La vita impressa, un viaggio aristotelico attraverso 34 capitoletti
La vita impressa, un viaggio aristotelico attraverso 34 capitoletti
di TIBERIO CRIVELLARO
L’esistenza di un poeta, anche in punto di lingua, riceve l’epifania dell’inchiostro (ciò che dissetava Roberto Sanesi) nella stampa del suo lavorìo. Ma sono pochi a goderne, il consenso pubblico è sempre meno ferinamente vivace nei “fondali” di un’arte che rischia l’estinzione a causa di tanti pseudo cantori che annoiano, disturbano perfino nelle tante banalità di luoghi comuni.
Discorso ormai ritrito da non spendersi qui. Non è utile sottrarre spazio a “La vita impressa” (Book Editore) di Ranieri Teti. “Crediamo di liberarci (infine) dei luoghi che lasciamo dietro a noi. Ogni giorno un po’ di più andiamo incontro a quello che fuggiamo” sono le parole di Pascal Quignand, citazione appropriata che ben introduce nel contesto, il magma del poemetto. Perché ogni rimosso ha il suo ritorno e la sua esplorazione può causare inciampi, far suo ostaggio anche il poeta.
Non in questo caso. Svolgere immagini oniriche diurne attraverso la prosa che racconta, infine, di noi stessi, non è adatto alla moltitudine di autorucoli arroganti che infestano il panorama letterario. “La vita impressa” è costituita in brevi capitoletti, ognuno è un breve racconto in poesia senza l’uso consueto dei versi, un viaggio aristotelico attraverso i 34 capitoletti. Lo stile suggestivo e immaginifico ricorda i tratti “lucidi” di Borges.
Si plaude a questo autore e non di meno l’ebbra astrazione nell’esemplarità dei seguenti tratti: “Tra le onde dell’inchiostro…Nei movimenti dell’invisibile. E alla deriva del freddo…Quando sono i passi a forgiare la terra…(e) i nomi a fondere l’essere…Riprendendo l’inconoscibile…La vita impressa…” Quando un poeta combatte e ferisce lo stolto con la sola parola fa un rumore terribile. Come tanti ucraini mettono alla corda il tiranno che ammutolisce nel suo sporco tempo.
RANIERI TETI
LA VITA IMPRESSA
Book Editore