Massimiliano Mazzini spazia nel divino piuttosto che nelle dottrine religiose monoteistiche
Massimiliano Mazzini spazia nel divino piuttosto che nelle dottrine religiose monoteistiche
di TIBERIO CRIVELLARO
Si è spesso sostenuto che la filosofia remi contro la poesia. Non quella teoretica che anzi la promuove se pensiamo a Carlo Sini. Ma esiste anche quella ortodossa e integralista che spara contro la nobiltà dei versi. E si dica pure che milioni di italioti scrivono il meglio delle idiozie letterarie, ma una corta minoranza fa ottima poesia.
In questo caso va promossa quella di un laureato in filosofia che si occupa da tempo di lingue e letteratura straniere all’UniBo: Massimiliano Mazzini di Ferrara con il suo ultimo “Il peso minimo” (Book Editore).
Si tratta di un “peso versatile”, peso senza appesantire la sua raccolta diversamente dalle migliaia che escono nel Bel Paese allontanando sempre più il lettore ormai deluso da tanta mediocrità.
Nel Mazzini è individuabile una certa metafisica la quale spazia nel divino piuttosto che nelle dottrine religiose monoteistiche, dove un presunto Dio nulla ha scritto (di suo pugno) ne tantomeno ha firmato Vecchio e Nuovo testamento e neppure quel Corano quando viene tradotto in violenza.
Questione trattata da Eric-Emmanuel Schmitt ne “L’uomo che guardava attraverso i volti” (E/O Edizioni). Mazzini rifonda (?) una “giovane poesia” in crescendo se “C’è un’orma sottile di Dio/ nella frontalità selvatica degli insetti”, quindi, lettore, “Capovolgi il dolore profondo/ chino sulla terra…una fessura folgorata di cenere/ e lucertola nel peso/ del fuoco dell’erba” Un “libro d’acqua” di scrignòliana memoria che pesa ogni parola, ogni significante, un senso aureo del discorso oggi falsato dai “cattivi maestri” celebrati dal neoliberismo letterario “imporporato” per i “Cucchi”. Mazzini cerca quei “ribelli” lontani dalla falsità di certi poteri editoriali “specchio” per allodole “…Traduce la soglia della morte dei/ morti sino alla loro breve punta che si fa/ come bestia sottile…”. Il suggerimento è che “Qui non c’è morte, ma la pena d’averla/ passata con mani trasparenti oltre il/ bordo minimo degli oggetti…”; oggetti-soggetti che rimandano alla storia dell’autore, quella che, filosofando, va verso quel futuro dell’infinito che tutti vorremmo conoscere. “Il peso minimo” contribuisce ad appesantire la conoscenza attraverso la poesia, le arti e la musica. Senza altre citazioni, questa “raccolta” è da sette con lode. Ave.
MASSIMILIANO MAZZINI
IL PESO MINIMO
Book Editore
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