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A Pesaro ci sono sempre meno sacerdoti, l’arcivescovo Piero Coccia si appresta a celebrare la Pasqua con qualche preoccupazione

A Pesaro ci sono sempre meno sacerdoti, l’arcivescovo Piero Coccia si appresta a celebrare la Pasqua con qualche preoccupazione

di PAOLO MONTANARI

PESARO – Sono 48 complessivamente i preti della arcidiocesi di Pesaro e questo problema è molto sentito dall’arcivescovo metropolita dell’arcidiocesi pesarese, mons Piero Coccia, che è anche presidente della Cei marchigiana. In questi giorni l’arcivescovo è molto impegnato per le celebrazioni liturgiche pasquali e domenica oltre al pontificale che terrà in cattedrale avrà un momento molto significativo con la celebrazione della santa messa nel carcere di Villa Fastiggi.

Ecco quanto ci ha dichiarato monsignor Coccia sulla crisi sacerdotale che colpisce pesantemente la chiesa locale pesarese.

“Sono quarantotto complessivamente i sacerdoti della nostra arcidiocesi. Il numero più basso delle Marche se rapportato al numero di abitanti. Di loro, quindici sono impossibilitati a svolgere il ministero pastorale per motivi di età e di salute. Dei trentatrè restanti , non pochi hanno superato la soglia dei 75 anni pur impegnandosi ancora con generosità e sacrificio. Nessuna nuova ordinazione in prospettiva, poichè nessun giovane della nostra città o dei dintorni sta attualmente frequentando il seminario regionale di Ancona. Nonostante l’aiuto provvidenziale di alcuni religiosi e di nove sacerdoti stranieri, non si riescono a coprire tutte le necessità : a Villa Betti e a Montegaudio si celebra una sola volta al mese l’eucerestia, sostituita settimanalmente  dalla liturgia della Parola guidata da un diacono. Siamo a un punto di svolta storico per la città di Pesaro. Dobbiamo prenderne atto e coscienza e domandarci che cosa il Signore stia chiedendo alla nostra comunità in una situazione così critica”. Il tema delle vocazioni sacerdotali è stato insieme alle caritas parrocchiali, che stanno sviluppandosi nonostante le mille difficoltà, i due aspetti più vicini alla sensibilità pastorale del presidente della Cei marchigiana. E così prosegue: “Quello che ci è chiesto, non è soltanto una soluzione, pur necessaria, di tipo strutturale: costituire nuove Unità Pastorali rispetto alle quattordici tuttora esistenti. Ci è chiesto prima di tutto una conversione delle nostre persone e delle nostre comunità. Dobbiamo essere educati ad accettare i cambiamenti e superare le chiusure individualistiche, a lavorare insieme,sacerdoti e laici, a facilitare l’inserimento nelle nostre parrocchie dei preti stranieri, i quali provenendo da luoghi e tradizioni diverse, fanno una certa fatica ad ambientarsi in un contesto completamente nuovo”.

E in questi giorni delle festività di Pasqua, si sentono sempre di più i contrasti sociali, con quel mondo sommerso che è rappresentato dalla povertà. Il centro d’ascolto della Caritas è stato invaso di richieste di ogni genere. pagamento delle  bollette per luce, gas, acqua, affitti e sempre più la povertà colpisce le famiglie pesaresi. la mensa dei poveri è rimasta sempre aperta e sarà aperta anche il giorno di Pasqua, forse il più critico con il Natale per tanti poveri e senza fissa dimora che si trovano a Pesaro. sarà chiusa invece la mensa per Pasquetta, ma subito saranno pronti i frati minori a sopperire a questa mancanza fornendo pasti caldi come fanno ogni domenica dell’anno.

Recentemente alcuni esponenti della Caritas diocesana di Pesaro hanno partecipato ad un incontro nazionale a Sotto il Monte Giovanni XXIII sul tema Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”, indirizzato ai volontari in Servizio civile. Ragazzi che hanno portato la testimonianza anche di territori difficili come la Grecia e l’Ecuador, che riprendendo le frasi del Papa Buono e della sua enciclica Pacem in terris, sono stati testimoni della fede . Un augurio per questa Pasqua 2018.

 

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