La salute è un diritto, la via alla privatizzazione di Ceriscioli va subito bloccata
La salute è un diritto, la via alla privatizzazione di Ceriscioli va subito bloccata
Il movimento politico Possibile Marche scende in campo in difesa della sanità pubblica: “Se la Regione non blocca l’iter di approvazione della Legge 145 raccoglieremo le firme per un referendum abrogativo”
ANCONA – “Se la Regione Marche non blocca l’iter di approvazione della Legge 145 raccoglieremo le firme per un referendum abrogativo”. Inizia così l’appello che il movimento politico Possibile Marche lancia alla comunità marchigiana il giorno della manifestazione in Regione indetta dal Forum per la sanità pubblica, a cui hanno aderito comitati, associazioni e forze politiche eterogenee.
“La salute è un diritto e non una merce. La via alla privatizzazione messa in atto dal Governatore Ceriscioli merita di essere stoppata da una mobilitazione di massa”.
“Chiariamo come stanno le cose”, continua Possibile. “La proposta di Legge 145, non solo si ispira all’articolo 9 bis del Decreto Legge 502/1992 firmato dall’allora Ministro De Lorenzo, ma è addirittura peggiorativa. La peggiore di tutti.
Se infatti nel 1992 la riforma di De Lorenzo apriva la strada alla privatizzazione della sanità, oggi, dopo 26 anni, questa Legge la porta a destinazione. Ossia il privato entra nel pubblico, usa le sue strutture e tutti i suoi beni, sta lì sei anni con possibilità di proroga, non è soggetto a nessuna verifica normata in maniera seria. E così si raggiunge il fine di legittimare, come recita la Legge, diverse modalità di trasformazione della sperimentazione gestionale in gestione ordinaria”.
Una volta bloccata la Legge, spiega Possibile, apriremo una discussione seria e condivisa, con gli operatori, gli amministratori e i cittadini tutti, perché convinti che un’altra idea di politica sanitaria, non solo è possibile ma anche auspicabile.
Nel rispetto della Costituzione del nostro Paese, il compito della politica è tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantire cure gratuite agli indigenti.
Non è vero che non ci sono risorse per occuparsi di tutti e non di pochi. A parità di risorse, basta cambiare la prospettiva e rimettere in equilibrio la domanda con l’offerta. Ovvero i bisogni sociali di salute con le risorse disponibili. La Salute non è semplicemente l’assenza di malattia, ma è lo stato di benessere psichico, fisico e sociale di una persona. Una buona politica sanitaria è perciò possibile solo se sinergica con tutte le politiche di uno Stato Sociale, capaci di garantire a ciascun individuo il mantenimento dei suoi diritti fondamentali (lavoro, salario, casa, istruzione, acqua e territori salubri, corretta alimentazione, infrastrutture adeguate).
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