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“In Regione il presidente Acquaroli posto sotto la tutela di Carlo Ciccioli”

“In Regione il presidente Acquaroli posto sotto la tutela di Carlo Ciccioli”

Presa di posizione del capogruppo del Partito democratico, Maurizio, Mangialardi, dopo l’esclusione dell’assessore Saltamartini dall’incontro con i primari dell’ospedale di Torrette

ANCONA – “Partiamo da un dato incontrovertibile: nessun presidente può dimenticarsi di invitare il proprio assessore alla Sanità in un incontro di vertice con i primari di qualsiasi struttura sanitaria, figurarsi con quelli dell’Ospedale di Torrette.
“Dunque, Saltamartini non è stato invitato per scelta politica a quella riunione. Il vero nodo è capirne le ragioni. Possiamo ipotizzare che sia stato un primo atto pubblico di sfiducia nei suoi confronti?
“Forse sì, anche se è vero che Saltamartini non ha sicuramente brillato nella gestione della pandemia al pari dell’intera giunta e che la situazione è migliorata solo dopo l’accentramento della campagna vaccinale nelle mani del governo e del commissario Figliuolo.
Oppure siamo di fronte a una manovra condotta da Fratelli d’Italia, che sempre sotto la onnipresente regia di Giorgia Meloni, tenta di mettere all’angolo e fagocitare i propri alleati in vista della revisione del Piano socio-sanitario, dove la già ben avviata colonizzazione della nostra regione potrebbe subire una forte accelerazione? Ipotesi non remota, considerato l’imbarazzante pasticcio avvenuto con la nomina del nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale”.
Così il capogruppo regionale del Partito democratico Maurizio Mangialardi commenta la clamorosa esclusione dell’assessore Filippo Saltamartini dall’incontro tra il presidente Francesco Acquaroli e i primari di Torrette, svoltosi nei giorni scorsi a Palazzo Raffaello.
A fare ancora più rumore, però, è stata la presenza alla riunione del capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, nonostante lo stesso non ricopra alcun incarico istituzionale nell’ambito della sanità regionale.
“Se oggi la funzione di Saltamartini appare sub judice – continua il capogruppo dem – non è migliore la situazione dello stesso presidente Acquaroli, probabilmente neppure lui considerato dal suo partito una figura all’altezza del compito, e pertanto posto sotto la tutela del consigliere Ciccioli, il quale continua a essere il vero deus ex machina della maggioranza. In effetti, di ragioni non ne mancherebbero.
“Accennato alla mala gestione dell’emergenza pandemica, non dimentichiamo come le promesse fatte da Acquaroli in campagna elettorale si stanno tristemente sciogliendo come neve al sole: la bacchetta magica ostentata durante la scorsa estate, che gli avrebbe permesso di riaprire i piccoli ospedali, di crearne di nuovi, di assumere personale sanitario e di erogare premi e incentivi, è stata sostituita da uno strumento ben più prosaico, ovvero la mozione in consiglio regionale per scaricare sul governo nazionale tutti quegli impegni che la destra si era presa con i marchigiani e a cui oggi non è in grado di dare risposta”.
““Voglio infine sottolineare come la presenza alla riunione con i primari del capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli – conclude Mangialardi – rappresenti anche uno sgarbo per tutti coloro che credono nel valore delle istituzioni. Fatto salvo il pieno diritto del capogruppo di Fratelli d’Italia di incontrare nell’esercizio della sua funzione politica chiunque egli voglia, in quell’occasione sarebbe stato più corretto dal punto di vista istituzionale che Acquaroli, una volta esautorato l’assessore Saltamartini, avesse eventualmente convocato al suo posto la presidente dell’IV commissione Sanità e Politiche sociali Elena Leonardi. Non è una questione secondaria, perché la forma è sostanza e la confusione dei ruoli è sempre sintomo di pericolosa inefficienza”.

 

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