Nelle Marche si riparte ma molti imprenditori temono una riduzione dell’attività
Nelle Marche si riparte ma molti imprenditori temono una riduzione dell’attività
Secondo una indagine della Cna Marche il 60 per cento degli imprenditori che riapre lunedì teme un rallentamento e una riduzione dell’attività, mentre il 36,7 per cento si aspetta di dover affrontare maggiori costi di gestione e nuovi investimenti. Otello Gregorini: “Ora i contributi di Stato e Regione arrivino presto alle imprese. Il fattore tempo è decisivo per la loro sopravvivenza”
ANCONA – Si riparte. Dopo due mesi di lock down riaprono strutture ricettive, bar, ristoranti, acconciatori e centri estetici, esercizi commerciali. Si riparte con regole stringenti, dettate dai protocolli per la sicurezza. Con molta ansia e tanta speranza. Hanno passato gli ultimi giorni ad adeguare le loro attività alle indicazioni della Regione sui dispositivi di protezione individuale, la sanificazione dei locali, le distanze da tenere. Lunedì saranno 8.355 i servizi di ristorazione che tireranno su la serranda, sbarrata da oltre sessanta giorni. Insieme a loro 5.665 acconciatori ed estetiste e 30 mila esercizi commerciali. Secondo una indagine della Cna Marche il 60 per cento degli imprenditori che riapre il 18 maggio, teme un rallentamento e una riduzione dell’attività, mentre il 36,7 per cento si aspetta di dover affrontare maggiori costi di gestione e nuovi investimenti.
“Regione Marche e associazioni di categoria” commenta il segretario Cna Marche Otello Gregorini (nella foto) “hanno fatto un gran lavoro per predisporre protocolli in grado di garantire la salute senza penalizzare troppo le attività economiche. Il fatturato non potrà essere quello di prima del lock down, ma è comunque importante tornare ad offrire i propri servizi alla clientela. I prossimi saranno mesi difficili, con grande attenzione all’andamento dei contagi, e i nostri imprenditori avranno bisogno del sostegno delle istituzioni. Dobbiamo riconoscere alla Regione Marche un grande sforzo in questo senso, con la decisione di venerdì scorso di stanziare 201 milioni di euro per le famiglie e le imprese marchigiane, che fa seguito alle somme già stanziate con la legge 13, che confidiamo venga presto rifinanziata. Quello che diventa fondamentale – prosegue Gregorini “è la tempistica. I soldi devono arrivare in tempi estremamente rapidi alle imprese, che non hanno più liquidità e senza un sostegno da parte delle istituzioni, sarebbero costrette a tirare giù di nuovo la serranda. E questa volta per sempre.”
Superare gli ostacoli burocratici e fare presto. Vale per i contributi regionali e vale, a maggior ragione, per i provvedimenti del Decreto del Governo.
“L’efficacia della manovra da 55 miliardi di euro” precisa Gregorini “dipende da due elementi cruciali: l’entità delle risorse mobilitate e la rapidità con la quale verranno distribuite. Il decreto risponde in modo positivo al primo punto. Ora è fondamentale imparare dai recenti provvedimenti e procedere speditamente. La variabile tempo farà la differenza. Gli impegni assunti con il decreto devono trasformarsi urgentemente in atti concreti. E’ vitale per la tenuta economica e sociale del sistema produttivo che le risorse stanziate vengano trasferite rapidamente ai legittimi beneficiari, a iniziare dalla liquidità.”
Nel merito,secondo la Cna Marche, gli indennizzi a fondo perduto, l’estensione del credito d’imposta sulle locazioni, il taglio di IRAP e bollette, il potenziamento della cassa integrazione e soprattutto dell’Ecobonus, la cancellazione delle clausole di salvaguardia rappresentano le note più positive della manovra da 55 miliardi.
“Si deve tuttavia” conclude Gregorini “fare di più per le micro-imprese, che non possono beneficiare della cancellazione del versamento IRAP, e per i settori del turismo e del trasporto persone le cui prospettive per i prossimi mesi si presentano assai cupe. Si può sempre fare di più e meglio. L’auspicio è che nell’iter parlamentare possano essere apportate quelle modifiche per migliorare l’efficacia del provvedimento. Adesso però è necessario avviare con rapidità il cantiere della fase 3, quella delle misure strutturali che consentano di recuperare le perdite subite in questi mesi. Una fase che dovrà caratterizzarsi per una inedita e straordinaria eliminazione dei freni burocratici all’iniziativa economica e agli appalti, a partire da quelli piccoli immediatamente cantierabili, per una profonda riforma della fiscalità in ottica di semplificazione e riduzione della pressione sulle imprese, per una modernizzazione della legislazione sul lavoro. Sfide complesse ma non eludibili, che si possono vincere con il contributo di tutte le componenti vitali della società”.
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