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Nuovi sentieri per lo sviluppo dell’Appennino marchigiano ferito dal terremoto

Nuovi sentieri per lo sviluppo dell’Appennino marchigiano ferito dal terremoto

Presentata la ricerca delle quattro Università marchigiane, promossa dal Consiglio regionale. In sei mesi un atlante dettagliato del cratere, l’ascolto di 85 sindaci e 11 proposte per la ripresa delle aree interne. Mastrovincenzo: “Individua le linee strategiche per il patto di sviluppo. Un’esperienza di cui essere orgogliosi che mettiamo a servizio della comunità”. Appuntamento il 7 aprile a Camerino per un seminario sui risultati raggiunti

ANCONA – Partito a settembre dello scorso anno, il progetto di ricerca “Nuovi sentieri di sviluppo dell’Appennino marchigiano” è giunto a conclusione e questa mattina a Palazzo delle Marche sono stati presentati i risultati dal Presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, con il vicepresidente Renato Claudio Minardi, il consigliere segretario Boris Rapa e il coordinatore scientifico del progetto, il professore Massimo Sargolini dell’Università di Camerino. «Questa ricerca  – sottolinea Mastrovincenzo – indica le direttrici strategiche per il rilancio dell’area, rappresenta la base per la stipula del patto di sviluppo al quale sta lavorando la Giunta regionale con le parti sociali».

«E’ un progetto voluto da tutto l’Ufficio di presidenza  – prosegue –  che trasmette segnali positivi, perché si è concluso nel rispetto rigoroso dei tempi e ha dato fiducia a giovani studiosi. Per sei mesi cinquanta docenti, ricercatori e neolaureati hanno lavorato assiduamente, adottando un metodo nuovo, per la prima volta hanno collaborato insieme tutte e quattro le Università marchigiane. E’ un’esperienza di cui essere orgogliosi che mettiamo a servizio della comunità».

E conclude annunciando la prosecuzione della ricerca «per affinare quanto elaborato finora e monitorarlo». Concorde sull’importanza strategica del progetto il vicepresidente Minardi: «Era necessario capire velocemente quali prospettive dare a questi territori e in tempi brevissimi, coinvolgendo sindaci e amministratori locali,  è stato fatto un studio che indica le linee strategiche per capire il domani, per dare quella speranza di cui ha bisogno la popolazione». Per Boris Rapa gli aspetti più importanti del progetto sono «la condivisione dei risultati con i cittadini» e la definizione di linee di sviluppo innovative per la ricostruzione del tessuto economico e sociale. Nel dettaglio del  lavoro svolto è entrato il professore Massimo Sargolini che ha parlato di un progetto capace di mettere insieme «saperi e linguaggi diversi». Dopo una prima fase di mappatura del contesto, si è passati all’ascolto del territorio, intervistando i primi cittadini.

«Ci aspettavamo un “lamentatoio” – ammette il docente – mentre è arrivata piena disponibilità a collaborare. I sindaci hanno messo a disposizione le loro idee di futuro, suggestioni, orientamenti, tutte indicazioni utili». Nel presentare i 10 sentieri, il coordinatore scientifico parla di borghi smart, nuove forme di raggiungibilità di luoghi celati, nuove modalità di produzione di beni di qualità e di energia, non perdendo mai di vista l’apertura all’esterno e il contrasto all’isolamento. Si sofferma sulla gestione intelligente del sistema museale, «puntando soprattutto sulla tutela di quei beni che hanno importanza identitaria, legati virtuosamente all’ambiente e alle attività produttive». Infine spiega l’undicesimo sentiero, “Open data e monitoraggio del processo di ricostruzione”, che mira a superare la difficoltà ad avere a disposizione dati: «Studiosi di tutta Europa e del mondo  ci chiedono come rendere le comunità resilienti rispetto ai disastri naturali, ci piacerebbe che almeno nelle aree dell’Appennino marchigiano ci sia un sistema aggiornato e aperto a tutti per accedere ai dati necessari per la ricostruzione».

LA RICERCA

Il progetto ha coinvolto i quattro Atenei marchigiani, in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e in raccordo con il Comitato nazionale per la strategia delle Aree interne. Docenti e ricercatori, circa 40,  insieme a 11 borsisti neo laureati e post doc, per 6 mesi  hanno studiato l’area maggiormente colpita dal sisma, concentrandosi su cinque temi: attività produttive ed economia del cratere, pianificazione e programmazione per la valorizzazione delle risorse naturali e culturali, beni culturali, turismo, ascolto delle comunità. La prima fase, conclusa a novembre, ha prodotto una fotografia delle condizioni territoriali, sociali ed economiche prima e dopo gli eventi sismici, riportata in un atlante – 65 pagine di mappe ragionate – con dati demografici, agricoli, zootecnici, cifre dettagliate sul patrimonio artistico e museale, sulle imprese e sulle comunità. Il passo successivo è stato la raccolta delle informazioni in loco, attraverso l’ascolto delle persone, in particolare dei sindaci degli 87 comuni del cratere, intervistati uno ad uno (al momento 85 su 87, gli ultimi due saranno raggiunti nei prossimi giorni), per conoscere le richieste, le aspettative e  i timori degli abitanti. Infine, a febbraio, una sintesi interpretativa delle notizie raccolte, potenzialità e criticità, e l’individuazione dei sentieri di sviluppo. Sono 11 i progetti proposti per la rinascita dell’Appennino:

  1. “QUI SI VIVE MEGLIO”. Per una rinnovata attrattività dei borghi appenninici
  2. BORGHI IN RETE. Connettività e mobilità sostenibile nelle aree dell’Appennino marchigiano
  3. MUSEI PER IL TERRITORIO I. Sistema museale e dei beni culturali sparsi: organizzazione e gestione.
  4. MUSEI PER IL TERRITORIO II. Sistema museale e dei beni culturali sparsi: sostegno alle attività di funzionamento.
  5. INNOVARE PER CONSERVARE. Progetti di ricostruzione pilota di beni architettonici nel relativo contesto produttivo e paesaggistico.
  6. CREATIVITA’ E MADE IN ITALY. Verso uno sviluppo economico a matrice culturale.
  7. IL CAPITALE VERDE DELL’APPENNINO. Energia e risorse rinnovabili. Filiera bosco legno.
  8. IL PATRIMONIO VEGETALE. Verso una valorizzazione dei prodotti vegetali per aziende, più redditizie, integrate, eco-sostenibili.
  9. DAI PASCOLI ALLA TAVOLA. La redditività della filiera zootecnica locale, tra differenziazione e diversificazione.
  10. RICOSTRUIRE MEGLIO. Percorsi di ricerca e formazione per l’innovazione e lo sviluppo.
  11. OPEN DATA E MONITORAGGIO DEL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE

I dati della ricerca saranno diffusi nel dettaglio sabato 7 aprile a Camerino, nella sala convegni del Rettorato di Unicam a partire dalle ore 9,30. Interverranno il rettore Claudio Pettinari, il sindaco Gianluca Pasqui, il presidente Mastrovincenzo e i due vicepresidenti Minardi e Celani, Sargolini, il soprintendente Mibact Carlo Birrozzi e il presidente dell’Istao Pietro Marcolini. Conclusioni del presidente della Giunta regionale Luca Ceriscioli.  (l.v.)

 

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