Negli ultimi anni pendolari in continuo aumento nelle Marche
Negli ultimi anni pendolari in continuo aumento nelle Marche
Legambiente presenta Pendolaria: il rapporto annuale di analisi del trasporto ferroviario. Dal 2011 al 2019 i passeggeri nelle Marche sono passati da 16.400 a quasi 21.500, con un aumento del 31%. Ma pochissime le risorse a disposizione
ANCONA – Sono circa 21.500 i cittadini che tutti i giorni viaggiano sui 385km di linea ferroviaria che percorre le Marche, con un totale di 156 corse giornaliere.
Questa mattina è stato presentato Pendolaria, il rapporto annuale di Legambiente che dal 2008 analizza ogni anno il trasporto ferroviario in Italia. La situazione della mobilità su rotaia nelle Marche presenta ancora molti margini di miglioramento: la spesa della Regione per il servizio ferroviario nel 2019 è stata pari allo 0,19% del bilancio regionale, con 2,46 milioni di euro stanziati per il servizio e 5,944 milioni di euro per il materiale rotabile. Circolano nelle Marche 50 treni con una media di 12,5 anni.
Di contro, l’aumento dei passeggeri dal 2011 al 2019, che sono passati da 16.400 a 21.500 (+31%), dimostra la voglia di treno presente nella nostra regione. L’incremento della domanda di trasporto sulle principali linee ferroviarie urbane ha una spiegazione legata al cambiamento avvenuto nelle principali aree metropolitane italiane negli ultimi vent’anni. Un esempio di questi cambiamenti è la cosiddetta Città Adriatica, che va da Pescara a Rimini, con le Marche al centro di questo sistema, dove sarebbe di fondamentale importanza puntare a una “metropolitana della Città Adriatica”. Ossia a un servizio di trasporto ferroviario con caratteristiche europee, che colleghi i 237 km, ed i 20 centri principali, con treni moderni a orari cadenzati ogni 15-30 minuti, abbonamenti integrati e coincidenze con autobus locali, treni e pullman verso collegamenti interni e nazionali, ma anche il sistema di porti (commerciali e turistici) e aeroporti (Rimini, Ancona, Pescara).
«L’elevato numero di cittadini che usufruiscono del servizio di mobilità su ferro dimostra quanto sia fondamentale dirottare le risorse regionali nei treni – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche -. Puntare con ancora più decisione sul potenziamento del trasporto pubblico locale, significa prima di tutto cambiare le nostre città, liberandole dal traffico, e investire sulla qualità della vita dei cittadini. È fondamentale, dunque, che il trasporto pubblico, per essere al passo con l’innovazione che questo settore sta vivendo, si adegui a queste nuove sfide. Solo investendo di più nel servizio ferroviario e lavorando per l’integrazione con i mezzi pubblici urbani sarà possibile fornire un’alternativa di trasporto sostenibile che permetta di lasciare l’auto a casa, riducendo l’inquinamento di cui soffrono le nostre città, e progettare centri urbani più green e competitivi. Le infrastrutture per la mobilità a basso impatto sono al centro delle politiche dell’Unione Europea e sono molto le risorse che arriveranno per potenziare i nostri territori; è quindi necessario accelerare in questa direzione e dare così un’alternativa competitiva alle migliaia di pendolari che si muovono ogni giorno nelle città, oggi principalmente in auto, aiutando così sia l’economia che il turismo”.
Investire e potenziare il servizio ha portato ottimi risultati, come dimostra l’investimento fatto da Regione Marche e Provincia di Ascoli Piceno con fondi Fas sulla linea Ascoli-Porto d’Ascoli. Nel 2013 sono stati ultimati i lavori per l’elettrificazione e il vecchio treno a gasolio ha lasciato il posto ai treni elettrici garantendo un servizio più moderno, meno inquinante e più fruibile. Allo stato attuale, infatti, il collegamento tra la linea interna e quella adriatica risulta immediato, con una sensibile riduzione dei tempi di percorrenza e, quindi, un miglioramento complessivo del servizio. I risultati in termini di viaggiatori sono chiari: la modernizzazione della linea ha prodotto un aumento di viaggiatori del 30%, circa 3 milioni di unità complessive l’anno (dati 2017).
Questi numeri raccontano quanto sia urgente procedere con l’elettrificazione della linea Civitanova Marche-Albacina, per dare risposte all’esigenza di mobilità su treni e diminuirebbe l’impatto ambientale. Permangono, invece, alcuni problemi infrastrutturali legati al mancato raddoppio del collegamento ferroviario Orte-Falconara ed al conseguente aggancio con la linea Adriatica.
Tra le opere prioritarie per i pendolari inserite in Pendolaria, infatti, troviamo il raddoppio della tratta P.M. 228 Albacina-Castelplanio, che costituisce parte integrante della linea Orte-Falconara, quasi interamente ad un solo binario. Il costo dell’intervento sarebbe di 573 milioni, risorse al momento non disponibili. L’intera direttrice deve essere considerata un’opera strategica non solo per Marche ed Umbria ma per tutto il traffico merci e passeggeri del centro Italia e del Nord-Est, una vera e propria alternativa alla dorsale Roma-Milano e andrebbe ad interessare un’utenza di 50mila passeggeri.
In questa prospettiva non vanno dimenticate le linee chiuse, come nelle Marche quella Pergola–Fabriano chiusa nel 2013 e il ripristino della linea Fano-Urbino che con l’arrivo delle risorse dall’Europa rappresenta una grande occasione di rilancio per la mobilità su rotaia.
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