L’INTERVENTOPESARO & provincia

“Anche l’Iran ha il potere di decidere cosa si può esporre a Pesaro”

“Anche l’Iran ha il potere di decidere cosa si può esporre a Pesaro”

PESARO – Da Sinistra Italiana e Partito della Rifondazione Comunista – Pesaro e Urbino riceviamo:

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. L’articolo 21 della Costituzione italiana garantisce a tutti la libertà di pensiero e quello che è successo il 2 giugno all’Adriatic Arena di Pesaro durante la partita di pallavolo Italia Iran è stata una palese violazione di questo diritto costituzionale. Siamo abbastanza certi che la scritta “Let Iranian Women Enter Their Stadiums” impressa sugli striscioni incriminati non “sia contraria al buon costume”.

La giornata era iniziata nel migliore dei modi: quasi 200 magliette con la stessa scritta distribuite all’ingresso del palasport con moltissime spettatrici e moltissimi spettatori di tutte le nazionalità che si sono fermati per chiedere, informarsi e farsi fotografare insieme alle attiviste e agli attivisti presenti. Poi siamo entrati per assistere alla partita ed esporre i nostri striscioni.

Eravamo presenti con Darya Safai, con Taher Djafarizad e con le altre ragazze delle associazioni “Neda Day” e “Let iranian women enter their stadiums” quando l’organizzazione dell’evento (FIVB) ci ha chiesto di spostare (attenzione, non rimuovere, ma spostare) gli striscioni che erano a favore di telecamere. Al giusto rifiuto di Darya di spostarsi in un’altra zona del palazzetto sono intervenute le forze dell’ordine per allontanarla di peso, come possibile vedere nei vari filmati che girano in rete.

La delegazione iraniana ha minacciato di interrompere la partita se questi striscioni fossero stati ancora filmati. Ora sappiamo che l’Iran ha il potere di decidere cosa si può esporre, cosa no e dove in un pubblico spettacolo italiano, tutto questo il 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica. Ma d’altronde The Show Must Go On, in barba ai diritti e alla libertà di ognuno di noi.

Prima di uscire pubblicamente per dire la nostra ci siamo presi qualche giorno per riflettere e capire bene quello che è successo. E le tardive dichiarazioni di questi giorni della politica locale ci hanno di fatto convinto che non potevamo non dire la nostra. L’associazione Neda Day, prima di contattare Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista per avere un supporto logistico, non essendo presente nella nostra provincia, ha provato a sentire altre sezioni  locali di partiti di  maggioranza, ricevendo solo una promessa di venire richiamati. Cosa che puntualmente non è mai avvenuta. Troppo tardi schierarsi ora con documenti in Consiglio Comunale e inviti.

Condanniamo fermamente quello che è accaduto, le limitazioni delle libertà costituzionali e personali non possono essere tollerate in Italia, un paese che dovrebbe essere civile e libero. Speriamo solo che quello che è successo a noi e alle altre attiviste e attivisti serva per far capire a tutti noi che i diritti civili non possono e non devono essere dati per scontati e assodati, ma ogni giorno dobbiamo difendere le conquiste che siamo riusciti a ottenere con anni di lotte”.

 

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