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L’omicidio stradale di Huub Pistoor, la Corte Europea ha accolto il ricorso contro l’archiviazione

L’omicidio stradale di Huub Pistoor, la Corte Europea ha accolto il ricorso contro l’archiviazione

di GIOIA BUCARELLI*

ANCONA – La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha accolto il nostro ricorso presentato a luglio contro l’archiviazione decisa dalla Procura di Ancona. Una bella notizia che dona conforto e speranza dopo quasi quattro anni in cui non sono mancate le delusioni. Un rimorchio usurato e con gravi inefficienze tecniche si era staccato da una motrice in condizioni altrettanto precarie e aveva ucciso il mio compagno Huub Pistoor, cittadino olandese che viveva da molti anni nelle Marche. Era il marzo 2019.

L’accoglimento del ricorso è un risultato significativo, non scontato perché il filtro di ammissibilità è molto rigido. I ricorsi devono trattare temi di interesse pubblico in modo da contribuire a una evoluzione dei diritti umani. La Cancelleria della Corte ha comunicato al nostro legale che, sulla base delle informazioni e dei documenti forniti, il ricorso sarà portato quanto prima all’esame della Corte. Lo Stato italiano dovrà perciò rispondere e dare spiegazioni riguardo al sistema delle revisioni dei mezzi pesanti (mezzi in quelle condizioni non avrebbero dovuto circolare ma avevano invece superato la revisione) e anche riguardo all’archiviazione (la Procura ha ritenuto responsabile solo il conducente moldavo e non sono state accertate le responsabilità dei titolari della società di trasporto proprietari dei mezzi e di chi si era occupato di revisione e manutenzione). Dunque inadempienze del nostro Paese sotto il profilo sostanziale e procedurale.

Siamo grati e felici perché la Giustizia negata in Italia potrà essere garantita in sede europea, a chi si sentiva profondamente cittadino europeo. Una prima tappa importante, una vittoria collettiva di cittadini, Associazioni, familiari di vittime, persone che credono nel cambiamento, in una strada senza violenza. Perciò vogliamo ringraziare chi ci ha sostenuto e incoraggiato in questi anni e soprattutto le Associazioni impegnate a diffondere la cultura del rispetto della vita e delle regole. Un sentito ringraziamento va al Prof. Avv. Oliviero Mazza che ha lavorato per raggiungere questo obiettivo credendo fortemente nel buon esito del ricorso. La CEDU ha richiamato nel corso degli ultimi anni l’Italia per la violazione dei diritti umani in diversi ambiti e ora il richiamo sarà anche per la violazione del diritto alla vita sulle strade. Era ciò che auspicavamo per una questione di principio, per onorare le tante vite perse sulle strade, per sollecitare impegno, attenzione alla prevenzione, rispetto e Giustizia per tutte le vittime.

*Compagna della vittima

 

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