In una Cattedrale deserta l’arcivescovo di Ancona Angelo Spina ha celebrato la messa per una Pasqua di resurrezione
In una Cattedrale deserta l’arcivescovo di Ancona Angelo Spina ha celebrato la messa per una Pasqua di resurrezione
di MASSIMO CORTESE
ANCONA – In questo Tempo di sofferenza, nel quale la vita di ciascuno di noi è stata stravolta dall’irrompere improvviso dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, fa sempre un certo effetto partecipare alla Santa Messa Pasquale, celebrata dall’Arcivescovo di Ancona. Eppure, la solennità della funzione non è stata messa in discussione: anzi, forse quest’anno la Pasqua, con i suoi riti, il suo insegnamento, anche grazie alla Televisione e alle altre moderne tecnologie, è entrata prepotentemente nelle nostre case.
Dopo aver commentato la Sacra Scrittura, con il suo Messaggio Antico ma sempre attuale, con le Pie Donne, gli Apostoli increduli, l’Angelo e la Resurrezione, l’Arcivescovo ha avuto il compito di parlarci di questo Evento Straordinario, in questo Momento di profondo sbandamento per tante, troppe persone.
L’Omelia è stata tutta incentrata sulla necessità di non perdere la speranza: in particolare, segnalo le parole di Mons. Spina che esprimono bene il concetto: “ La prima pietra da far rotolare via in questo giorno è la mancanza di speranza”. Ed ancora “L’ultima parola non è quella della morte, ma della vita che il Risorto dona”.
Quest’anno queste parole, straordinarie ma allo stesso tempo semplici, risultano in perfetta sintonia con l’originale momento storico nel quale noi tutti stiamo vivendo.
(Le foto sono di Stefano Sacchettoni)
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