Il Coronavirus ferma nelle Marche il turismo, in difficoltà anche i locali della movida
Il Coronavirus ferma nelle Marche il turismo, in difficoltà anche i locali della movida
Sono a rischio 2.500 aziende e 90.000 lavoratori. La denuncia di Riva Destra e Fratelli d’Italia
ANCONA – L’industria del divertimento, specie quello notturno, complice l’emergenza Coronavirus, rischia di spegnersi. Molti locali all’aperto, tra cui le discoteche, probabilmente resteranno ancora chiuse per alcuni mesi.
2500 aziende, di piccole e medie dimensioni sono destinate a scomparire, aumentando di almeno 90 mila unità il numero dei disoccupati italiani.
Questo è il quadro della situazione, rappresentato in un comunicato congiunto da Fabio Sabbatani Schiuma, responsabile nazionale del dipartimento per i rapporti con l’associazionismo di Fratelli d’Italia, Angelo Bertoglio vice segretario nazionale di Riva Destra e da Sandra Amato e Antonio Matano, rispettivamente coordinatrice e vice coordinatore regionale Riva Destra Marche.
“Il mondo della notte si spegne e un comparto che vale oltre 4 miliardi di euro, con 2500 aziende e 90 mila lavoratori, sta suonando la “campana a morto” del lockdown”. È stato questo il grido di allarme di Maurizio Pasca, presidente nazionale del SILB, il sindacato che riunisce i locali da ballo italiani. Loro sono stati infatti i primi a chiudere, già da febbraio, dimostrando grande senso di responsabilità, ma le previsioni per la riapertura parlano addirittura del prossimo anno. E ciò significherebbe veder fallite, secondo le stime, almeno il 70% delle attività. Nessun intervento finora è stato almeno ipotizzato dal governo, a salvaguardia dei lavoratori del settore e del loro imponente indotto: dai camerieri ai barman, passando per i cosiddetti ‘buttafuori’, peraltro mai definitivamente inquadrati in termini contrattuali e legislativi, ma anche dj, p.r., fino alle forniture e ai servizi. Eppure non sono insensate le richieste di un comparto che sostiene notevolmente anche l’industria turistica tutta: da una pace fiscale fino alla sospensione dei termini di pagamento delle utenze, passando per contributi a fondo perduto. L’occasione può però essere utile non solo per salvare una categoria di lavoratori, ma anche per ripensare a una movida più sicura, un progetto alternativo di divertimento con idee innovative. Nessuno pensa poi che i giovani non staranno a casa per un anno e saranno altrimenti comunque preda dell’abusivismo commerciale di feste clandestine, compresi i fatidici rave party, ove regnano la mancanza di controllo e di sicurezza e il proliferare della droga da sballo”.
Secondo Fabio Sabbatani Schiuma, “Non è un caso che dopo la campagna “Movida sicura-Basta botte, amiamo la notte”, che lanciai in modo politicamente trasversale, grazie anche allo spot di Rosario Fiorello, da anni mi batto per istituire, almeno a Roma, un assessorato alle politiche della vita notturna. Un’istituzione che già esiste in città come Parigi e Madrid, che serve anche per tutelare un mondo lavorativo, rendere compatibile il diritto al divertimento, coniugandolo con quello sacrosanto alla quiete notturna, mediante, ad esempio, il Piano regolatore del divertimento, per poi allineare la capitale con le altre metropoli europee, rilanciando anche i teatri off e i locali multimediali. Domani con la fase 2, e non nel 2021, andrà tutelata la salute di utenti e lavoratori: l’occasione può appunto essere quella di ripensare a un più sano divertimento, senza che esso sia costituito solo da riproduzione musicale e somministrazione di alcoolici. Questo può esser fatto coinvolgendo in primis una categoria, che però oggi rischia l’azzeramento”.
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it