L’ultimo discorso alla società proustiana di Barcellona
L’ultimo discorso alla società proustiana di Barcellona
di TIBERIO CRIVELLARO
Ricordate “Bussola” (E/O Ed.) di Mathias Enard? Se no, avete memoria corta, magnetismo anzi che no. Ne scrissi nel lontano 2016 su codesto quotidiano e, l’autore pochi mesi dopo vinse il prestigioso Premio Goncourt. Ve lo obbligo dato che ritorna in Italia fresco di stampa col suo ultimo “Ultimo discorso alla società proustiana di Barcellona (semper E/O Edizioni). Tranquilli, non ve la faccio lunga come da “titolo”. Forse già a questo punto non vi ricordate più l’autore: r/Enard (?) Per cui in modo volpino, vi informo che Mathias, ci illumina da nomade, attraverso una raccoltissima di episodi in prosa poetica, storie pirotecniche, anche sensuali aggiungo, e del tutto imprevedibili. Un “pellegrinaggio” semi-planetario: da Sarajevo al Tagikistan, dalla Spagna alla Russia, al Libano…Se scrive di “conflitti”? Non solo, anche di genocidi, come quelli spettrali balcanici e quello polacco durante il nazismo. Di Barcellona…omissis. Ma una eco esplorativa da recensore, si. In maniera ardente vi rammenterà non solo rumori di guerra e lacerazioni. Perché il suo stile prosaico da viandante machadiano farà ricordare, per vostra cultura, le voci di Villon piuttosto che di Gabriel Garcia Lorca. Un assaggio de “L’ultimo discorso…”? “Ecco le darsene di un porto abbandonato dove non caricano più spezie…dove non si carena nessun veliero dove nessun pennone dà riposo ai gabbiani…vicino a un mare inutile…porta di nessuno…” (da Mari neri – testo in francese a fronte). Rimettendo in scena anche il nostro amato Proust. Célinianamente o clinicamente vostro:
MATHIAS ENARD
ULTIMO DISCORSO alla società proustiana di Barcellona
(E/O Edizioni)
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