La Cgil Marche a congresso, Santarelli: “Serve un grande patto per il lavoro di qualità”
La Cgil Marche a congresso, Santarelli: “Serve un grande patto per il lavoro di qualità”
“Siamo una regione in discesa, sulla sanità la Giunta fa acqua da tutte le parti, dietro il caos, la volontà di privatizzare”
ANCONA – Un grande Patto per il lavoro di qualità. Da qui, da questa proposta, muove il XIII congresso regionale della Cgil Marche, in programma oggi e domani alla Mole Vanvitelliana di Ancona, presente il segretario nazionale Emilio Miceli. Dal Patto regionale all’attacco verso la Regione, dal tema dei giovani ai salari e alla contrattazione fino alla sanità: su questi filoni si snoda tutta l’assise regionale. In vista del congresso, si sono svolte 1783 assemblee coinvolgendo oltre 27mila iscritti.
LA CRITICA CONTRO LA REGIONE MARCHE / “Le Marche sono al declino, l’Europa stessa ci ha declassato, con l’Abruzzo e l’Umbria, tra le regioni in transizione – attacca Giuseppe Santarelli, segretario generale uscente Cgil Marche -. Abbiamo perso ben 24 punti percentuali di Pil procapite in 20 anni, -16% di perdita di valore aggiunto della nostra economia. Le Marche sono diventate una terra di conquista dove i grandi marchi colgono i vantaggi legati alla professionalità: oltre 60 imprese sono passate di mano da proprietà marchigiane a grandi multinazionali o a fondi finanziari tra il 2005 e il 2021”. Di fronte a questo, “la giunta è solo preoccupata di dare risposte ai campanilismi, non ha fatto nulla”. Nelle Marche, arriveranno tante risorse: di qui ai prossimi cinque anni ci saranno fondi tra i 23 e i 25 miliardi. Tutti finanziamenti legati al Pnrr, al fondo complementare, ai fondi per il sisma, a quelli Ue, più quelli stanziati in precedenza e non spesi del tutto. “Per questo – insiste Santarelli -, andrebbero coinvolte imprese in tutte le loro tipologie. Ma così non è stato”.
I GIOVANI / Ed ecco, l’altra grande partita su cui muoversi. Dice Santarelli: “Tra il 2011 e il 2020 sono stati oltre 20mila i giovani tra i 18 e i 39 anni trasferiti all’estero, quasi il 65% sono italiani ai quali si sommano quasi 7mila stranieri”. Inoltre, “dal 2011 al 2020 sono stati oltre 5mila i giovani laureati marchigiani che hanno lasciato la regione. Secondo le previsioni Istat, si perderanno altri 45mila residenti entro il 2031 e tra 10 anni aumenteranno di 50mila unità gli ultrasessantacinquenni”. Il tasso di disoccupazione giovanile è al 17%, oltre la media Ue, l’incidenza dei neet è del 16%. Non solo: in 10 anni, è stato perso il 20% di contratti a tempo indeterminato tra i giovani sotto i 29 anni e 10 punti percentuali di lavoro stabile nel complesso del mercato del lavoro. Quasi la metà dei lavoratori marchigiani under 29 lavora part time e quasi la metà a tempo determinato. Curiosità: sono solo 63 i giovani sotto i 29 anni a ricoprire ruoli di dirigenza.
PATTO PER IL LAVORO DI QUALITA. SALARI E CONTRATTAZIONE / “E’ la sfida che la Cgil Marche lancia a imprese, università, enti locali”, fa sapere il segretario. Troppo povere le retribuzioni con una media 19.400 euro lordi annui, sotto la media nazionale e anche rispetto alle regioni del centro. Gli under 29 percepiscono uno stipendio lordo annuo di 11mila euro. Non va meglio per le donne: quasi il 66% delle lavoratrici sono a termine, uno stipendio in media inferiore di 7.300 euro rispetto a quello degli uomini. “Ecco, allora, l’importanza della contrattazione di secondo livello– sottolinea Santarelli -. Su questo, occorre rilanciare tutti, se non aumentano gli stipendi non sono solo i lavoratori a soffrire ma l’intera regione, si contrarranno di consumi e andremo in recessione”.
SANITA’ / “La giunta regionale aveva puntato tutto sulla sanità ma è stato un fallimento”, è il pensiero di Santarelli. “ Ci preoccupa – continua – la mancanza di confronto, il complessivo progetto della riforma che è solo una moltiplicazione di poltrone e quello della riorganizzazione delle rete di medicina territoriale, tanto per fare un esempio. Si continua ad alimentare l’illusione che possono esserci più ospedali ma entro tre anni andranno in pensione nelle Marche oltre 2000 infermieri e oltre 600 medici. Non c’è dubbio: la destra sta avviando silenziosamente la grande privatizzazione del sistema sanitario”.