Stefano Colangelo tra i protagonisti della poesia contemporanea
Stefano Colangelo tra i protagonisti della poesia contemporanea
di TIBERIO CRIVELLARO
Come si destina oggi la poesia contemporanea? E gli autori? Userò eufemismi per figurarvi l’attuale tempo “moderno” crepuscolare-baroccheggiante colmo di personalismi e autocelebrazioni.
Di noti, popolari autori, non ne salvo più di una cinquina non certo comparabili agli Antonio Porta, agli Addamo, ai Ruffato, ai Sanesi…
Soffiando tra le braci, a corto di ossigeno, faticosamente ardono una cinquantina di giovani autori sconosciuti o non adeguatamente riconosciuti. Ne emerge un panorama desolante con rare oasi. Nel contesto ve ne propongo uno che si differenzia da tanti cattivi maestri colleghi arroccati nelle poltrone universitarie senza “far dire per essere”.
Il bell’esempio di una composizione apparentemente semplice: “come sembra schiodata/sottratta a una cavità/indefinitamente mormorabile/ come dire datemi da bere/qui davanti c’è una parete che brucia/ ; “pro-rosa di cinque versi significanti alla “potenza”, se l’acqua è indispensabile per vivere quanto è indispensabile abbeverare anche lo spirito. Il significante fuoco appare quale estrema arsura che distrugge l’essere.
Vi ho citato 5 versi (quasi tutti in tal numero) tra i testi pubblicati in “break notes – 2008 2016” (www.modoinfoshop.com) di Stefano Colangelo, Professore associato di letteratura italiana contemporanea all’Università di Bologna.
Da anni meriterebbe la Cattedra, ma è sempre stato “sottoposto” ai poteri di altri vedovi. Una plaquette di folgoranti “brevissime” senza punteggiatura, maiuscole, parentesi (felice sperimentalismo al punto più alto di quelli precedenti nel “crepuscolarismo (penso a Caproni e a Ungaretti) colmo di bifore e trifore (direbbe Zanzotto) che si condensano come racconto lungo o romanzo breve.
I temi, nelle 45 pagine della raccoltina, sono molteplici, universali; una vera e propria antologia. I “saturnali” manifestano le sue origini; la madre, il padre (scomparso), cenni alle lotte sociali dal ’68 agli anni 70 quasi fallite a causa di ideologie-idolatrie, un monito ai giovani ma anche aspettative di maturazione. Un capolavoro fatto di dolci-forti, sinfonie che coprono l’attuale e fastidioso rumore. Se Colangelo, nella sua umiltà, è restio a promuoversi, lo fa il sottoscritto.
————————–
STEFANO COLANGELO
BREAK NOTES 2008 2016