L’angelo e il tempo, raffinati poemetti di Vincenzo Guarracino
L’angelo e il tempo, raffinati poemetti di Vincenzo Guarracino
di TIBERIO CRIVELLARO
Come si declina la cultura del vanesio, tra intrighi, favoritismi e le autocelebrazioni? Come si declinano poesia e poeti tra le marginalità dei poco noti e quelli noti perché direttori di collane (ad esempio, di Mondadori, Einaudi o la piccola Edizioni del Leone)?
Come si declinano il riconoscimento intellettuale e quelli che hanno molto da dire nelle tante conferenze in Italia senza principeschi gettoni e persino, a volte, neppure spesati del viaggio? L’ensemble delle declinazioni ne prospetta una, in questo caso, quella delicata ma efficace verbalità del verso: quella di Vincenzo Guarracino ne “L’angelo e il tempo – E altri poemetti edito dalla “piccola” Book Editore (in località Ro – Riva del Po – Fe) che da 35 anni pubblica solo “tipi” di qualità.
“L’angelo e il tempo…”: “Visione (non) elementare” tra “Una storia semplice”, partendo dai “Frammenti di Cilento”. “Risalendo la Val Camonica” e i preziosi versi di mille “Periodos”. Anche “Nel nome del padre” per “Scri/vi/vere” ancorché la “Ballata delle parche”. Così giocando con i titoli dei capitoletti della raccolta a segnalare la coniugazione di versi, quali: “…Dies diem docet/ infima inguinum parte/ facendosi in torno il deserto”, e per annotare che “Qui è come riapparisse al desiderio (…)” ove “Ripensa la rosa la sua anima (…) /E ti pensa, Roberto, da ogni morta/ natura la polvere l’esilio…/…e l’astratta insistenza dell’assillo/ in agguato nella nebbia di Brianza (…)”, è il fulmineo riferimento all’amico fraterno Roberto Sanesi, grande poeta, traduttore e autore di arte visiva, scomparso nel 2002.
Stillando esempi vicini al tempo di Guarracino, delle sue radici, dei suoi cari, quasi un sunto: “Qui dove il pensiero fu sognato (…) /La vita ha diritto alla memoria (…) /Espresso nell’evento che lo pensa (…) /É in questa imminenza che si gioca (…) /L’istante di infiniti appressamenti (…) /Nel confuso chiarore meridiano (…) /Dove la canicola è inclemente (…) /Nell’errare beato per colline (…) /Ecco oltre i mari degli ulivi (…) /Tra cristalli di verde all’orizzonte (…) /S’impiglia ad una guglia di maiolica (…) /L’me ne vogl’ire a lo Cilento (…) /Vincenzo che esorcizza il senso arcano (…) /Di un presente di attimi già ieri (…) /Come il sogno niente al sogno assomiglia (…)”. Dopo i “Dieci inverni”, raccolta pubblicata da Guarracino nel lontano 1989, sono trascorsi trent’anni prima da “L’Angelo e il tempo…”
Qui la misurazione dei versi, apparentemente in “economia”, i testi sono raffinati, il linguaggio è cólto e dolce nell’incedere della lingua poetica. Bell’esempio in un panorama quasi cimiteriale con rare anime viventi, tanto è raro oggi trovare eguali. Vincenzo Guarracino è anche critico letterario, d’arte e traduttore. Quest’Angelo vi custodisca…in libreria.
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VINCENZO GUARRACINO
L’ANGELO E IL TEMPO – E ALTRI POEMETTI
Book Editore
QUI SOPRA la copertina del libro ed un ritratto di Vincenzo Guarracino realizzato da Greta Crivellaro
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