“Mal’Anconìa Mal d’Ancona”, uno splendido canzoniere in neo dialetto anconetano di Fabio Maria Serpilli
“Mal’Anconìa Mal d’Ancona”, uno splendido canzoniere in neo dialetto anconetano di Fabio Maria Serpilli
di VINCENZO PREDILETTO
ANCONA – Giunto alla 2^ ristampa e già in via di esaurimento copie dopo pochi mesi, il bellissimo e sostanzioso canzoniere dal doppio e significativo titolo “MAL’ANCONIA MAL D’ANCONA” è l’ultima produzione letteraria, dopo una lunga gestazione e proficua rielaborazione di precedenti raccolte arricchita da nuovi testi lirici, di Fabio Maria Serpilli, sobrio, garbato e misurato poeta in neo dialetto anconetano.
Il volume antologico, frutto generoso e prezioso della piena e riconosciuta maturità artistica dell’eclettico scrittore dorico, stampato per conto di “puntoa capo Editrice” ed inserito in AltreLingue collana di critica e scrittura neo-dialettale, si avvale della congrua prefazione dello scrittore e critico Manuel Cohen, di alcune essenziali note linguistiche scritte con la supervisione del prof. Sanzio Balducci nonché dell’arguta e profonda postfazione del critico Fabio Ciceroni ed è suddiviso in 5 parti: Malanconìa (la più consistente fino a pag.111), Mal’anconia, Fot’Anconìa (Ancona in fotografia), Lengua de gente cuscì (Lingua di gente comune), Lengua de Aleluja Salmi mii (Lingua di Alleluia I miei salmi). Mal’Anconìa Mal d’Ancona si apre peraltro con la dedica amorevole e piena di gratitudine “A Ghita Tarsetti, mi madre che m’ha dato la lengua de casa/ A Raffaella Guidi, mi moje che me l’ha intésa/ A Elisabetta Serpilli, mi fiòla che me la futura.”
Serpilli, seguendo in modo coerente il filo narrativo della memoria storica collettiva e personale tramite l’uso sapiente e naturale della “lengua de casa” ben succhiata dal latte materno e pescando tra i ricordi indelebili dell’infanzia e dell’adolescenza trascorsa nel vecchio quartiere di S. Pietro, ci accompagna pagina dopo pagina con passione emotiva in un viaggio che si snoda tra i vicoli, gli scorci, le scale, le strade, i palazzi di quello che doveva essere il meraviglioso centro storico di Ancona prima dei terribili bombardamenti degli alleati nell’autunno 1943: un palcoscenico a cielo aperto sul Guasco impreziosito dal Duomo di S. Ciriaco e davanti all’accogliente porto dorico.
Per un cultore di Poesia nonché appassionato lettore dei classici e della Divina Commedia come il sottoscritto, come non restare piacevolmente sorpreso e deliziato dal suono armonioso, dal fluire ritmico di versi brevi in neo-vernacolo anconetano contenuti nell’ultimo volume dato alle stampe dal versatile poeta e scrittore anconetano?
Ci colpiscono, in primis, tante parole senza le doppie consonanti ( vedi : cità, téti, stacate, milèni, pezi, pasi, apena, bèla,tuta Ancona, vechie scrite) che si fissano leggère nell’orecchio e nella mente, richiamando fortemente il dialetto ed i fonemi veneti, al punto che i versi e le liriche di Serpilli sembrano un canto musicale ed attraverso la semplice emissione vocale arrivano nel profondo del cuore e dell’animo di chi legge.
Ebbene, dopo il nostro emozionante percorso di attenta e silenziosa lettura del corposo e piacevole canzoniere di F. M. Serpilli, è giusto rilevare che l’autore attraverso la magia delle parole, delle assonanze e dei fonemi della parlata natìa ha saputo fissare e far rivivere sulle pagine con sottile ironia e simpatica verve descrittiva una serie di personaggi e figure tipiche ormai scomparse ( come Sandro, Tito, Livio, Marco, Prufesuresa, Muratori, Le dòne puréte, Le dòne bèle ) di un’Ancona ricca di cultura e di storia millenaria fino alla seconda metà del Novecento, costellata e densa di un’umanità schietta, semplice e popolare ma estremamente autentica accogliente e solidale come sa esserlo ogni città di mare.
Tutte le poesie in neo dialetto anconetano di questa corposa antologia di alto livello espressivo e letterario sono corredate dall’utilissima traduzione in italiano e da un essenziale apparato di note.
In parecchi testi contenuti soprattutto nella seconda terza e quarta sezione dell’antologia trapela evidente l’amaro disinganno della vita per la sorte imprescrutabile riservata agli umani, spesso una fine amara ingiusta ed improvvisa dopo un’esistenza povera rassegnata se non disperata rispetto alla leggerezza inconsapevole, ad esempio, del destino degli uccelli…
In possesso di una fervida vena che trae spunti di autentica ispirazione emotiva e poetica dai temi a lui più cari e consoni (il mistero dell’esistenza, il male di vivere, l’incubo della morte, il problematico rapporto uomo-Dio, la continua riflessione sulla presenza-assenza di Dio, come giustamente sottolineato dai critici letterari Cohen e Ciceroni) Fabio grazie alla passione della scrittura coltivata ancora con giovanile e fresca baldanza ed anche in virtù della dolce e chiara scioltezza dell’attuale vernacolo anconetano ha in quest’occasione prodotto uno sforzo costante e riuscito di limatura e di perfezionamento del verso con stile originale e maturità di scrittura.
Serpilli, presidente dell’attivissima Associazione culturale “Versante”, vincitore di numerosi premi e riconoscimenti negli ultimi anni grazie all’apprezzato volume “Poeti neodialettali marchigiani” a cura sua e di Jacopo Curi stampato nell’ottobre 2018 come n.263 della collana dei “Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche”, ci offre, pertanto, con “Mal’anconìa Mal d’Ancona” il meglio della sua visione poetica, colta e popolare allo stesso tempo, perché vuole in sostanza tutelare recuperare e divulgare il patrimonio della lingua nativa. A questo punto, quindi, ci preme evidenziare che egli riesce veramente a farsi apprezzare in tutto il suo valore di uomo, libero pensatore -ricercatore nonché di testimone autorevole della poesia contemporanea neodialettale.