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Cresce l’impegno affinché nel prossimo governo venga creato il Ministero della pace

Cresce l’impegno affinché nel prossimo governo venga creato il Ministero della pace

ANCONA – Diverse organizzazioni hanno promosso una campagna di pressione sui partiti affinché nel prossimo governo venga creato il Ministero della pace.

Al fine di sostenere questa proposta che aprirebbe un nuovo scenario nella politica estera e della difesa italiana, teso alla riduzione delle spese militari, alla formazione di un corpo civile di pace in grado di promuovere la prevenzione dei conflitti e la costruzione di rapporti di giustizia e di collaborazione fra i popoli, è stata anche avviata una raccolta di firme di adesione da parte dei candidati alle prossime elezioni politiche.

Prima del 4 marzo i promotori renderanno pubblici i nomi di coloro che hanno firmato l’impegno a sostenere il Ministero della pace.

I referenti locali dell’iniziativa nazionale sono Matteo Santini (Papa Giovanni XXIII), Laura Meletti (Presidente diocesana di Azione Cattolica), Luciano Benini (MIR – Movimento Internazionale della Riconciliazione e Movimento Nonviolento).

Nel nostro Paese vi sono diversi organi (consulte, comitati, osservatori) che in modi differenti si occupano di attività connesse alla promozione della pace e alla prevenzione della violenza. Manca ‘una cabina di regia istituzionale’ per dar vita a un nuovo sistema nazionale per la promozione della pace.

Il Ministero per la Pace potrebbe, in collaborazione con altri ministeri e gli altri organi istituiti presso amministrazioni statali, individuare azioni coordinate nazionali e finalmente dare il nome ad una politica strutturale per la pace.

Il nuovo Ministro, agendo in maniera trasversale ed in collaborazione con gli altri ministeri, avrebbe competenza su:

  1. Promozione di politiche di Pace per la costruzione e la diffusione di una cultura della pace attraverso l’educazione e la ricerca, la promozione dei diritti umani, lo sviluppo e la solidarietà nazionale ed internazionale, il dialogo interculturale, l’integrazione.
  2. Disarmo, con il monitoraggio dell’attuazione degli accordi internazionali e promuovendo studi e ricerche per la graduale razionalizzazione e riduzione delle spese per armamenti e la progressiva riconversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa.
  3. Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta, con particolare riguardo ai Corpi Civili di Pace al Servizio Civile quali strumenti di intervento nonviolento della società civile, nelle situazioni di conflitto e in contesti di violenza strutturale e culturale.
  4. Prevenzione e riduzione della violenza sociale e promozione di linguaggi e comportamenti liberi dall’odio
  5. Qualificazione delle politiche di istruzione rispetto all’educazione alla nonviolenza, trasformazione positiva dei conflitti, tutela dei diritti umani e mantenimento della pace.
  6. Mediazione sociale, riconciliazione e giustizia riparativa, promuovendo misure concrete di “riparazione” alla società del danno commesso dal reo.

In relazione a queste aeree il ministero per la pace dovrebbe provvedere a:

  • L’Istituzione di un nuovo Sistema Nazionale per la promozione della Pace e per la Coesione Sociale dei cittadini, in collaborazione con altri ministeri, dipartimenti, comitati interministeriali e con gli altri organi collegiali istituiti presso amministrazioni statali, le cui determinazioni incidono sulla costruzione e promozione della “pace positiva” ai fini dell’individuazione di azioni coordinate.
  • L’adozione di un Piano Nazionale per la Prevenzione della violenza e la promozione della pace sociale
  • La costituzione di commissioni di studio e consulenza e gruppi di lavoro nelle materie oggetto delle aree di delega
  • Provvedere nelle predette aree di funzioni ad intese e concerti di competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri necessari per le iniziative, anche normative, di altre amministrazioni.
  • Promuovere la comunicazione istituzionale in materia di politiche per la pace
  • Curare il coordinamento tra le amministrazioni competenti per l’attuazione dei progetti nazionali e locali, nonché tra gli organismi nazionali operanti nelle materie oggetto della delega.
  • Partecipare ai lavori del Consiglio d’Europa e dei suoi organismi, nelle materie oggetto della delega di funzioni

La sfida per una nuova politica è di affiancare ai consueti strumenti di gestione “ordinaria” un’azione radicale di cambiamento al sistema di vita delle nostre società, che faccia della Pace uno specifico campo di azione dell’attività politica e di Governo. Solo costruendo giorno dopo giorno la Pace si genera un tessuto sociale positivo, che superi le forze disgreganti, i populismi e le crisi, in grado di reagire alle spinte violente che scaturiscono dai conflitti sociali ed economici e dalle tensioni delle periferie dell’emarginazione.

Il Ministero della pace è una risposta innovativa al bisogno di sicurezza e benessere.

 

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