ECONOMIAIN PRIMO PIANOMARCHE

La crisi infinita dell’autotrasporto, nelle Marche in dieci anni persa un’impresa ogni quattro

La crisi infinita dell’autotrasporto, nelle Marche in dieci anni persa un’impresa ogni quattro

Roberto Grazioli confermato presidente di Cna Fita Marche

ANCONA – Autotrasporto, crisi infinita. Negli ultimi dieci anni, nelle Marche, un Tir ogni cinque ha spento per sempre il motore. Si è passati da 4.680 imprese di trasporto nel 2010 a 3.652 alla fine di maggio di quest’anno.

Una perdita di 1.028 aziende ed oltre 3 mila dipendenti. Solo nel 2020 l’autotrasporto marchigiano ha perso 50 imprese e 43 nei primi cinque mesi del 2021.

Tra ritardi infrastrutturali e costi dei carburanti. Una situazione preoccupante quella dell’autotrasporto marchigiano, che paga una rete infrastrutturale obsoleta e deve fare i conti con costi di gestione insostenibili, a partire dal gasolio. Se ne è parlato ad Ancona, all’Assemblea elettiva di Cna Fita Marche, che  rappresenta il 40 per cento delle imprese marchigiane  dell’autotrasporto. All’iniziativa ha partecipato il presidente nazionale di Cna Fita Marche, Patrizio Ricci.  L’assemblea ha confermato Fabrizio Grazioli presidente regionale Cna Fita Marche. Delegati ll’Assemblea nazionale Cna Fita sono stati nominati inoltre Luciano Barattini, Sauro Bonci, Emiliano Tomassini e Nazzareno Latini.

“Dal punto di vista infrastrutturale” ha affermato il responsabile Cna Fita Marche Riccardo Battisti “l’integrazione tra il porto di Ancona, l’aeroporto di Falconara e l’interporto di Jesi “ci consentirebbe di porci all’avanguardia nel sistema di trasporti intermodali, considerando anche la ferrovia, ma la politica e le istituzioni non ci hanno mai puntato con la sufficiente determinazione. Così il porto di Ravenna, nostro competitor territoriale, registra un continuo aumento del traffico container, grazie agli investimenti della Regione Emilia Romagna attraverso i fondi europei. A farne le spese il porto di Ancona, che paga i ritardi di un’uscita ancora da realizzare e i limiti di una classe imprenditoriale conservatrice”.

Caro gasolio e taglio degli sgravi fiscali sulle accise colpo di grazia per l’autotrasporto. L’impennata dei prezzi dei carburanti e il rischio che il Governo riduca la compensazione sulle accise per l’acquisto del gasolio (considerato un sussidio dannoso per l’ambiente), costringeranno alla chiusura migliaia di imprese del settore, bloccando il sistema italiano dei trasporti, con pesanti ripercussioni per logistica e comparto manifatturiero. A questo si aggiungono la concorrenza sleale delle imprese dell’Est Europa e la violazione delle regole da parte degli autisti di Tir stranieri.

Gli autotrasportatori presenti all’Assemblea hanno segnalato inoltre la difficoltà di trovare autisti perché il percorso per ottenere le patenti è lungo e costoso. Andrebbe semplificato con la previsione di un sistema di formazione per gli under 18.

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it