Signora vita, l’ultimo romanzo dello scrittore turco Ahmet Altan
Signora vita, l’ultimo romanzo dello scrittore turco Ahmet Altan
di TIBERIO CRIVELLARO
Chi è Ahmet Altan? Per coloro che potrebbero non ricordarlo, Altan è giornalista e scrittore turco martirizzato più di sei anni per “reati” di opinione avendo espresso democraticamente il suo pensiero contro la peggior dittatura di un Paese che confina con l’Europa: la Turchia.
Arrestato nel 2016 con centinaia di colleghi subì, per mesi, un processo farsa. Scelse di difendersi da sé data la collusione dello stesso avvocato difensore con un giudice corrotto, già con la sentenza di condanna in tasca, che l’avrebbe, a fine processo, condannato all’ergastolo assieme al fratello e altri 5 dissidenti, una di loro una giornalista di 76 anni!
Dopo anni di dura detenzione, Altan è stato liberato lo scorso 14 aprile per la pressione di un massiccio movimento di firmatari contro l’ignobile condanna; intellettuali e scrittori dalla stessa Turchia, dall’Europa e dall’America Latina. Qualcuno forse ricorderà il mio ampio articolo a sostegno, in 2 quotidiani nazionali ma anche in varie riviste argentine, su: “Tre manifesti per la libertà” e “Amore della rivolta”, libri pubblicati dalla E/O Edizioni. E chi è, cos’è la Turchia ancora oggi? Un Paese governato da uno stalinismo semiorientale dal dittatore Erdogặn, uno Stato “crocevia” dove dilaga il peggior contrabbando di armi, petrolio, droghe, fino alla compravendita di esseri umani al miglior offerente.
Ora, lo scorso maggio, Ahmet Altan, considerato tra i più importanti scrittori turchi dell’ultima generazione, ha pubblicato l’ultimo romanzo “signora vita” (E/O Edizioni), finalmente libero di usare la penna come preferisce. Si tratta di una storia ambientata nella Turchia di oggi, in cui sesso, letteratura e politica si intersecano. Opera da leggere per tante motivazioni, non solo di costume.
Due le protagoniste nell’universo amoroso al femminile, in libertà: Hayat e Sila; libertà che deve comunque appartenere a ciascun orientamento sessuale. Con loro, per diversa sembianza, c’è il giovane Fazil, studente di letteratura proveniente da una famiglia borghese al tracollo finanziario. Per questo vive in promiscuità con altri individui ai margini della società? Per campare fa la “piccola comparsa” in una trasmissione televisiva dove, tra il pubblico c’è Hayat, donna più matura, ma sensuale, misteriosa; indipendente? La conosce e ne nasce una relazione, tra alti e bassi; hanno pochi punti in comune.
E conosce Sila, anche lei studentessa di letteratura, di famiglia agiata ma finita sul lastrico. Anche con Sila intreccia una rapporto sia intellettuale, sia fisico, se non che interagisce con quello di Hayat; tre stili di vita con aspirazioni diverse. A cosa porterà questo “triangolo scaleno”? Altan si rivela maestro di tal genere. Forse vivere un sociale di vite borderline, che sborda in psicosi, del suo Paese lo ha ispirato? Verrebbe da fare una comparazione col Faust di Goethe.
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AHMET ALTAN
SIGNORA VITA
E/O Edizioni
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