano, Tavollo, e ci rendiamo conto se in parte il tasso di inquinamento è calato, ancora mancano parecchi punti, perchè il termometro arrivi a valori accettabili. Gli scarichi irregolari e non controllati sono ancora tanti in un anno! Non vorrei che lo stato o la Regione, visto che le competenze provinciali sono scomparse, tolga il monitoraggio dell’inquinamento fluviale, come è avvenuto per le centraline per calcolare lo smog atmosferico. Tutto è possibile”.