Corridonia, si respira gratitudine ai funerali di Francesco Amico
Corridonia, si respira gratitudine ai funerali di Francesco Amico
di MASSIMO CORTESE
CORRIDONIA – Quando muore qualcuno, è sempre difficile parlare del suo funerale. Se poi la persona in questione è l’anconetano di adozione Francesco Amico, che incontrò il movimento di Comunione e Liberazione nel 1975, quando frequentava la sezione C dell’Istituto Tecnico Commerciale ad indirizzo mercantile “Benvenuto Stracca” di Ancona, una cosa è certa: è semplicemente doveroso farlo, per le persone che lo hanno conosciuto e soprattutto per coloro che non hanno avuto una tale fortuna. Nato in Puglia, si era trasferito da bambino nella nostra città.
L’incontro con lui avvenne grazie al professore di religione Alberto Pianosi, che sarebbe stato ordinato sacerdote il 6 dicembre di quell’anno. Don Alberto lo soprannominò Manina Kid, tanto che io e molti altri lo abbiamo sempre conosciuto con il nome d’arte di Manina, per via di quelle sue mani con cui strimpellava in ogni luogo con l’inseparabile chitarra.
Ma torniamo ai funerali, che sono stati celebrati alle ore 16.00 a Corridonia da don Aldo della Fraternità di San Carlo Borromeo nella Chiesa dei santi Pietro, Paolo e Donato. Don Aldo ha tratteggiato l’elemento essenziale della personalità di Francesco: la generosità, unita ad una grande fede. Francesco è diventato amico di tutti grazie alla musica. Questo, a dire il vero, caro don Aldo, lo sapevamo già. La cosa sorprendente – e questa è realtà, basta controllare – è che la liturgia del giorno, quella di santa Brigida, che si festeggia proprio il 23 luglio, si addiceva totalmente alla testimonianza terrena di Francesco, soprattutto nella parte nella quale dice: “io sono la vite e voi i tralci”. E ancora: “Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far niente”. Francesco ha sempre portato molto frutto.
Dopo la funzione vi sono state alcune testimonianze. Tutte bellissime. Peraltro, i funerali sono stati registrati e chiunque può rivederli. Mi ha colpito un signore tedesco, che ha evidenziato la passione di Francesco per alcuni piatti della tradizione culinaria polacca. A Francesco piaceva mangiar bene. Lo ha sottolineato anche una signora che ha raccontato di alcune gite in moto. La sua prima preoccupazione era quella di trovare un locale dove si mangiasse bene.
Infine, è stata la volta della moglie Barbara Torresetti, e qui abbiamo visto spuntare qualche lacrimuccia. Barbara, anche a nome dei quattro figli, ha ringraziato tutti per le testimonianze di affetto di questi giorni. Ha riferito che Francesco, fino all’ultimo giorno, ha detto con lei l’Angelus e un’altra preghiera alla Madonna dell’Ambro, dove erano stati in una delle loro ultime gite. Barbara inoltre ha voluto che l’amica di famiglia Giulia Merelli leggesse la poesia intitolata “Papà “ scritta e dedicata a Francesco dal quarto figlio Riccardo. Sembrava non ci fossero problemi, ma non era così: Giulia infatti era visibilmente emozionata, stava per piangere; poi, però, si è fatta forza e ha letto la poesia scandendo bene le parole, che sono: “ Papà, forse sei ancora in viaggio, ci vuole un po’ per il Paradiso. Intanto ti mando questo messaggio, spero lo riceverai con un sorriso. Sei sempre stato l’uomo più saggio che abbia mai vissuto e riso. Porterò avanti il tuo retaggio, vedi, lo porto già sul mio viso”.
I canti eseguiti alla funzione sono:
Narrano i cieli
Offertorio: suite in sol maggiore di Bach suonata da Matteo Torresetti
Alla Comunione sono state eseguite Canzone degli occhi e del cuore e Favola di Claudio Chieffo. Canto finale l’Ave Maria di Chieffo.
Nel congedarci da Francesco Amico, nel dargli l’Arrivederci, siamo grati al Signore per la sua compagnia.
(Le fotografie sono di Stefano Sacchettoni)
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