Coronavirus e Progetto 100, la Cgil Marche: “Siamo sicuri che sia questa la strada giusta per fronteggiare l’emergenza?”
Coronavirus e Progetto 100, la Cgil Marche: “Siamo sicuri che sia questa la strada giusta per fronteggiare l’emergenza?”
ANCONA – La drammaticità del momento che stiamo attraversando richiede il pieno coinvolgimento di tutti coloro che possono contribuire proficuamente ad affrontare gli enormi problemi che il Paese e anche la nostra regione hanno di fronte per contrastare la diffusione del virus e soprattutto dare la necessaria assistenza sanitaria.
Questo non è certamente il momento delle polemiche e quando questa brutta storia sarà finita ci sarà certamente l’occasione per esprimere una più attenta valutazione sulla scelta della Regione di affidarsi alla consulenza di Guido Bertolaso per la realizzazione della struttura temporanea per 100 posti letto di terapia intensiva, e soprattutto di individuare nel Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, il soggetto che su indicazione di Bertolaso stesso dovrà realizzare l’opera e al quale la Regione invita a effettuare le donazioni.
“Se questo non è il momento delle polemiche non significa che non sia legittimo e necessario porci delle domande la prima delle quali è se siamo sicuri che, di fronte all’emergenza da fronteggiare, sia questa la strada più giusta da seguire” – dichiara Daniela Barbaresi, Segretaria Generale della CGIL Marche.
“Inoltre, sulla base di quali valutazioni si è esclusa la possibilità di utilizzare la rete ospedaliera marchigiana, che ha ancora tante strutture con molti posti letto liberi a disposizione?
“Sono state valutate soluzioni alternative anche in termini di strutture mobili? Ad esempio a Bergamo, Crema, Cremona e Piacenza l’emergenza è stata affrontata ricorrendo anche all’Esercito che ha allestito in poco tempo ospedali da campo e presidi sanitari in cui sono stati accogliere centinaia di pazienti.
“Quali sono i fabbisogni di personale per la gestione di questa struttura? Da chi verrà reclutato? Con quali criteri e modalità? Sappiamo che già oggi alcune strutture allestite dalla Regione non vengono aperte proprio per la mancanza di personale.
“Cosa succederà se non si dovessero raccogliere in tempo le risorse necessarie e soprattutto, cosa resterà al sistema pubblico marchigiano di questo importante investimento, una volta che l’emergenza, speriamo presto, sarà finita? Verrà semplicemente smantellato e non resterà niente?
“E’ opportuno che la Regione promuova una sottoscrizione destinata direttamente a un soggetto privato (di diritto melitense), semplicemente su indicazione del consulente della Regione e senza nessun’altra valutazione di alcun tipo?
“Quale trasparenza viene garantita nella raccolta e soprattutto nell’utilizzo verrà garantita?
“Sono solo alcune delle tante domande ma in un momento di straordinaria emergenza non si possono fare polemiche. Però – si legge sempre nel documento diffuso dalla segreteria regionale della Cgil Marche – c’è da chiedersi se stiamo assistendo forse alla resa incondizionata del sistema pubblico”.
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