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A Overtime, il Festival di Macerata, grande risalto anche al pugilato

A Overtime, il Festival di Macerata, grande risalto anche al pugilato

di GABRIELE FRADEANI

MACERATA – Overtime Festival di Macerata, giunto alla sua dodicesima edizione, dopo la pausa Covit ha fatto letteralmente un exploit coinvolgendo in 5 giornate la bellezza di sessantanove eventi sparsi per tutta la città nelle biblioteche, nelle aule magne della Università e delle scuole, nei ristoranti, nei bar, nei teatri ed all’aperto coinvolgendo centinaia di persone sui temi più disparati in cui l’interesse verso lo sport era sicuramente preponderante. Per  lo sport citiamo solo , per dare l’idea dello standing degli avvenimenti, i due “Roberto”  Cammarelle e  Mancini  senza togliere nulla agli altri personaggi, tutti di livello.

Diciamo subito con orgoglio e piacere che al pugilato è stato dato un  risalto particolare: il 5 ottobre presso l’aula magna Gentili, Roberto Cammarelle con il questore di Macerata Vincenzo Trombadore e la sociologa Silvia Agnani hanno svolto il tema “La bellezza di essere unici”; il 6 il commercialista prof. Andrea Fradeani della Università di Macerata, a suo tempo pugile dilettante, ha parlato sui “bilanci delle società sportive , regole di moderazione, problematicità e codifica digitale” con particolare riferimento al calcio ma applicabile ad ogni Federazione; il 7 sono intervenuti il Presidente regionale Luciano Romanella, il Segretario Nazionale Dott. Alberto Tappa, l’Avv.to Andrea Altieri Presidente del Tribunale Federale della FPI, il Presidente della Corte di Appello Federale  e Professore della Università di Macerata Avv.to Francesco Fradeani ed illustri giuristi della stessa Università sul tema  “La giustizia nello Sport. Le regole a difesa dell’etica sportiva”. Interventi che hanno coinvolto la “noble art” per oltre 6 ore complessive.

In estrema sintesi, nella prima giornata Roberto Cammarelle ha parlato della unicità di ogni persona e dello sport del pugilato. Richiesto dal moderatore, ha parlato della sua carriera, da quando a 11 anni ha cominciato a frequentare  la palestra mentre venivano proiettati degli spezzoni sul suo match contro il cinese Zhang Zhilei che gli valse la medaglia d’oro e su quello, rapina, contro l’inglese Anthony Joshua. Due le domande più interessanti dal pubblico: sul perchè avesse accettato ostentando “fair play” il verdetto scandaloso contro Joshua e sul suo mancato passaggio al professionismo quando era all’apice della sua ineguagliabile carriera con tre medaglie olimpiche guadagnate: oro, argento e bronzo e due mondiali.

“In effetti – ha risposto – ho ricevuto proposte molto interessanti economicamente ma,  a parte la mia maggiore propensione per la boxe Olimpica e i miei disturbi alla schiena (due operazioni di ernia del disco) il motivo più importante, anzi quello dirimente, è stato che per le regole di allora avrei dovuto dimettermi dalla polizia, che mi ha accolto da giovanissimo quando ero poco più che una  promessa e mi aveva portato ad essere quello che ero diventato: un campione mondiale e Olimpico. Mi sarei sentito un traditore ad abbandonare le Fiamme Oro per una questione di denaro: non avrei mai potuto farlo” Parole accolte con una vera ovazione e con la visiva approvazione del questore che ha stigmatizzato tale comportamento. “Per quanto riguarda il verdetto contro l’inglese Joshua – ha continuato – non posso dire che non mi abbia fatto male ma le regole e soprattutto i verdetti vanno accettati anche quando li riteniamo ingiusti e questa, mi rivolgo soprattutto ai giovani, è una regola principe in ogni campo della vita: bisogna imparare che anche perdere contribuisce alla crescita dell’individuo”.

Nella terza giornata il Presidente regionale Romanella ha introdotto i lavori ed ha parlato di etica della necessità di comportamenti virtuosi e si è soffermato a tratteggiare il pugilato nelle Marche “una piccola regione come estensione  ma di grandi qualità”. Ha citato le trentaquattro società affiliate, i due campioni italiani professionisti: Mattia Occhinero nei piuma e Charlemagne Metonyekpon e nei dilettanti la campionessa d’Europa Valentina Marra. L’Avv.to Andrea Altieri si è soffermato lungamente sulla figura del giudice sportivo, individuandone le specificità del ruolo, ma anche le numerose difficoltà concrete nell’assolvere pienamente, in modo efficace e tempestivo, al compito di assicurare il rispetto delle regole del diritto sportivo, spesso in condizioni di particolare difficoltà ambientale e materiale, sempre però in un’ottica di servizio, terzietà ed imparzialità di giudizio.”

Il segretario Tappa ha portato i saluti del Presidente Federale Flavio D’Ambrosi, si è soffermato sulla particolare importanza della giustizia nello sport e sul fondamentale ruolo delle Federazioni sportive nell’assicurarne il funzionamento e l’efficacia, al fine di garantire il regolare svolgimento delle numerose, quotidiane, attività sportive nel territorio, sia a livello locale che nazionale ed internazionale.” Infine, l’avvocato  Francesco Fradeani ha ricordato come sport, etica e giustizia siano indissolubilmente legati tra loro, in primo luogo come volano educativo per i giovani, affiancandosi, più che efficacemente, alla scuola ed alla famiglia; in secondo luogo come concreto deterrente di fronte a comportamenti antisportivi che possono minare la credibilità e correttezza delle competizioni sportive, infine come esempio e metafora per la vita di tutti i giorni, per affrontarne le difficoltà con forza, coraggio e speranza nel futuro.

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