Arretramento della ferrovia, si fa duro lo scontro tra Ricci e la Regione
Arretramento della ferrovia, si fa duro lo scontro tra Ricci e la Regione
Il sindaco di Pesaro: “Basta divisioni: così si perde un’opportunità storica di 1.8miliardi per la modernizzazione delle Marche”. La replica di Francesco Baldelli: “Reazione incomprensibile e scomposta. Non ha neppure partecipato agli incontri istituzionali con gli altri sindaci. Lo sviluppo di Pesaro e della Regione devono andare di pari passo”
ANCONA – Sull’arretramento della ferrovia si fa duro lo scontro tra il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci e la Regione. “Nessuno si permetta di mettere in discussione l’investimento di 1,8 miliardi per il potenziamento della dorsale Adriatica nelle Marche, così perdiamo un’opportunità storica per tutto il territorio”. Il sindaco Matteo Ricci si dice “sconvolto” dal dibattito emerso sul tema dell’arretramento della Ferrovia. “E’ avvilente. Così – afferma – corriamo il rischio di isolare e declassare la nostra regione – spiega –. Mi chiedo se questi finanziamenti fossero arrivati in un’altra città marchigiana sarebbe cambiato qualcosa? L’assessore Baldelli si deve ricordare che Pesaro fa parte delle Marche£.
Nella conferenza di questa mattina, cartine geografiche e pennarelli alla mano, Ricci ha ripercorso l’iter che ha portato l’inserimento del piano di fattibilità dell’arretramento della ferrovia nella proposta di finanziamento di 5 miliardi (suddivisi in 5 regioni: Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia) per il potenziamento della Bologna-Lecce.
“Sono fondi del Bilancio pluriennale dello Stato, che arriva fino al 2033 – continua Ricci -. Dopo una forte discussione nazionale dovuta al fatto che nel PNRR non erano stati inseriti progetti che riguardavano la tratta adriatica, il ministro Giovannini è riuscito a convincere il premier Draghi e il ministro dell’Economia Franco a stanziare 5 miliardi per la Bologna-Lecce”.
Allo stesso tempo il ministro alle Infrastrutture e Trasporti “ha chiesto l’inserimento della tratta nei corridoi Ten-T”.
Una rete che favorisce l’integrazione dei Paesi europei in vista di un mercato unico e “che prevede un processo di ammodernamento continuo che potrebbe portare ad una rete in grado di accogliere un treno ogni 8 minuti. Un’opportunità storica e da prendere al volo, ma in Regione la reazione sembra essere tutt’altra”.
“Nell’intervento che abbiamo proposto – ha poi aggiunto Matteo Ricci – c’è anche Fano, un intervento che riteniamo strategico. L’arretramento consentirebbe anche a Fano di mantenere la stazione in un luogo centrale, e allo stesso tempo di intercettare anche le merci.
Per la realizzazione del tratto fanese servono circa 5-600milioni. L’inserimento nella rete Ten-T in questo senso è strategico perché può consentire di intercettare altri fondi europei. Se la Regione smette di fare demagogia e si concentra sulle priorità nei prossimi anni potremmo completare l’investimento. Non serve fomentare campanilismi o creare divisioni, non bisogna trasformare un’opportunità storica in un problema”.
L’idea dell’arretramento della ferrovia nasce nel 2012, “con l’aggiornamento del PTC (Piano Territoriale di Coordinamento) della Provincia. Ai tempi – spiega Ricci – inserimmo una norma di salvaguardia del tratto di territorio perché, se volevamo potenziare la ferrovia nel versante adriatico, non potevamo pensare di far passare il treno in riva al mare”.
Da quel primo studio passarono anni di stallo, “poi nel 2018 emerse la volontà di Ferrovie dello Stato di intervenire sul nodo pesarese, per recuperare 4 minuti sulla tratta. Ma a condizioni diverse: il ministero, infatti, non era d’accordo sullo spostamento della ferrovia dai centri abitati, perché avrebbe causato la perdita dei passeggeri”.
Da lì il cambio di rotta, verso la proposta di arretrare la ferrovia lungo l’asse autostradale e spostare la stazione a circa due chilometri da quella attuale. “Una posizione strategica per intercettare anche il trasporto merci”. Un progetto del costo complessivo di 1.2miliardi di euro, che prevede anche la realizzazione della Green Line. “Una nuova circonvallazione sostenibile, un tratto sormontabile e attraversabile a piedi e in bicicletta, al posto delle attuali rotaie. Un modo per trasformare uno spazio di divisione in uno spazio di unione”.
In serata non si è fatta attendere la replica dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Francesco Baldelli, chiamato in causa dal sindaco di Pesaro.
“Non si riesce davvero a comprendere – afferma Baldelli – la reazione scomposta e aggressiva del sindaco di Pesaro in merito alla questione della ferrovia adriatica. Sarebbe invece opportuno, per il bene delle comunità, che le istituzioni dialogassero nelle sedi opportune confrontandosi sui temi e sulle istanze provenienti dai territori per individuare le migliori soluzioni possibili.
Così ha fatto la Regione Marche anche in questa occasione, avviando un confronto costruttivo con tutti i Sindaci interessati, i quali hanno partecipato alla riunione del 30 marzo scorso.
Al contrario, il sindaco di Pesaro ha preferito non partecipare, non delegare nemmeno un assessore, ma inviare un suo collaboratore, fuggendo così dal confronto di carattere istituzionale con i colleghi sindaci e con la Regione, per poi preferire monologhi in conferenza stampa.
“Partecipando, Ricci – aggiunge l’assessore Baldelli – avrebbe infatti potuto comprendere le proposte e le preoccupazioni espresse in un clima costruttivo da tutti i Sindaci, i quali hanno dimostrato un’ apprezzabile volontà di costruire una visione unitaria in grado di rafforzare Pesaro e tutta la Regione nel confronto con il Ministro delle Infrastrutture.
“In quell’occasione – dichiara ancora Francesco Baldelli – è stata manifestata profonda preoccupazione perché l’aumento del traffico merci sulla dorsale adriatica è destinato a penalizzare il traffico passeggeri a livello locale. Considerato anche che ogni intervento di arretramento comporterebbe, come indicato dall’attuale soluzione proposta dal Ministero, lo smantellamento della attuale linea con danni irrimediabili al trasporto pubblico locale e alle buone pratiche di quei cittadini che oggi preferiscono il treno all’auto.
“Interventi così significativi – secondo Baldelli -, vanno valutati nel loro complesso, poiché se calati dall’alto e senza alcun confronto con il territorio, rischiano di essere una condanna e non elementi di crescita per le nostre aziende.
Scelte di questo tipo non possono essere definite in maniera individuale, senza coinvolgere i territori interessati e senza confrontarsi con tutti gli altri comuni della dorsale adriatica che si vedranno sfrecciare un treno merci ogni 8 minuti.
“Non si tratta di potenziare la linea adriatica, ma di trasformarla in linea privilegiata Nord-Sud per il trasporto merci da e per Taranto e Gioia Tauro.
Sarebbe devastante l’impatto sui territori, come evidenziato dalle previsioni fornite dal Ministero, che indicano come lungo le nostre città transiteranno fino a 176 treni merci al giorno, 100 dal Porto di Taranto e 76 da quello di Gioia Tauro, una cifra insostenibile che, oltre a non tener conto dell’impatto sul traffico passeggeri locale, è incompatibile con l’orografia e con la presenza di numerose strutture dedicate al turismo. Inoltre, è incomprensibile come non vengano presi in considerazione i treni in partenza dai porti e dagli interporti di Marche e Abruzzo, come se lo sviluppo economico-imprenditoriale del Centro Italia fosse secondario.
“Invitiamo, infine, il sindaco di Pesaro – conclude l’assessore regionale Francesco Baldelli -, a partecipare alle prossime riunioni insieme agli altri sindaci, al fine di disegnare una visione unitaria delle infrastrutture che è mancata nel passato, e che non può essere affrontata in maniera solitaria rischiando di scadere nella autoreferenzialità”.
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