Neppure il Covid ferma Marcangolo, l’edizione 2020 avviata con una tavola rotonda sul paziente oncologico
Neppure il Covid ferma Marcangolo, l’edizione 2020 avviata con una tavola rotonda sul paziente oncologico
ANCONA – Partiti. E’ iniziata ufficialmente oggi pomeriggio la 12esima edizione di Marcangolo, l’appuntamento, in ambito oncologico, più importante delle Marche.
E si è partiti con il convegno multidisciplinare con una tavola rotonda alla quale hanno preso parte il Vice Ministro della Salute, Pierpaolo Sileri, i vertici delle istituzioni sanitarie marchigiane e le figure apicali di due centri di eccellenza nazionali (INT di Milano e Pascale di Napoli), la Facoltà di Medicina UNIVPM, e il segretario generale di Cittadinanzattiva.
Invitati a partecipare anche il presidente della Regione Marche e l’Assessore regionale alla Salute. Marcangolo, infatti, ha come principale obiettivo quello di stilare annualmente un bilancio sulle novità scientifiche, sociali, cliniche e relazionali nell’approccio con il malato oncologico.
L’evento, ideato e coordinato dalla professoressa Rossana Berardi, Direttore della Clinica Oncologia Univpm, Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, e dal Dott. Renato Bisonni, Direttore dell’Uoc di Oncologia medico-ospedaliera dell’Ospedale Murri di Fermo, quest’anno si arricchisce di approfondimenti clinico-sociali legati inevitabilmente alla pandemia da Covid. In questo contesto si inseriscono le linee guida tracciate dalla Prof.ssa Rossana Berardi, che fanno delle Marche una regione all’avanguardia nel continuità omogenea delle cure del paziente oncologico, commisurate al massimo contenimento del contagio da Covid-19.
Nel corso del convegno sono affrontati, con i maggiori esperti del settore, i tumori della mammella, quelli urologici, quelli del tratto gastro-intestinale, i ginecologici, i tumori rari e quelli polmonari, e le terapie del supporto per poi concludere con un approfondimento sull’oncologia ai tempi del Covid. Tema portante della tavola rotonda, la presa in carico del paziente oncologico. Il convegno prevede anche il coinvolgimento attivo delle associazioni di volontariato e di pazienti e del personale sanitario delle oncologie e proseguirà domani con una sessione dedicata proprio alle associazioni e agli infermieri.
La professoressa Berardi ha anche elaborato delle raccomandazioni e indicazioni rivolte ai pazienti oncologici, condivise con i Direttori delle Oncologie Marchigiane e inviate ai vertici regionali. Il documento di indicazioni operative per le oncologie marchigiane, che è stato redatto e condiviso al fine di garantire la più adeguata e omogenea continuità di cura e, contemporaneamente, il massimo contenimento della trasmissione dei casi infetti, è stato interamente incorporato nelle linee guida congiunte delle principali associazioni scientifiche e professionali del settore italiane (Associazione Italiana di Oncologia Medica – AIOM, Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici- CIPOMO e Collegio Oncologi Medici Universitari – COMU) emanate nei giorni scorsi.
La professoressa Berardi ha personalmente lavorato alle linee guida con le associazioni in questione e con le tre istituzioni citate, le quali hanno ritenuto il documento estremamente valido al punto da condividerlo interamente, complimentandosi per il lavoro svolto, e rappresentando come le Marche siano l’unica regione ad aver effettuato uno sforzo importante e congiunto nell’interesse dei pazienti e di coloro che si prodigano alla loro cura”.
“Marcangolo – ha detto Rossana Berardi – è l’evento più coinvolgente e partecipato dell’oncologia marchigiana, in cui fare il punto a fine anno delle novità scientifiche emerse durante l’anno. In quest’anno così difficile la ricerca in ambito oncologico non si è fermata e in diverse patologie sono emersi risultati estremamente positivi di terapie innovative.
“Tra gli altri, l’immunoterapia nel tumore del polmone, dove ormai dati consolidati ci permettono di considerarla un’arma importante sia nello stadio III (localmente avanzato) dopo la chemio-radioterapia, sia nello stadio metastatico in associazione o meno alla chemioterapia, ma anche i PARP inibitori nel tumore ovarico e gli inibitori delle cicline kinasi nel carcinoma mammario.
“Questi – ha aggiunto la professoressa Berardi – sono solo esempi di terapie che hanno cambiato la storia di queste patologie. Ma in questo anno sono stati sviluppati e condivisi anche progetti di ricerca che hanno valutato proprio l’impatto della pandemia sui pazienti oncologici, che sono tra i più fragili nonchè sul disagio sociale, professionale e psicologico degli operatori che li hanno in cura, con l’obiettivo di fornire informazioni e preziose per adeguare la presa in carico dei pazienti in base all’evolutività della pandemia. Le oncologie, infatti, non si sono mai fermate e con professionalità e dedizione si sono prese cura dei pazienti, ma hanno dovuto subire una significativa riorganizzazione. Per questo abbiamo fortemente voluto prevedere una sessione su COVID19 e Oncologia con i vertici di istituzioni sanitarie e politiche, dell’Università e di attive associazioni di volontariato al fine di condividere strategie da mettere in campo per curare efficacemente i nostri pazienti. Alcune strategie da mettere in campo potrebbero essere, a mio avviso: potenziare la telemedicina, facilitare la consegna a domicilio dei farmaci orali e sostenere i pazienti a domicilio anche per le loro necessità, incrementare la possibilità di testare mediante tamponi i pazienti, potenziare la psicooncologia e l’assistenza domiciliare per le cure palliative. Ma non dobbiamo dimenticare la prevenzione: purtroppo in questo ambito a livello nazionale sono stati cancellati oltre 1 milione e 400.000 esami nei primi 5 mesi del 2020 ed è importante che ciò non si verifichi nuovamente.
“L’evento prevede una seconda giornata dedicata alla formazione dei volontari delle associazioni della Marcangola, la rete delle associazioni che operano in ambito oncologico marchigiano e alla condivisione di progetti di integrazione del percorso di cure da parte del personale infermieristico delle oncologie marchigiane. Il tutto con uno sguardo al domani, che ci auguriamo sia realmente un altro giorno, come auspica il tema del convegno Marcangolo”.
“In quest’anno particolare, che ci ha cambiato profondamente nelle cose di tutti i giorni, il Marcangolo – ha invece affermato Renato Bisonni, direttore dell’Oncologia all’ospedale di Fermo – torna, con ancora se possibile, più forza e determinazione nel volere essere un momento significativo della realtà oncologica marchigiana. Nel segno della tradizione a noi più cara parleremo delle novità scientifiche che anche quest’anno particolare abbiamo avuto, perché nonostante gli eventi la ricerca oncologica è andata avanti e la pratica clinica è cambiata per tante delle patologie che tutti i giorni vediamo nei nostri Day hospital.
“A questo abbiamo voluto aggiungere una novità assoluta per Marcangolo, dedicheremo gran parte del pomeriggio di venerdì per un confronto tra i rappresentanti dei vertici sanitari marchigiani ed i rappresentanti di storiche istituzioni che rappresentano le eccellenze nazionali.
“Questo – ha concluso Bisonni – per mettere solide basi, fatte di esperienza e non di parole, nel disegnare la sanità futura marchigiana con particolare attenzione ai malati oncologici. Quindi Il Marcangolo sarà ancora una volta, in modo molto pratico momento di confronto e crescita per tutti coloro che parteciperanno sia in modo attivo sia come semplici ascoltatori.
“Non conosco in Italia esperienze in oncologia come il Marcangolo. Già l’etimologia del logo è un’inusitata novità. Che peraltro dura da 12 edizioni, come appuntamento che nessuno in questi anni ha mai disertato. Anzi, Marcangolo è la-rete- ante-rete, caso virtuoso di come l’oncologia marchigiana – ha affermato Michele Caporossi, direttore generale degli Ospedali riuniti di Ancona – non ha mai atteso decreti e delibere per creare una connessione solidale. Il risultato viene dai numeri di risposta alle cure che dicono che ‘da noi c’è’ ovvero che questo sforzo di tutti i professionisti delle varie strutture è stato uno scudo, anche in era SARS – COV 2. La rete oncologica ‘marcangolare’ non ha mai abdicato al suo ruolo di assistenza e presa in carico. Ma questa è anche l’occasione per non perdere questa occasione per pensare al futuro in termini di ricerca e innovazione.
“Questo – ha aggiunto Caporossi – non significa che le pesanti conseguenze della pandemia non siamo crudamente tangibili in termini di prevenzione mancata, di ritardo evitabile nei profili di diagnosi e cura, e soprattutto nella propensione indotta nei cittadini e nei pazienti oncologici consistente nello stare lontani o rimandare le cure. Ciò detto, il Marcangolo non si ferma, così come non ci fermiamo noi tutti che abbiamo come ragione di vita il bene comune e l’universalità delle cura, in era di ricchezza prodotta in calo. Per noi tutti della Sanità Marchigiana ancor più oggi vale il vecchio slogan: ‘quando il gioco si fa duro i duri scendono in campo’. Il Marcangolo 2020 ne sarà la riprova.
Per Gian Luca Gregori, rettore dell’Università Politecnica delle Marche “Marcangolo propone ogni anno, con grande entusiasmo, un momento multidisciplinare, di condivisione delle conoscenze e degli approcci, anche innovativi, in ambito oncologico.
“L’importanza della rete – ha proseguito il professor Gregori – tra discipline diverse permette di continuare a sviluppare conoscenza, competenza e ricerca che oggi sono assi importanti per il benessere e il miglioramento della qualità della vita dei pazienti. In questo periodo le attività di ricerca svolte dall’Ateneo sono state numerose, con pubblicazioni prestigiose condivise dalla comunità scientifica internazionale. Marcangolo riesce a raccogliere le diverse ricerche, gli approcci terapeutici innovativi e gli step compiuti in oncologia, creando un appuntamento unico e un’occasione, soprattutto per i più giovani, di formazione di alta qualità”.
Promuovere la semplificazione dei percorsi, garantire una maggiore prossimità delle cure e attenzione ai bisogni dei pazienti e dei loro familiari” – sono queste le priorità per i pazienti oncologici secondo Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva.
“Tutto ciò si può fare solo attraverso una stretta collaborazione e condivisione di esperienze tra professionisti, istituzioni, associazioni, organizzazioni civiche e l’iniziativa Marcangolo, ne è un esempio. Auspichiamo che i rapidi progressi fatti in tempi di covid, per favorire prossimità delle cure, continuità e omogeneità dei percorsi, valorizzazione delle tecnologie, possano divenire buone pratiche da consolidare nel futuro”.
“La pandemia COVID-19 in corso – ha invece affermato Maria Capalbo, direttore generale degli Ospedali riuniti Marche Nord – ha messo alla prova e ha dimostrato la grande capacità di adattamento dei professionisti oncologi dell’Azienda Marche Nord e di tutti gli Enti del SSR nel saper gestire la situazione di emergenza in atto; infatti sono state applicate soluzioni organizzative ed assistenziali che hanno permesso di garantire la continuità di cura dei pazienti oncologici già in trattamento, e, al tempo stesso, tutelare la loro sicurezza riducendo i rischi di infezione da COVID-19. Risulta fondamentale quindi, considerato che l’emergenza COVID 19 non può essere considerata conclusa, riorganizzare i servizi sanitari e lavorare sui modelli assistenziali dei pazienti oncologici, ad esempio facendo tesoro delle opportunità offerte dalla telemedicina e dai programmi di tele-consultazione, già applicati nelle prime fasi della pandemia.
“Se, come ha detto qualcuno – dichiara Attilio Bianchi, direttore generale del Pascale di Napoli – peggio di una crisi c’è soltanto il non imparare dalla crisi stessa, dobbiamo avere l’onestà e l’umiltà intellettuale per ripensare molti dei nostri attuali paradigmi . Forse dividere il nostro mondo concettuale in Ospedale e Territorio non regge più, forse gli attuali sistemi di remunerazione non supportano la coerenza tra i comportamenti degli attori del sistema. Il percorso del paziente sfuma i confini amministrativi e ci impone di ragionare fuori dai compartimenti stagni. E l’oncologia, col patrimonio che già si porta dentro di vision fortemente orientativa su PDTA e Multidisciplinarietà, può rappresentare il paradigma”.
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