Si chiude un altro anno difficile per l’economia ma per la Cna non mancano segnali di speranza
Si chiude un altro anno difficile per l’economia ma per la Cna non mancano segnali di speranza
Molte le imprese che continuano a chiudere, ma quelle che resistono si sono rafforzate. Per Bordoni e Matteucci “Servono misure di carattere strutturale”
PESARO – Si chiude un altro anno difficile per l’economia provinciale. Il 2022 ha fatto registrare ancora una perdita pesante di imprese in provincia di Pesaro e Urbino. I dati sono stati diffusi stamane nel corso della conferenza stampa di fine anno della CNA di Pesaro e Urbino tenutasi al Cantiere Navale Rossini di Pesaro e alla quale hanno partecipato il vicesindaco del Comune di Pesaro Daniele Vimini, il direttore del Confidi Uni.co. di Pesaro, Lucia Sgarzini e i consiglieri regionali Andrea Biancani e Nicola Baiocchi. Il presidente provinciale Michelle Matteucci e il neo presidente CNA Marche, Moreno Bordoni hanno evidenziato come la nuda lettura dei numeri del Centro Studi CNA, relativa al saldo tra chiusura e nascita di nuove imprese, volge ancora verso il segno meno. Ma c’è da registrare un fatto positivo: tutte le imprese del territorio che hanno saputo resistere ai colpi durissimi delle crisi di questi anni si sono fortificate.
Per molte di loro si sono registrati addirittura aumenti significativi in relazione ai fatturati e agli scambi internazionali. Insomma se non si fosse scatenata quella “tempesta perfetta” di cui CNA di Pesaro e Urbino parla da tempo (pandemia, costi dell’energia e dei carburanti, aumento delle materie prime e difficoltà negli approvvigionamenti delle stesse, un’inflazione quasi a doppia cifra con il conseguente aumento dei tassi di interesse, una guerra nel cuore dell’Europa, le altre tensioni internazionali, i blocchi alle esportazioni e quelli parziali a causa del Covid); oggi saremmo qui a registrare la più forte ripresa dell’economia degli ultimi 20 anni. Una ripresa che pure si era tradotta anche nei numeri durante il primo semestre del 2021 e che aveva illuso tutti. Ma la lettura dei dati di oggi dice altro. In provincia la differenza tra iscrizioni di nuove imprese e cessazioni nei primi undici mesi dell’anno (periodo di riferimento per confrontare i dati 2022 disponibili alla data di redazione di questa nota con gli anni precedenti), è decisamente negativa (-669) e più ampia rispetto ad ognuno dei periodi precedenti (i primi undici mesi per 2019, 2020 e 2021). Tutti i macrosettori registrano saldi negativi ma si conferma importante il saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni non classificate per settore; un dato che denota vivacità almeno nelle caratteristiche qualitative del tessuto imprenditoriale che si rinnova.
I primi 11 mesi del 2022 a confronto con lo stesso periodo del 2021
Nei primi 11 mesi del 2022 le nuove iscrizioni di impresa calano in provincia del 9,3% mentre le cancellazioni aumentano del 32,9%. Il calo delle iscrizioni vale per tutti i macrosettori ma soprattutto per il primario (-19,1%). Le iscrizioni di nuove imprese calano decisamente anche per le costruzioni (-8,6%) dove, cresce sorprendentemente in modo assai più deciso che per il resto delle imprese il numero delle cancellazioni nel periodo (+55,7%) con il risultato che il saldo tra iscrizioni e cancellazioni aumenta in maniera pesante (passa da -40 nel 2021 a -212 nel 2022).
Nelle attività di servizio le iscrizioni “tengono” perché calano “solo” al ritmo del -4,2%; e le cancellazioni crescono meno che per il totale (+27,0% contro +32,9%), ragione per cui la variazione del saldo negativo tra iscrizioni e cancellazioni è la più contenuta, confermando che il terziario soffre meno del resto dell’economia la fine della ripresa.
Nelle attività manifatturiere (“industria in senso stretto”), le iscrizioni calano meno che per il totale (-6,4% contro -9,3%) ma le cancellazioni aumentano più velocemente del complesso (+33,5% contro +32,9%).
Il primario (agricoltura pesca e silvicoltura) è forse il settore più penalizzato: nei primi 11 mesi del 2022 le iscrizioni di nuove imprese calano al ritmo del -19,1% e le cancellazioni crescono del 35,5%, entrambe le dinamiche risultano così più pronunciatamente negative rispetto al dato complessivo. Così il saldo negativo quasi triplica passando da – 64 a -161. Ma c’è anche qualche dato positivo.
Tra i singoli settori di attività le iscrizioni dei primi 11 mesi 2022 superano le cancellazioni dello stesso periodo solo in tre casi: nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (+6), in quelle artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+2) e soprattutto nelle attività non classificate (+578) dove il saldo positivo è dovuto all’ampiezza delle nuove iscritte non facilmente classificabili. Molte nuove iscrizioni sono ancora da attribuire alle classificazioni settoriali: il loro ripartirsi per settore è probabile evidenzierà la crescita delle imprese operanti nei servizi ad alto contenuto di conoscenza, gli unici dove il tessuto imprenditoriale della provincia (e della regione nel suo complesso) si ispessisce anziché contrarsi.
I dati sul lavoro
Secondo l’ultimo bollettino mensile dell’Osservatorio Excelsior a dicembre 2022 si registrano ancora effetti positivi con una crescita delle previsioni di nuovi inserimenti lavorativi sia nelle manifatture e costruzioni (“industria”: +15,8%) sia nelle imprese di servizio (+5,6%).
La quota delle imprese che prevede assunzioni sale leggermente (da 8% a 11%); tuttavia, permangono elevate e in crescita le quote di imprese che prevedono difficoltà a trovare i profili lavorativi desiderati (52%) e rimane bassa e in calo la quota delle imprese con entrate previste “stabili” (26%). Cresce la quota delle assunzioni previste che interesseranno giovani sotto i 30 anni (da 27% a 30%).
Le previsioni di nuovi inserimenti lavorativi per il trimestre dicembre 2022 – febbraio 2023, tuttavia, scontano un deciso rallentamento dell’economia provinciale: calano le entrate previste (-8,6%) e ciò a causa del forte calo atteso di nuovi ingressi al lavoro atteso per manifatture e costruzioni (-14,7%).
Tra i principali settori della provincia, dicembre registra una crescita generalizzata degli ingressi lavorativi previsti. Invece, per il trimestre dicembre-febbraio si registra in crescita solo i servizi di alloggio e ristorazione (servizi turistici: +31,6%) mentre sono attesi in deciso calo gli ingressi al lavoro dei settori della meccanica elettronica (-31,6%) . Tengono i servizi alle persone, calano gli ingressi previsti nel commercio.
L’export
Nella provincia il 2022 si delinea, nei dati Istat relativi ai primi nove mesi, come un anno decisamente favorevole per l’andamento dell’export, che cresce di quasi il 19% rispetto allo stesso periodo del 2021. L’export dell’intera regione cresce ancora più decisamente (+23,1%), anche se se si considera il dato marchigiano al netto dell’export farmaceutico.
L’aumento dell’export complessivo regionale, infatti, è molto più elevato e sfiora il +90% ponendo le Marche in testa a tutte le regioni italiane. Ma si tratta dell’effetto della forte crescita dell’export farmaceutico legato all’attività di una nota impresa multinazionale operante nella provincia di Ascoli Piceno.
Conclusioni
Per la CNA di Pesaro e Urbino occorre porre subito rimedio alla questione più impellente per le imprese: i costi legati all’energia. “Le misure stanziate dal Governo con la legge di bilancio – commenta il presidente provinciale Michele Matteucci – vanno bene ma coprono un arco temporale troppo breve. Occorre affiancare agli strumenti emergenziali anche “interventi strategici” per consentire alle piccole imprese di partecipare al percorso della transizione energetica.
Nel dettaglio CNA rileva la necessità di sostenere gli investimenti delle piccole imprese per l’installazione di impianti di autoproduzione da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico. “Chiediamo al Governo – dice Matteucci – un significativo impegno a favore dell’autoproduzione valorizzando il patrimonio di immobili produttivi”.
CNA propone l’introduzione di agevolazioni fiscali mutuando il meccanismo del credito d’imposta al 50% già previsto per l’edilizia residenziale. “Nell’immediato si possono coinvolgere 200mila piccole imprese per impianti fino a 200 KW attivando 8.700 MW di nuova potenza installata“. CNA infine chiede di estendere anche ai comuni sopra i 5mila abitanti la possibilità di accedere alle risorse previste nel PNRR per dare impulso alle CER (Comunità energetiche rinnovabili) e prevedere una quota di riserva alle piccole imprese nell’ambito delle aste per l’acqusizione di gas ed elettricità a prezzi calmierati.
Per Moreno Bordoni, neo segretario regionale CNA Marche “ora lo sguardo deve essere rivolto al nuovo anno che potrebbe veder consolidare ulteriormente il sistema produttivo italiano e quello della nostra regione soprattutto se si giungerà ad una fine del conflitto tra Russia e Ucraina e delle altre tensioni internazionali; se verranno individuate misure di natura strutturale per far fronte ai costi e all’approvigionamento dell’energia; se si prorogheranno le misure di incentivazione fiscale e dei bonus energetici; se si ridurrà il costo del lavoro e la tassazione sulle imprese, se si spenderanno tutte le risorse previste dal PNRR e si realizzeranno i progetti e le opere previste sui vari assi. Serve inoltre una drastica riduzione della burocrazia. A tutti i livelli. Fare impresa non deve diventare una estenuante corsa ad ostacoli per i nostri imprenditori che chiedono solo di poter fare il loro lavoro”.
Per Moreno Bordoni infine “un altro tema importante è quello delle infrastrutture e dei collegamenti che vede la nostra regione, ma soprattutto la provincia di Pesaro e Urbino, tra le più penalizzate del centro Italia. Con la Regione Marche e con le altre istituzioni locali, la CNA continuerà, e lo farà ancor più forte di prima, quella politica del confronto propositivo che l’ha sempre contraddistinta: ovvero accanto alle richieste e alle cose da fare ci sarà sempre una proposta su come farle”.