Il primo maggio l’ingresso a Pesaro del nuovo arcivescovo Sandro Salvucci
Il primo maggio l’ingresso a Pesaro del nuovo arcivescovo Sandro Salvucci
di PAOLO MONTANARI
PESARO – Una città in fermento Pesaro, ancora inebriata dai festeggiamenti per Capitale italiana della Cultura per il 2024. Infatti il 1 maggio 2022 sarà una data da ricordare per una doppia valenza: laica e religiosa.
Laica perché finalmente superate le regole della pandemia, Pesaro avrà di nuovo dal vivo il suo concerto organizzato dal Conservatorio Rossini, per la festa del Lavoro. E quella religiosa, per l’arrivo in città del nuovo Arcivescovo Metropolita monsignor Sandro Salvucci, maceratese e proveniente dalla parrocchia di Montegranaro.
Insomma festeggiamenti tutti marchigiani, che riecheggiano le parole del sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che in occasione dei festeggiamenti della città Capitale della cultura italiana, ha voluto sottolineare di fronte al presidente della regione Marche Acquaroli, che la festa è di entrambe le città marchigiane, Pesaro e Ascoli PIceno. Fino il periodo pastorale di un altro marchigiano, mons. Piero Coccia, ascolano, durato 18 anni, ora è attesa dopo la consacrazione episcopale, di un altro marchigiano, don Sandro Salvucci. Ad attenderlo vi saranno le autorità civili dal prefetto di Pesaro e Urbino Antonio Ricciardi, il questore, il sindaco Matteo Ricci e numerosi assessori, il presidente della Provincia Giuseppe Paolini, mons. Coccia che consegnerà la chiesa pesarese al nuovo pastore, le associazioni diocesane e le autorità militari.
E poi e soprattutto i pesaresi, che attenderanno l’arrivo del nuovo presule in piazza del Popolo e poi l’entrata ufficiale nella Cattedrale. Anche mons. Salvucci, dedica il suo percorso pastorale alla Madonna, e sicuramente uno dei primi impegni del neo arcivescovo sarà la visita al Santuario della Madonna delle Grazie, patrona della città. Gli osservatori ma anche i comuni cittadini, si stanno chiedendo quali saranno le linee guida della pastorale di mons. Salvucci.
Sicuramente dinamica e fortemente legata ai nostri tempi. Non per questo don Sandro è stato chiamato un prete social, ed apprezzato personalmente da Papa Francesco. In lui si ritrovano dunque varie componenti, quella del teologo morale non solo docente, ma divulgatore, che ha trovato nel movimento dei focolarini una precisa collocazione spirituale e quella del comunicatore diretto semplice e spontaneo.
Sentendo le sue prime parole, la sorpresa che ha voluto il Signore, per la sua nomina vescovile, mi sono tornate in mente le parole timide e timorose di papa Giovanni Paolo I, papa Luciani, che in 33 giorni, è riuscito a creare una sintetica catechesi.
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