La nuova sfida di Pesaro, Ricci e Perugini: “Al lavoro per farla diventare la città più accessibile d’Europa”
La nuova sfida di Pesaro, Ricci e Perugini: “Al lavoro per farla diventare la città più accessibile d’Europa”
PESARO – Più di 150 persone intervenute, 4,5 ore di confronto, 6 tavoli di lavoro tematici, proposte, criticità, iniziative e scambi. Gli “Stati Generali dell’accessibilità pesarese” appena conclusi al Centro Arti Visive Pescheria si sono rivelati «Una giornata attesa, voluta, partecipata. Che mancava» ha detto Marco Perugini, presidente del Consiglio comunale, con delega alla realizzazione del Peba di Pesaro, ideatore dell’iniziativa insieme alla Garante dei diritti delle persone con disabilità Maruska Palazzi.
«Fa bene al cuore e a Pesaro vedere oggi così tanta partecipazione» ha detto Perugini, nell’aprire i lavori e nel presentare i relatori degli Stati Generali. «Insieme a loro – ha sottolineato – è iniziato un cammino che ci accompagnerà nella realizzazione di una città sempre più inclusiva. Nell’agosto scorso il sindaco Ricci mi ha delegato a seguire la redazione del Piano di eliminazione delle barriere architettoniche di Pesaro; un’esigenza emersa anche dal Consiglio comunale della città, di cui sono davvero orgoglioso per la sua sensibilità». Sul Peba ha precisato sarà caratterizzato, «dall’elaborazione condivisa e dal suo essere innovativo», per poi aggiungere: «Sviluppiamo questo piano in ritardo ma lo facciamo prevedendo tutto ciò che l’innovazione tecnologica mette oggi a disposizione». Il presidente ha ricordato come il Piano «non sia l’obiettivo finale, ma uno degli strumenti per pianificare al meglio gli interventi, per risolvere situazioni critiche, per creare nuove opportunità». Soprattutto nel concretizzare le nuove opere pubbliche, infrastrutturali e le riqualificazioni di contenitori urbani che vedranno la luce nei prossimi anni, «grazie al PNRR e ai circa 80 milioni di euro di finanziamenti che il nostro Comune è riuscito ad intercettare con il prezioso lavoro del vicesindaco Vimini». «Abbiamo chiare potenzialità e visione – ha aggiunto – e le utilizzeremo nella progettualità di Capitale italiana della cultura 2024 per guardare a un’altra sfida: candidarci al City Award, come città più accessibile d’Europa. Per farlo, dovremmo concentrarci su ogni aspetto: dall’eliminazione delle barriere architettoniche private e pubbliche all’eliminazione delle barriere virtuali, sensoriali e culturali». Una visione d’insieme che condurrà verso il più ampio “Piano di accessibilità urbana”, che «consentirà a chi amministra e a chi amministrerà in futuro Pesaro di uno strumento progettuale a breve e medio termine dalle linee chiare e dalle priorità rigorose».
Il sindaco Matteo Ricci, oggi a Procida in occasione dell’apertura del suo anno da Capitale italiana della cultura 2022, in un videomessaggio ha ricordato l’importanza degli Stati generali: «Una giornata fondamentale per il futuro di Pesaro e per il suo livello di civiltà. L’accessibilità è una sfida culturale: se nelle città vivono bene coloro che hanno delle disabilità, vivono meglio tutti. Non dobbiamo dimenticarci che una città più accessibile è anche più attrattiva e che dobbiamo fare ancora molto su questo tema: serve un lavoro di squadra e una politica comune di accessibilità per Pesaro. Una progettualità che riguardi l’urbanistica, i lavori pubblici, le attività economiche, turistiche, gli spazi di aggregazione e quelli culturali». Dopo la sfida vinta di Capitale Italiana della Cultura, Ricci lancia un altro grande sogno: «Diventare Capitale italiana dell’accessibilità. Risultato che si può raggiungere solo con un lavoro coordinato».
Ad aprire i lavori, durante la seduta plenaria, anche l’intervento del Ministro per la disabilità Erika Stefani, che ha ricordato come, anche a livello nazionale, «Sia prevista l’istituzione del Garante, a garanzia dei diritti delle persone con disabilità. Avere questa figura a livello locale è un riconoscimento dell’attenzione che l’Amministrazione dedica alle persone con disabilità. La città di Pesaro si è resa conto che sta cambiando la visione su questo mondo, fino a poco fa letto solo con uno sguardo assistenzialistico. Oggi, l’attenzione alle disabilità è al centro di progettualità e visioni delle istituzioni e rientra in tutte le strategie previste nelle agende del Governo. Non possiamo pensare che le disabilità abbiamo un solo angolo di focalizzazione: attraversano tutte le materie, proprio come il Pnrr. Dobbiamo lavorare insieme, con la società intera, in co-progettazione, per dare finalmente una risposta efficace alle istanze dei più fragili e delle loro famiglie».
L’intervento ha anticipato la relazione di Maruska Palazzi, nominata, un anno fa, Garante per i diritti delle persone con disabilità. Dodici mesi, «durante i quali ho avuto un centinaio di contatti diretti che mi hanno fatto comprendere la rabbia e la delusione di molti, la preoccupazione di altri». Molte delle situazioni incontrate, «hanno già percorsi definiti e servizi attivati ma c’è un problema di coordinamento generale: c’è bisogno di un luogo unico in cui collocare la totalità delle indicazioni che riguardano la disabilità nel nostro territorio». Un’urgenza in cui si inserisce quella di dotarsi di un Peba «capace di cambiare l’approccio dei professionisti/progettisti interni all’ente, oltre che degli esterni». Altra necessità, «Implementare i posti e le esperienze nei centri diurni e migliorare le pratiche legate al lavoro». Palazzi ricorda come, nel suo anno da Garante, abbia «compreso il vuoto nel tempo extrascuola e una cultura nella scuola che non è sempre alta». «Abbiamo bisogno di aumentare la cultura con la conoscenza. I cittadini sono disposti ad aprirsi alla diversità, che non è altro che normalità, ma hanno bisogno di più occasioni di confronto, com’è quella di oggi» ha aggiunto. E tra le azioni a cui ha preso parte, come Garante, Palazzi ha ricordato: l’avvio della commissione PEBA; la collaborazione all’organizzazione degli Stati Generali dell’accessibilità, una giornata, «che dimostra il coraggio di un’Amministrazione pronta a dialogare direttamente con i cittadini»; la realizzazione di una pagina dedicata ai servizi legati alla disabilità all’interno del portale del Comune; diverse azioni di sensibilizzazione, come la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo promossa insieme al liceo Mengaroni.
È stato poi il momento di Filippo Vitali e Victoria Olivieri, della 3^ indirizzo internazionale del liceo Mengaroni che hanno presentato il progetto “Art for all: All inclusive approach to cultural heritage”, un partenariato europeo Erasmus+ di cui l’istituto pesarese è capofila e che vede coinvolti anche studenti e docenti di scuole di Portogallo, Belgio e Bulgaria «nell’individuare le barriere ostacolo alla piena fruizione dell’arte per poi abbatterle». Obiettivo che i ragazzi della città hanno cercato di raggiungere focalizzando il loro intervento su due opere, la Pala del Bellini e la Medusa del Mengaroni. «Vogliamo rendere l’arte e i musei accessibili a tutta comunità, attraverso nuove metodologie che permettano a un pubblico sempre più ampio di fruire del patrimonio della città».
Tra i progetti presentati, anche quello dell’istituto “Bramante-Genga”: «Stiamo studiando l’accessibilità della spiaggia in concessione e del tratto “libero” di Baia Flaminia – ha detto Luca Bondi, docente – e la riqualificazione del Monumento ai caduti presente nell’area. Un tema che, in questo momento, ha un valore aggiunto. I ragazzi sono molto coinvolti e parteciperanno a una simulazione dell’accessibilità allo stesso, per gli utenti in carrozzina. L’esperienza servirà loro a comprende che, nella loro progettualità, devono fare più di quello che richiede la legge».
A chiudere la prima parte degli Stati generali dell’accessibilità pesarese, è stato infine Gian Marco Revel, professore dell’Università Politecnica delle Marche, che ha presentato la road map del Peba, commissionata da Perugini, per conto dell’Amministrazione: «Ci siamo proposti di portare la tecnologia più all’avanguardia al servizio delle persone fragili. Abbiamo avviato un percorso complesso, che richiede molta compartecipazione e impone a noi tecnici un cambio di prospettiva». Le fasi prevedono, «di individuare una strategia comune con i tecnici del Comune; individuare “soluzioni tipo”; assegnare le priorità agli interventi associandole ai costi di fattibilità. Entro l’anno produrremo un’ipotesi di intervento e la presenteremo alla comunità. Raccoglieremo, grazie all’utilizzo della tecnologia, le necessità dei pesaresi e le condivideremo con i tecnici del Comune, un passaggio fondamentale nel percorso di evoluzione dell’approccio culturale, non scontato, che ci siamo posti. Abbineremo, infine, le soluzioni di abbattimento delle barriere con l’efficacia di strumenti innovativi. Azioni che sottoporremo ancora una volta alla valutazione della cittadinanza. Sarà questa l’ultima fase verso la realizzazione del Peba».
A seguire sono stati i sei Tavoli di lavoro, dislocati tra la Pescheria, palazzo Perticari e le aule del liceo Mengaroni. Tra questi, quello dedicato al “Peba, urbanistica, mobilità e Ict” che ha avuto, come facilitatori, gli assessori Riccardo Pozzi, Heidi Morotti ed Enzo Belloni, che ha sottolineato, l’interesse per una «tematica che per motivi familiari e di lavoro vivo quotidianamente; esperienza che mi permette di vedere le due facce della medaglia: le difficoltà del disabile e la complessità che un amministratore vive». Nel dibattito, sono «state evidenziate alcune criticità ma sono emersi anche i tanti servizi che Pesaro ha.Penso ad esempio alla figura del Garante e al servizio trasporto disabili effettuato dalla Protezione civile». Belloni, ha preso ad esempio la Bicipolitana, per spiegare la modalità trasversale e di lungo respiro «che dobbiamo adottare come metodo di lavoro. Nata nel 2005, la Bicipolitana conta oggi 93Km di piste. Abbiamo impiegato anni per arrivare a questo risultato, che abbiamo ottenuto sfruttando l’energia dell’Amministrazione, lo spirito collaborativo delle realtà locali e intercettando tante risorse economiche».
A fare un resoconto del tavolo dedicato alle Politiche educative è stata l’assessora Camilla Murgia: «Le barriere meno visibili che riducono l’accessibilità nelle scuole sono quelle di comunicazioni, sociali, d’inclusione nel gruppo classe. Per abbatterle abbiamo deciso di prendere la parola “Passaggio” come linea guida, a sottolineare un tracciato lineare che la scuola deve offrire nella formazione dell’individuo. Si inserisce qui, il valore di una formazione che riguardi anche il tempo libero extra-scolastico e che metta in rete scuola, famiglie, ragazzi e contesto sociale. Una sfida che la città può cogliere e che i Servizi educativi di Pesaro possono raccontare e portare al di fuori dell’edificio scolastico per dire “no” alle barriere, sia in entrata, sia in uscita».
L’assessore Luca Pandolfi ha restituito il lavoro emerso nel dibattito dedicato alle “Politiche sociali”: a partire dalla «Preoccupazione del passaggio di alcuni Servizi dal sociale al sanitario» per proseguire con la «Necessità di riproporre gli Stati generali dell’accessibilità, un momento in cui la cittadinanza si ferma a riflettere e fare proposte sul tema con una visione complessiva». È necessaria un’analisi della situazione attuale ma lo è altrettanto prevedere azioni immediate, mettere i primi tasselli che conducano verso il Peba e il Piano di accessibilità poi». Tra questi, gli interventi per rendere accessibili le spiagge» e l’adozione di un «Pensiero creativo per guidare le prossime scelte».
Si è parlato anche di “Sport associazionismo e tempo libero”, durante la mattinata. Mila Della Dora, assessora, ha riportato la discussione dopo aver ricordato l’opportunità dei Buoni Sport del Comune (per cui è possibile fare richiesta fino al 6 maggio) dedicati alle famiglie con ragazzi con disabilità. Tra le proposte lanciate, «Individuare figure qualificate, come giovani universitari, per accompagnare le persone con disabilità in passeggiate e visite. Persone in grado di comprendere la disabilità specifica e per le quali sia possibile prevede un’opportunità di lavoro». Tra i suggerimenti, anche la mappatura dei luoghi con barriere acustiche, «dall’impatto particolarmente pesante per chi soffre del disturbo dello spettro autistico». È poi necessario «dare opportunità di tempo libero per le famiglie con ragazzi con disabilità in vacanza a Pesaro: da prevede pacchetti specifici comprensivi di iniziative sportive, culturali e naturalistiche».
Numerosi i partecipanti al tavolo “Cultura, attività economiche, turismo; Lavoro” facilitato dall’assessora Francesca Frenquellucci e dal vicesindaco Daniele Vimini, che ha ricordato la varietà degli interventi (tra cui quello di Giorgia Righi, intervenuta sulle barriere di accesso alle ville storiche) a testimonianza della «complessità e trasversalità del tema». Per Vimini è stato un confronto, «necessario per arrivare a una visione di consapevolezza e al nodo vero: la comunicazione, come rendere percepibile la rete esistente di servizi e come comunicare gli sforzi futuri che dovremmo fare». Sin da oggi, a partire da Pesaro Capitale italiana della cultura 2024, riconoscimento che pone la «cultura al centro, sia come obiettivo che come responsabilità. Nel tavolo abbiamo respirato l’orgoglio di lavorare a una Capitale della cultura che sia il più possibile inclusiva; che faccia diventare Pesaro 2024, un modello tra le Capitali della cultura italiane. Proveremo a innalzare l’obiettivo della nostra offerta, puntando sull’inclusione, guardando a una nuova sfida: diventare la Città più accessibile d’Europa. Per farlo prenderemo le buone pratiche di Lubiana, nostra città gemella, che ha ottenuto questo obiettivo».
A chiudere è stato Flavio Nucci, sociologo, già responsabile politiche del lavoro Provincia Pesaro e Urbino, che ha evidenziato come quella pesarese, «Sia una realtà territoriale molto ricca dalla quale è emersa la volontà di avere un luogo dove incontrarsi, che sia rappresentativo delle varie realtà e necessità». Dobbiamo recuperare il tempo “rubato” dalla pandemia e cogliere la grande opportunità di progettazione data dal Pnrr per fare di questa, una città sempre più solidale ed efficace». Si deve poi, abbandonare il retaggio della “Barriera culturale”, cosa che i giovani stanno facendo: per i ragazzi non c’è più connessione diretta tra “diverso” e “disabilità”, dobbiamo prendere e fare nostro questo loro sguardo per creare condizioni per città inclusiva».