CULTURAMARCHE

La fenomenologia politica mondiale in un saggio del professor Roland Gori

La fenomenologia politica mondiale in un saggio del professor Roland Gori

La fenomenologia politica mondiale in un saggio del professor Roland Gori di TIBERIO CRIVELLARO

NEL SUO ULTIMO SAGGIO “UN MONDE SANS ESPRIT – La fabrique des terrorismes” (Editions LLL), Roland Gori, Professore di psicopatologia clinica all’Université d’Aix Marseille, da tempo esplora attentamente la fenomenologia politica mondiale che con le sue mancanze spinge le masse ad assoggettarsi sempre più ai poteri, complici i media che promuovono incultura e indifferenza da almeno quarant’anni. L’oscurità della crisi politica mostra un fare-non fare che irrimediabilmente evidenzia la sua totale assenza di spirito innovatore. Il concetto base del saggio di Gori è che tale politica inanimata sia tra le cause di quei fenomeni che creano i vari terrorismi in ogni parte del mondo; non solo quelli di matrice islamica. Vanno considerati insieme gli orrori in Sud America fino alle stragi di massa in Siria perpetrate da Russia e alleati più o meno occulti del colonialismo europeo.

I signori della guerra sono in realtà gestiti dai costruttori di armi ormai sparsi un po’ dappertutto: sia dalla potente macchina bellica statunitense, sia da quella europea, apparentemente non coinvolta. Ma chi permette, oltre alla politica, che i produttori di armi continuino indisturbati a fabbricare morte? Per Gori è pure tangibile una responsabilità delle masse prive di pensiero, di astrazioni culturali: una  mancanza di “desiderio”; inermi contro l’arroganza dei poteri più o meno occulti. Masse composte da individui per lo più soddisfatti in quando dipendenti dai consumi che il mercato delle futilità offre. Se ne ricava egoismo e indifferenza verso coloro che soffrono.

Troppi si fanno spingere entro le ben congegnate trappole della politica e dei media che favoreggiano il razzismo quando il “diverso” fugge dagli orrori dei loro paesi sotto massacro. Da religioni contro religioni. Occidente contro Oriente. E le trappole dello sfruttamento dei mercati di sostanze stupefacenti, droghe che inaridiscono il “pensiero”. La cultura è incalzata dalle tecnologie, dalla cyberg-informatica, dai nuovi fascismi emergenti, dai populismi e dalla psichiatria globale che promette rimedi impossibili. Senza dimenticare l’orda di falsi intellettuali che sovverte quelle pratiche che possono combattere tali ignominie: pratiche come quelle  della poesia, l’arte, la musica, la filosofia, la psicanalisi.

Tra le tante riflessioni, Roland Gori avverte che quanto prima occorre uscire da queste insidie se non si vuole incontrare l’autodistruzione dove ricostruire l’etica sarebbe arduo. Ognuno esplori attentamente le ignominie del disastro, e si risponda adeguatamente. Occorre rivoluzionare la quotidianità che la politica impone  attraverso le tecnologie della morte. Ritornare ad abitare un mondo (attualmente, privo di anima) che ritorni a vivere.

ROLAND GORI

UN MONDE SANS ESPRIT

La fabrique des terrorismes

Editions  Les Liens que Libèrent

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