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Si torna a parlare delle Marche nella “grande guerra”

Si torna a parlare delle Marche nella “grande guerra”

ANCONA – Giovedì 23 febbraio, alle ore 19, andrà in onda la trasmissione online “Storie delle Marche-19”, nella piattaforma “Adesso Web” di Stefano Battistini, dedicata a “La I Guerra Mondiale e le Marche”.

Quella che doveva essere una rapida “operazione militare speciale” da parte dell’Impero Austro- Ungarico per punire i responsabili serbi dell’attentato di Sarayevo, in cui il 28 luglio 1914 era stato assassinato Francesco Ferdinando d’Asburgo erede al trono imperiale, si trasformò improvvisamente – per l’intervento dei reciproci alleati – in un prolungato e disastroso conflitto internazionale, che sorprese il mondo occidentale, distratto e ammaliato dalla cosiddetta “Belle Époque”.

La I Guerra Mondiale – il cui scoppio per l’Italia il 24 maggio 1915 venne annunciato nelle Marche dopo poche ore dall’ “L’Ordine-Corriere delle Marche” e dal bombardamento austriaco delle città costiere – è anche definita “IV Guerra d’Indipendenza”, perché ha costituito l’ultimo e definitivo intervento militare per liberare le terre italiane ancora sottomesse dall’Impero d’Austria nel Trentino e nel Friuli Venezia Giulia.

Grazie all’ormai capillare diffusione della stampa ed al perfezionamento del servizio postale, la popolazione civile poté seguire le altalenanti fasi militari, infervorarsi e collaborare attivamente al sostegno dei soldati al fronte.

Per un paradosso della storia, l’immane tragedia bellica, che molti soldati e civili dovettero subire, costituì anche il primo vero coinvolgimento delle masse popolari nei destini politico-militari della nazione, in modo favorevole o contrario al conflitto, ispirate da iniziative politiche nazionalistiche o social-comuniste, soprattutto dopo che, nel novembre del 1917, in Russia era esplosa la rivoluzione bolscevica. Tuttavia una “Grande Guerra”, che si poteva evitare ottenendo diplomaticamente le terre irredente, costò all’Italia 571.000 morti e circa un milione di feriti fra i soldati e altrettanti defunti fra i civili, particolarmente per l’epidemia ‘Spagnola’ diffusasi fra i militari.

La regione Marche, che aveva partecipato anche direttamente al conflitto con un gruppo di volontari  –  già combattente in Francia nel ‘14 all’esplosione della guerra, dove si distinse il giovane senigalliese Giuseppe Chiostergi futuro vicepresidente della Camera  –, con il suo fronte marino e soprattutto con le vittoriose incursioni dei MAS, motoscafi antisommergibile salpati dal porto da Ancona, subì un alto numero di vittime – fra le quali il celebrato sindacalista Filippo Corridoni, nato a Pausula, poi Corridonia in suo onore –, l’11,2% sui 174.197 chiamati alle armi, costituendo una delle regioni più colpite del Centro-Nord.

La visione o la registrazione della trasmissione sarà possibile utilizzando i seguenti links:
https://www.youtube.com/live/OD6DkjLu50k?feature=share;https://m.facebook.com/events/713219823633338?sfnsn=scwspmo.

Nelle foto: il manifesto della “Croce Rossa”; un’immagine propagandistica per l’arruolamento; reperti di bombe a mano tipo ‘ananas’ ritrovati nel ghiacciaio della Marmolada; Giuseppe Chiostergi; Filippo Corridoni rappresentato in un discorso a Milano

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