Nelle Marche continua la lotta dei lavoratori della sanità privata
Nelle Marche continua la lotta dei lavoratori della sanità privata
ANCONA – In piazza lunedì 24 agosto in tutti i territori delle Marche, sotto alle Prefetture e a seguire, lunedì 31 agosto, presidi e assemblee in tutte le strutture AIOP e ARIS. Continua la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità Privata, promossa da FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, per il rinnovo del contratto della Sanità Privata. Una protesta, che punta anche allo sciopero, legata alla mancata ratifica da parte delle associazioni AIOP e ARIS della preintesa per il rinnovo del contratto, atteso da 14 anni, raggiunta lo scorso 10 giugno.
Nelle Marche la regione eroga alle strutture sanitarie aderenti ad ARIS 88 milioni all’anno e all’AIOP circa 100 milioni nel triennio 2019 – 2021. Nonostante questa imponente mole di risorse i 4.000 lavoratori della sanità privata delle Marche attendono da 14 anni il rinnovo del contratto.
Una scelta, quella delle due associazioni, contro la quale i sindacati sono scesi in piazza a Roma lo scorso 5 agosto in piazza Montecitorio e che sta registrando momenti di protesta in tutti i territori. La decisione di non ratificare la preintesa da parte di ARIS e AIOP, affermano FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, “è una vera e propria vergogna, inflitta sulla pelle di tutte le professioniste e i professionisti della sanità privata, definiti eroi quando si tratta di fare profitto e poi negati di ogni diritto. Un comportamento inqualificabile e irresponsabile, intensificheremo la lotta: a partire dal 24 agosto, passando per il 31 e fino allo sciopero nazionale”. Basta pensare che non più tardi del 5 agosto ultimo scorso l’ARIS Marche, lamentando una perdita di 3,5 milioni di euro, otteneva dalla Regione Marche l’incremento del 20% delle tariffe per le prestazioni riabilitative in regime semiresidenziale, ambulatoriale e domiciliare per l’anno 2020 in seguito all’emergenza covid.
“Basta padroni predoni coi soldi pubblici”, sono queste quindi le parole scelte da FP CGIL, CISL FP e UIL FPL per una mobilitazione che chiama in causa anche Governo e Regioni, ai quali i sindacati chiedono “una presa di posizione a sostegno delle lotte e dei diritti dei lavoratori e contro questi soggetti che non meritano di lavorare con soldi pubblici”.
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