“Non solo trote aliene per i fiumi delle Marche”
“Non solo trote aliene per i fiumi delle Marche”
Presa di posizione del WWF dopo le notizie che sono state diffuse dalla Regione
ANCONA – La Regione Marche attraverso un comunicato stampa del 24 settembre ha informato di aver ricevuto l’autorizzazione ministeriale, unica regione in Italia, all’immissione di trote iridee nei fiume delle Marche, attività che sarà effettuata dai primi di ottobre. L’immissione delle trote iridee dovrà essere autorizzata anche a seguito della procedura della valutazione di incidenza in base alla Direttiva Comunitaria Habitat e D.P.R. 357/97. Nello stesso comunicato stampa la regione riporta che l’autorizzazione ministeriale ha un ha una duplice valenza a carattere conservazionistico e sociale, dimostrando come sia possibile la coesistenza della conservazione del patrimonio naturalistico e lo svolgimento delle attività sportive.
“A riguardo di tale affermazione, il WWF Marche sottolinea – si legge in un comunicato diffuso oggi – come la conservazione dei fiumi delle Marche non può essere legata solamente ad un progetto (Life+ Trota) di immissione delle trote mediterranee autoctone (Salmo cettii) grazie al quale il ministero ha autorizzato anche l’immissione delle trote iridee (Oncorhynchus mykiss) specie alloctona e predatrice degli esemplari di pesci locali ed autoctoni, alcuni dei quali protetti dalla direttiva Europea “Habitat” recepita dallo stato italiano.
“Lo stato ecologico dei fiumi delle Marche e quindi della loro fauna ittica, è in cattive condizioni come dimostrato dai monitoraggi dell’ARPAM. Ciò è dovuto a molteplici fattori tra i quali inquinamento, prelievi di acqua per usi antropici, antropizzazioni varie e lavorazioni in alveo. Caso esemplare è il fiume Esino, dove recenti monitoraggi eseguiti dalla Riserva Ripa Bianca (2018-2020) hanno dimostrato le gravi condizioni ecologiche dei popolamenti ittici con la scomparsa della Lasca, specie in direttiva comunitaria, e la forte diminuzione della quantità e qualità ecologica dei popolamenti ittici rispetto dieci anni fa. I fiumi delle Marche sono ancora distanti dal raggiungimento del principale obiettivo della Direttiva Comunitaria “Acque” (2000/60/CE): il buono stato ecologico delle acque entro il 2027, obiettivo già prorogato dalla prima scadenza del 2015.
“Il WWF chiede alla Regione Marche – si legge sempre nella nota – di impiegare le risorse economiche anche per occuparsi della conservazione di tutte le specie ittiche autoctone dei fiumi delle Marche , e non solamente di una, con azioni di controllo degli scarichi abusivi, di eliminazione della frammentazione ecologica dovuta agli sbarramenti artificiali che i pesci non riescono a risalire per la mancanza di scale di rimonta adeguate, di controllo delle specie esotiche, di regolamentazione dei prelievi idrici superficiali e sotterranei, di garanzia del minimo deflusso vitale, di gestione fluviale che prevedano tecniche a basso impatto ambientale e riqualificazione ecologica. Il WWF Marche chiede alla Regione Marche di iniziare a sostenere concretamente i 14 Contratti di Fiume, di Lago e di Laguna, che interessano il il 65% dei territorio delle Marche, nati con un processo partecipativo delle comunità locali con l’obiettivo di una gestione e sviluppo sostenibile dei fiumi e la loro riqualificazione ecologica.
“Per quanto riguarda la reintroduzione di specie alloctone a scopo piscatorio il WWF chiede alla Regione Marche che tali reintroduzioni non vengano effettuate nei corsi d’acqua naturali, con un impatto sulle specie ittiche autoctone, ma nei laghi artificiali di pesca sportiva, come già vengono effettuate per altre specie di pesci, oppure nei canali artificiali di derivazione delle acque fluviali. Ciò consentirebbe un notevole minor impatto ambientale sulla fauna ittica locale ed una prevenzione e controllo maggiore della diffusione degli esemplari alloctoni.
“Con le azioni sopra esposte – conclude il WWF Marche – si incrementerebbe ulteriormente la valenza conservazionistica del progetto Life+ Trota mantenendo inalterato il valore sociale delle attività di reintroduzione degli esemplari alloctoni, raggiungendo realmente la coesistenza della conservazione del patrimonio naturalistico e lo svolgimento delle attività sportive”.
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