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“Viva l’Italia democratica e liberale del 25 Aprile”

“Viva l’Italia democratica e liberale del 25 Aprile”

di TONINO ARMATA

Il sonno degli anziani democratici è risvegliarsi ogni mattina come il 25 aprile. Il 25 aprile rievoca il sacrificio e il prezzo pagato dagli italiani per la riconquista della libertà. In questo periodo flagellato dalla pandemia questi valori di libertà sono ancora più amplificati.

Se l’Italia oggi è una Repubblica democratica lo dobbiamo a coloro che si ribellarono pur di non collaborare con una dittatura di sangue e oppressione. Grazie a quelle donne e a quegli uomini che si sacrificarono per la libertà oggi possiamo godere dei principi sanciti dall’attuale Costituzione.

Mentre il tempo passa, e non soltanto per me ma per tutti in Italia, in Europa e nell’universo mondo, mi è venuto in mente che una parte notevole degli italiani, quando la guerra mondiale era da poco finita, lanciò un motto fondato sulla data di quel gran finale: «Viva l’Italia democratica e liberale del 25 aprile». Me lo ricordo ancora, quel motto che inneggiava a una data e ci sembrava talmente bello che lo ripetemmo spesso e certamente non da soli ma insieme a gran parte dei partigiani che aveva combattuto Hitler e Mussolini.

Ricordiamolo ancora, se vogliamo tener vivo quell’episodio che costò la vita a milioni di uomini ma preparò un futuro che avrebbe dovuto essere molto più felice. Non si può dire che lo sia stato: il mondo continua a soffrire per le sue piaghe di vario genere e tipo; ma accanto ad esse ci sono anche temi positivi sul lavoro, i mestieri, la famiglia, le alleanze e insomma la vita. La vera parola è appunto “vita” e non è cosa da poco dirla: apre orizzonti sterminati e continuamente mutevoli. La storia si fa con la vita: lo scrisse Alberto Asor Rosa e insieme a lui Giorgio Bocca e soprattutto Bernardo Valli.

Detto ciò, desidero raccontare il 25 APRILE, LA FESTA DELLA LIBERAZIONE VISTA DALLE DONNE. La Resistenza è stata anche al femminile. Lo racconta il film Libere. Il quale, raccoglie le voci delle partigiane. Il 25 aprile ci ricorda la fine della seconda guerra mondiale e dell’occupazione nazifascista

«L’ho fatto perché non mi piaceva la vita che facevo, l’ho fatto perché volevo essere libera. Ciascuna di loro voleva emanciparsi, voleva tirarsi fuori. Voleva precisamente superare il ruolo». Giuliana Gadola Beltrami, partigiana, racconta così l’esperienza sua e delle altre donne che hanno partecipato al movimento di liberazione che si ricorda ogni 25 aprile. Libere è il titolo del film che racconta le loro storie con immagini (alcune sono nella gallery) e audio originali d’archivio, una libertà che avevano da partigiane e che in gran parte persero in una Italia non pronta all’emancipazione femminile.

Ha detto ancora Giuliana Gadola Beltrami: «Tutti avevamo paura, ma il coraggio sta precisamente nell’andare avanti lo stesso anche se si ha paura».

PERCHÉ IL 25 APRILE: Non tutto finì il 25 aprile. Ci furono in realtà combattimenti anche dopo questa data che è stata scelta nel 1949 per segnare la fine della seconda guerra mondiale. È il giorno della liberazione di Milano e Torino, un giorno segnato sul calendario con il rosso delle giornate festive. La ricorrenza del 25 aprile viene anche chiamata festa della Liberazione o della Resistenza e in questa data si ricordano, oltre alla fine del conflitto mondiale, il termine dell’occupazione tedesca in Italia e del ventennio fascista.

MILANO: Il 25 l’esecutivo del CLNAI, Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia di cui facevano parte Sandro Pertini e Leo Valiani, annunciò via radio l’insurrezione alle 8 del mattino. Il Comitato prendeva così i poteri nella città di Milano e annunciava la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti. Già dal 10 aprile il Partito Comunista aveva dati indicazioni alle organizzazioni locali che stava per partire l’offensiva definitiva e lo stesso aveva fatto il Comitato. Gli alleati avevano superato il Po il 24 aprile.

TUTTA L’ITALIA È STATA LIBERATA ENTRO IL 25 APRILE?: In realtà non tutta l’Italia è stata liberata il 25 aprile. È servita una settimana in più. La liberazione dell’intera penisola è avvenuta entro la fine del mese di aprile del 1945. Mussolini aveva raggiunto Como la sera del 25, era ripartito il 27 in direzione Svizzera. Fu fermato a Musso dai partigiani della 52esima Brigata Garibaldi e portato a Dongo. Il duce venne ucciso il 28 aprile insieme all’amante Claretta Petacci. I cadaveri dei due e degli altri gerarchi fucilati furono esposti in Piazzale Loreto a Milano.

DA QUANDO È FESTA: La data del 25 è stata scelta per convenzione. Prima solo per l’anno 1946, così recitava il decreto: «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale». È del 1949 la legge che istituiva definitivamente la festa nazionale della Liberazione.

GLI ALTRI 25 APRILE: La liberazione di Milano non è l’unico avvenimento del 25 aprile del 1945. Gli eserciti americano e sovietico si ricongiunsero in quel giorno sul fiume Elba in Germania, altro passaggio fondamentale della seconda guerra mondiale. Contemporaneamente a San Francisco vennero fondate le Nazioni Unite. Anche in Portogallo il 25 aprile è una data fondamentale. È il giorno della rivoluzione dei garofani, il colpo di stato non violento che mise fine al regime dittatoriale di Marcelo Caetano nel 1974. Nel 1961 gli Usa decretarono l’embargo a Cuba. In Australia e Nuova Zelanda si festeggia l’ANZAC Day, la giornata dei caduti in tutte le guerre, per l’Egitto è la Festa della Liberazione del Sinai.

COME SI FESTEGGIA IL 25 APRILE: Il Presidente della Repubblica apre le celebrazioni per il 72esimo anniversario della liberazione con la deposizione di una corona di alloro all’Altare della Patria a Roma e poi sarà a Carpi e all’ex campo di concentramento di Fossoli. Ogni comune segnala le iniziative cittadine e l’Associazione nazionale partigiani ne indica altre.

Nelle foto: partigiane e partigiani legati al Partito d’Azione durante la liberazione di Milano nel 1945

 

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