Il mercato delle idee, è uscito postumo il libro di Francesco Belluomini
Il mercato delle idee, è uscito postumo il libro di Francesco Belluomini
di TIBERIO CRIVELLARO
È uscito postumo il libro di Francesco Belluomini “Il mercato delle idee – Endecasillabi narranti” (Di Felice Edizioni, Martinsicuro, 2021 – Prefazione di Vincenzo Guarracino, postfazione di Federico Migliorati).
Poeta narrante (scomparso nel 2017) ci rende ancora partecipi di verità senza macchie. Fu uomo solitario. Viveva per la poesia. Il libro in versi è un lungo poemetto frazionato in nove titoli, “L’Abbicidì; “Segnalibro Scarpe Vecchie; Voci dall’inferno; Segnalibro Self-Service; Demenze senili; Segnalibro Ultima Strada; Marittime Vicende; Segnalibro Il pan degli altri e Punto Fermo” che possono essere definiti dei romanzi brevi condensati in prosa poetica.
Leopardi, da “Il discorso di un italiano intorno alla poesia romantica”, fa riflettere su due atteggiamenti dei poeti tra il “sentire” e il “capire”, tra “vita” e idee”. A latere, un necessario appunto sul “commercio di pensieri”, concetto di dare-avere quale mercimonio piuttosto un perseverare di “onestà intellettuale”.
Tutto ciò c’entra squisitamente con Belluomini che ha sempre denunciato la “svalutazione” e “vilipendio” a nome di un tornaconto personale; oggi più che mai, degrado quando prevale “l’utile” personale e i suoi “vantaggi” invece del “bello”, “dell’ideale”.
I poemetti dell’autore sono un vero scenario scritto suscitando immagini coloratamente “visive”. Francesco Belluomini fu sempre lontanissimo dal “commercio”. È fu poeta-intellettuale senza ipocrisie o superbia, scevro a prediligere “quella” piuttosto che “altre fazioni” di potere cleptocratico. Un anti-Bernard Henri-Lévvy con camicie bianche e vaporose, ricco di famiglia; o di uno Sgarbi pagato lautamente per qualsiasi intervento culturale.
Nel 1981 fondò il prestigioso Premio Camaiore, fuori da ogni contesto politico o quello delle raccomandazioni dei “vedovi” istituzionali di parte, con l’omnia integrità della giuria da lui presieduta. Ma ora, mancando, vi sarà il pericolo che qualche giurato s’infiltri tentando di sovvertire i meriti di alcuni autori?
Ad ogni modo, sino ad ora, tre o quattro rimangono fedeli al suo spirito. Belluomini ebbe maiuscola lungimiranza “fotografando” e descrivendo il suo “presente” muovendo qualche soluzione rivolta al futuro, per lui oscuro, pericoloso. Fu mosso da una costituente retorica civile verso l’onesta poesia e sapienza conquistata, nel tempo, sul campo.
Questo lungo testo poetico ci rende partecipi alla verità senza macchia, quella non commerciabile. I nove poemetti sono un manuale contro l’epifania o il festival delle canagliate, contro i mercanti “ragusei”, ove troppi poeti, critici letterari, notabili di “raccolte” e case editrici compiacenti sguazzano per puro tornaconto. Belluomini ci manca. Un vuoto che qualcuno deve prendersi la responsabilità e l’onestà di colmare.
FRANCESCO BELLUOMINI
IL MERCATO DELLE IDEE
ENDECASILLABI NARRANTI
Di Felice Edizioni
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.altrogiornalemarche.it