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Fisco, lavoro, crescita economica: l’appello dei professionisti marchigiani al futuro Governo

Fisco, lavoro, crescita economica: l’appello dei professionisti marchigiani al futuro Governo

Il presidente Gianni Giacobelli: “Ci rivolgiamo ai parlamentari marchigiani eletti affinché contribuiscano, con politiche efficaci e concrete, ad assecondare l’attuale fase di ripresa economica e facilitare la crescita del lavoro autonomo e subordinato”. “La prossima legislatura adotti misure più incisive: la politica locale può fornire prassi virtuose, come il recente bando della Regione Marche con incentivi alla creazione di nuove imprese e di studi professionali

Fisco, lavoro, crescita economica: l'appello dei professionisti marchigiani al futuro GovernoANCONA –  Fisco, semplificazioni, lavoro e occupazione, tutela del territorio e salute del cittadino, crescita economica, equità normativa e fiscale tra i diversi settori produttivi. Questi i temi che anche Confprofessioni Marche, insieme alle altre delegazioni regionali e su indirizzo della Confederazione nazionale, ha sottoposto ai candidati alle elezioni, per far conoscere il proprio programma di idee e di proposte, e fissare l’agenda politica della prossima legislatura.

Ancor di più in una fase delicata, quella di definizione del nuovo esecutivo nel nostro Paese, i liberi professionisti lanciano un appello chiaro e perentorio, affinché le future misure abbiano effetti più tangibili anche nel medio e lungo periodo: “Le nostre richieste non vanno a beneficio dei soli professionisti – sottolinea i presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli – ma a vantaggio dell’intera economia del Paese. Proprio per questo Confprofessioni si rivolge ai parlamentari marchigiani eletti affinché contribuiscano, con politiche efficaci e concrete, ad assecondare l’attuale fase di ripresa economica e facilitare la crescita del lavoro autonomo e subordinato”.

Serve una politica nazionale che tenga conto delle peculiarità dei territori e che sia in grado di ampliare l’efficacia delle prassi regionali virtuose, come ad esempio, il recente bando della Regione Marche del 13 febbraio 2018 che concede incentivi, pari a 6 milioni di euro (di cui 2 milioni per il 2018 e 4 milioni per il 2019), per il sostegno alla creazione di nuove imprese e di studi professionali, singoli e/o associati e dei liberi professionisti, aventi sede legale e/o sede operativa nelle Marche, con contributi concessi per un importo fino a 30.000 euro (l’avviso è aperto fino al 12 aprile 2018, la domanda va presentata per via telematica dal soggetto richiedente utilizzando il formulario presente nel sistema informatico Siform2, all’indirizzo siform2@regione.marche.it. Per info dettagliate su soggetti ammessi e beneficiarihttp://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Lavoro-e-Formazione-Professionale/Bandi-di-finanziamento/id_9081/644).

Concluso il tour elettorale di Confprofessioni, la nostra “Agenda dei liberi professionisti per la XVIII legislatura” diventa, insomma, una base di dialogo per aprire un confronto anche con i parlamentari della nostra regione. La prima proposta mira ad un fisco più equo al servizio degli investimenti che significa: riduzione dell’imposizione fiscale e semplificazione degli adempimenti attraverso l’unificazione delle scadenze e la razionalizzazione delle comunicazioni; aggiornamento dello statuto del contribuente e sua elevazione a rango costituzionale per impedire la sua sistematica lesione nella legislazione ordinaria; blocco degli aumenti automatici dell’IVA previsti per i prossimi anni, attraverso provvedimenti orientati al lungo periodo, da rendere operativi già dalla legge di Bilancio per il 2019, per sostenere commercio e servizi.

Il secondo aspetto attiene al ruolo della pubblica amministrazione, per semplificare l’attività di impresa: revisione e utilizzo efficace della spesa pubblica; via libera ai recenti aumenti salariali nel comparto della P.A., a condizione che le politiche di incentivazione si accompagnino a percorsi di qualificazione e responsabilizzazione dei funzionari e allo snellimento degli oneri burocratici; semplificazione normativa con tecniche legislative moderne; accorpamento della normativa in testi unici di settore; chiarificazione delle clausole abrogatrici; razionalizzazione e velocizzazione dell’amministrazione della giustizia, con particolare riguardo ai crediti commerciali; implementazione dei metodi di risoluzione delle controversie in sedi diverse da quella giurisdizionale e su base volontaria e fiscalmente incentivata; introduzione di una procedura unica per l’avvio di nuove attività imprenditoriali e per la realizzazione di nuovi investimenti, con un unico organo amministrativo a espletare tutte le verifiche e le valutazioni ai fini del rilascio delle autorizzazioni.

Inoltre, occorre dare sostegno all’economia reale, proteggendo il paesaggio e l’ambiente, mediante: l’impiego di risorse pubbliche per la rigenerazione “smart” degli edifici esistenti; la messa a norma sismica ed efficientamento energetico delle strutture pubbliche (scuole, ospedali…), del patrimonio immobiliare privato e del territorio contro i rischi connessi al dissesto idrogeologico; l’obbligatorietà del fascicolo del fabbricato; la tutela della straordinaria ricchezza del patrimonio architettonico ed urbanistico del nostro Paese. In tal senso, bisogna rendere strutturali le politiche ambientali di incentivazione sperimentate nelle ultime leggi finanziarie, con particolare attenzione, in una prospettiva di medio e lungo periodo, alla lotta all’inquinamento e all’utilizzo delle risorse rinnovabili, come l’acqua, l’aria e il suolo.

Tema centrale è l’occupazione, con il taglio netto del costo del lavoro, abbattendo il cuneo fiscale; l’ampliamento della platea dei beneficiari delle agevolazioni vigenti, previste principalmente per giovani e over 50, e l’estensione degli incentivi alle fasce più produttive e formate della popolazione; il rilancio della produttività confermando lo sgravio della parte di salario legata a incrementi di produttività ed efficienza, con attenzione particolare alle voci premiali della retribuzione; l’agevolazione all’accesso a tale misura anche alle Pmi, inclusi i professionisti. Più nel dettaglio, è necessario sostenere l’imprenditorialità giovanile e le start up di nuove imprese: in questo ambito, il progetto di Confprofessioni “Giovani per i giovani” è finalizzato all’azzeramento del costo del lavoro (defiscalizzazione e decontribuzione totali) per i giovani imprenditori e professionisti che assumono giovani lavoratori.

Un settore prioritario è quello della salute come valore essenziale da salvaguardare, a partire dall’istruzioneattraverso un’efficace azione di orientamento nella scuola media superiore e un intervento sul numero programmato degli accessi alle Facoltà, favorendo maggiori sinergie tra associazioni di categoria sanitarie, università, ordini professionali e ministero dell’Università e della Ricerca. La spesa sanitaria dovrebbe attenersi al criterio di sostenibilità, mediante un’efficace, e non discriminatoria, spending review. E’ necessario razionalizzare il ruolo delle autonomie locali nel contesto della revisione del Titolo V della Costituzione, così come riaprire i concorsi pubblici per personale medico e paramedico, ridurre le liste d’attesa, abolire i ticket, valorizzare il welfare aziendale e contrattuale come supporto economico integrativo delle spese sanitarie nel contesto familiare, incrementare la deducibilità fiscale delle spese sanitarie.

Infine, un argomento essenziale: la crescita ed equità per il lavoro libero-professionale, con l’applicazione dei principi europei sulle misure di premialità e incentivazione (per porre fine alle discriminazioni illegittime tra imprese e professionisti), e l’interpretazione della legge in senso inclusivo della platea beneficiaria, senza interpretazioni restrittive. Occorre definire e realizzare misure di sostegno la crescita e lo sviluppo degli studi professionali, per renderli competitivi in un mercato internazionale, favorendo i processi aggregativi dei professionisti, rivedendo la disciplina, anche fiscale, sulle Società tra professionisti e sulle reti professionali, escludendo dall’Irap le aggregazioni professionali, adattando le normative alle specificità e alle dimensioni degli studi professionali. Devono essere evitati gli elevati costi di attuazione e le difficoltà gestionali per i professionisti (ad esempio, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, privacy, antiriciclaggio…).

I servizi di welfare per i professionisti vanno poi sviluppati attraverso gli strumenti della bilateralità contrattuale: il welfare dei lavoratori autonomi, in particolare, è un orizzonte da sostenere fiscalmente. Sanità, formazione, sostegno al reddito possono essere messi a disposizione anche dei liberi professionisti, datori di lavoro e lavoratori singoli, e delle loro famiglie, in una logica di solidarietà e mutualità. E’ fondamentale, inoltre, abolire la doppia tassazione sulle casse di previdenza dei liberi professionisti: tali enti, infatti, non operano nell’economia a scopi speculativi, ma per proteggere e salvaguardare le pensioni degli iscritti, ed è per questo che gli investimenti delle casse professionali devono essere detassati. Va attuata la delega contenuta nell’art. 5 della legge 81/2017 (Jobs act del lavoro autonomo): rimessione di atti pubblici alle professioni ordinistiche, per favorire lo snellimento di procedure e attività amministrative attraverso la funzione sussidiaria delle professioni. Da ultima, ma non meno importante, l’abolizione della recente riforma in materia di split-payment dell’Iva, che ha esteso il meccanismo anche ai pagamenti effettuati dalla P.A. ai professionisti.

 

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